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Piovono Rane

Ciao Joe, sono Enrico

«Buon giorno Presidente, ciao Joe! Sono Enrico Letta, ti chiamo dall’Italia!».

«Enrico who? ».

«Letta, Letta, il capo dei Democrats italiani, insomma il tuo omologo qui! ».

«Ah, Henry, che piacere, come va lì in Italia? Una volta ho mangiato una pizza buonissima a Capri! ».

«Bene, bene, insomma, diciamo bene… Ti chiamavo per chiederti… ehm…una piccola cortesia…».

«Dimmi Henry!».

«Ecco, quando fai queste cose… tipo i brevetti sui vaccini no? Ecco… quando fai queste cose, non è che prima mi mandi un WhatsApp, così la faccio anch’io allo stesso tempo e non faccio la solita figura da addormentato?».

«Ah i brevetti! Ma era facile dai! Perché non ci hai pensato anche tu? ».

«Io? Eh. Io… stavo attaccando Salvini!».

«Salvini who?».

«Salvini, il nostro Trump!. Tu hai sconfitto il tuo e io voglio sconfiggere il mio, ecco!».

«Salvini… let me see… apro un attimo il dossier, dunque Es ai el…».

«Es ei el…».

«Ecco, Salvini… Ma qui dice che perde consensi da un anno, secondo i miei è bollito, questo Salvini».

«Ah così dice? Ma io pensavo, sai,  ad attaccare Salvini non si sbaglia, non è divisivo a sinistra, tutto il resto è più difficile! Tu come fai? Non attacchi sempre Trump?».

«Beh adesso sono io al governo Henry, devo fare delle proposte mica posso inseguire quel ciccione in Florida. Non so, università gratis, salario minimo, aiuti economici ai ceti deboli,  tasse più alte all’1 per cento dei super ricchi…».

«Uh Madonna Santa!».

«Sorry?».

«Ma sei comunista!».

«Ma cosa dici Henry! È che il capitalismo è andato in testa coda negli ultimi anni, io voglio salvarlo da se stesso, rimetterlo sui binari che hanno funzionato tanto bene nel Dopoguerra… Il ceto medio hai presente? Sono i sindacati con le loro conquiste che hanno creato il ceto medio. Ed è il ceto medio a reggere tutta la baracca. Se sparisce il ceto medio esplode tutto! Anche la liberalizzazione dei brevetti, è ovvio che Big Pharma si incazza un po’, ma se tutto si ferma, i commerci di fermano, la produzione si ferma… come fanno le cose a funzionare?».

«No no, io non posso. Per carità. Ma ci pensi? Marcucci! Bonomi! Renzi! E Tajani poi, tutte le sere al Tg5 e al Tg1! E Cairo che ha il Corriere, Elkann che ha Repubblica, mi mangiano in un attimo… Santo Dio, sto male solo a pensarci, tasse più alte sui ricchi, salario minimo, brevetti liberi…».

«Come vuoi Henry, ma poi non mi dire che non te l’avevo detto».

«Niente, lascia stare.  Grazie lo stesso. Ora ti lascio dai, scrivo un bel post contro Salvini».

  • Alessandro Gilioli

    Nato a Milano nel 1962, laureato in Filosofia alla Statale. Giornalista dai primi anni 80, ho iniziato a Rp da ragazzo poi ho girato per diversi decenni tra quotidiani, settimanali e mensili. Ho scritto alcuni libri di politica, reportage e condizioni di lavoro, per gli editori più diversi. Tornato felicemente a Radio Popolare dall'inizio del 2021.

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L'Ambrosiano

Sapessi com’è strano fare l’indiano a Milano, con Covid e inquinamento

Delhi chiama Milano, che fa finta di niente e va avanti. Media, visioni mediche specialistiche, politica accreditano comportamenti individuali scorretti quali cause di diffusione Covid. Hanno ragione. Il torto è non dare informazioni complete, tacere l’incidenza dei fattori ambientali o sminuirla, voltar la faccia per ignoranza, convenienze, interessi di bottega.

Nei Paesi in cui si fa ricerca (anche per questa in Italia si aspetta SuperDraghi) studi scientifici mostrano la correlazione inquinamento atmosferico/patologie; la pandemia moltiplica i nessi, con ricadute su psiche, vissuti, stati emotivi. Un’aria malsana rende fragile l’apparato cardiorespiratorio e indebolisce il sistema immunitario. Gli studiosi spiegano le scene raccapriccianti dell’India che brucia cadaveri per strada col fatto che Delhi è la capitale più inquinata del mondo; già prima del Covid il 18 per cento delle cause di morte era da far risalire ai veleni che minano i polmoni d’una popolazione molto meno anziana di noi. Paradossi d’un capitalismo sregolato: tanta manodopera giovane attrae risorse (ad esempio: in quel Paese le multinazionali producono gran parte dei vaccini che esportano nel resto del mondo); a genti e governi del posto resta la disumanità dei costi.

I mondi lontani riflettono ciò che non vogliamo vedere di noi. La Lombardia è un catino di veleni molto pericoloso. L’han denunciato ambientalisti, Report, medici e igienisti ambientali. Ma guai a parlarne. In Regione, categorie, partiti ci si stizzisce alle inchieste sugli sversamenti dei liquami da allevamenti intensivi e miasmi conseguenti. The Lancet Planetary Health ha indicato Brescia e Bergamo (province da picchi Covid) in testa nella classifica dei morti (evitabili) da polveri sottili a cui i virus si aggrappano e viaggiano. Milano e Lombardia hanno abbozzato: i media affetti da ansia da prestazione e la politica divisa tra ricerca compulsiva dei like e dubbi su “bene comune chi-era-costui?”.

Dehli resti in India, ok; ma ci vorrebbero: adeguato Piano Regionale sulla qualità dell’aria; prevenzione nei processi produttivi (Roma parla di transizione ecologica; e le Regioni? le “eccellenze”?); ambienti di lavoro tutelati, umani. Ci vogliono!

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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Sbilanciamoci

Perché ci serve il giovane Marx

In questi giorni è in libreria il mio “Il giovane Marx” edito da Jaca Book. Tornare a parlare del giovane Marx -al di là delle riscoperte storiche e degli aggiornamenti filologici ricorrenti di fronte ai grandi pensatori- ha senso se si mette in relazione l’opera e il pensiero di quegli anni ai tempi che stiamo vivendo. Le sue riflessioni sulla alienazione (anticipazione di molte riflessioni della Scuola di Francoforte e degli esistenzialisti, ma addirittura del pensiero di Illich sulla espropriazione dell’umano dal dominio delle merci), sui bisogni indotti dal capitale (analisi precoce del consumismo neocapitalista), sul denaro (come la nuova merce della finanza rapace) sono di grandissima attualità.
Come lo sono le sue riflessioni sulla globalizzazione capitalista di metà ottocento che evoca con forza ed analogie la globalizzazione neoliberista degli ultimi 40anni: la necessità di un mercato mondiale e di consumi senza frontiere. Ristudiare, rileggere il giovane Marx (e tutta la sua opera) significa dotarsi di importanti strumenti di analisi e di comprensione della traiettoria che la società e l’economia capitalista hanno preso negli ultimi decenni, significa capire le distorsioni antropologiche, le perversioni sociali, la disumanizzazione sociale che stanno colpendo le nostre comunità.
Se l’opera del giovane Marx non ha la sistematicità scientifica dei lavori della maturità (in particolare del Capitale), gli scritti giovanili affascinano per la freschezza delle argomentazioni, per la dimensione umana ed etica, per i rimandi alla letteratura e all’arte (che comunque non mancheranno anche nelle opere mature).
Dalle opere giovanili di Marx emerge soprattutto la volontà di andare a fondo delle cose, di evidenziare sempre la centralità della condizione umana come specchio dello sfruttamento della borghesia sul proletariato. Come ebbe a dire ne La critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione: “Essere radicali significa andare alla radice delle cose e per l’uomo la radice delle cose è l’uomo”. A questo va aggiunto che i primi 30 anni della vita di Marx sono quelli della maggiore intensità rivoluzionaria, dell’indignazione (non moralistica, o del sognatore, ma genuinamente politica e teorica), delle persecuzioni, dell’esilio, della rinuncia alla carriera borghese per vivere in povertà dedicandosi alla rivoluzione e al comunismo.
Come ha ricordato il suo biografo più acuto, Franz Mehring, alla rivoluzione Marx ci penserà sempre, non ci rinuncerà mai, dedicando tempo e impegno a riunioni, alla vita delle organizzazioni degli operai e dei comunisti. Marx rimase fino alla fine fedele agli ideali della sua gioventù. Fa sempre bene ricordarlo ai ragazzi e alle ragazze che oggi non accettano la realtà che ci sta davanti, la vogliono cambiare e ribellarsi al potere e al dominio dei pochi. Tutto questo non è -come scrisse Marx nella lettera ricordata a Ruge- solo il sogno di una cosa (che Pasolini riprese per il titolo del suo primo romanzo), ma lo si chiami comunismo o in altro modo (comunque l’impegno per cambiare le cose) ha per conseguenze la lotta e cioè: “il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti.

  • Giulio Marcon

    Portavoce della campagna Sbilanciamoci!, è stato negli anni '90 portavoce dell'Associazione per la pace e Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà. È stato deputato indipendente di SEL nella XVII legislatura, facendo parte della Commissione Bilancio. Tra i suoi libri: (con Giuliano Battiston), La sinistra che verrà (minimum fax 2018) e (con Mario Pianta), Sbilanciamo l'economia (Laterza 2013)

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Urlando furiosa

“il cinque maggio!”

Ei FuS. Siccome immobile,
Dato il normal sospiro,
Stette il Ministro immemore
Orbo di tanto spiro,
Così percosso, attonito
il teatro al nunzio sta,

Muto pensando all’ultima
Ora della legge delega fatale;
nè sa quando una simile
Orma di piè mortale
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.

Lui desolante in zoom
Vide i nostri volti e tacque;
Quando, con inerzia assidua,
poco rispose e giacque,
Di mille voci al seguito
Mista la nostra non ha:

Dal Mercadante al Piccolo,
La nostra voce sorge,
Dal palco alla graticcia
Una riforma porge
Che fu la nostra fatica
Che partì da tanta urgenza

ce la faremo noi?
Ai posteri
L’ardua sentenza.

  • Rita Pelusio

    Attrice e regista, nei suoi lavori con la drammaturgia di Domenico Ferrari utilizzano il linguaggio dell’arte comica per affrontare tematiche sociali e civili. Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche. E’ amica di Radiopopolare con la quale si sveglia ogni mattina.

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Palazzeide

In memoria di Luana e di tanti altri. Due ogni giorno

Il Senato ha osservato un minuto di silenzio per ricordare Luana D’Orazio, la ragazza di 22 anni morta sul lavoro, schiacciata da una macchina tessile. Ma anche il giorno dopo c’è stato un altro morto sul lavoro ma nessun minuto di silenzio per lui. Ogni giorno ci sono due persone che muoiono sul lavoro, una strage quotidiana, e quest’anno nei primi tre mesi, nonostante lo smart working, la percentuale è stata più dell’alta dell’anno scorso, l’11 per cento in più secondo l’Inail. Non si può scoprire con la morte di una ragazza di 22 anni, madre di un bambino piccolo, il drammatico problema della sicurezza sul posto di lavoro. Perché fare il minuto di silenzio per una sola vittima, che ha colpito tutti perché giovane e madre, perché bella e con i sogni del cinema, che aveva fatto la comparsa per un film di Pieraccioni, vuol dire non aver capito la drammaticità di questo fenomeno e farlo diventare un evento solo emozionale, ma non politico, quando invece è profondamente un problema politico e sociale. Allora che si faccia un minuto di silenzio per ogni vittima sul lavoro, forse solo così il Parlamento e le istituzioni si renderanno conto di quello che accade lì fuori, nelle fabbriche.

Foto | Un giovane di 18 anni originario del Senegal, Alaenj Camara, è morto in un’autofficina a Palermo, 19 novembre 2019. Il giovane stava smontando la ruota da un grosso camion quando lo pneumatico è esploso e lo ha investito

  • Anna Bredice

    A Roma con il cuore, una figlia e la testa, a due passi dai tetti belli di Garbatella e dal Gazometro di Ostiense, atmosfere tra Ozpetek e il caffè sospeso di Casetta Rossa. A Milano con gli affetti, la famiglia e la radio della vita. Seguo la politica per Radio Popolare da tanti anni, con impegno, partecipazione, a volte rabbia e passione.

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    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

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    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 12-11-2025

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    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni mercoledì approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

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    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

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    Esteri di mercoledì 12/11/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

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    L'Orizzonte di mercoledì 12/11 18:35

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

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    Poveri ma belli di mercoledì 12/11/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 12-11-2025

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    "L’identità e il suo significato" nel nuovo album di Billie Marten

    "È un disco che parla dell'identità e del suo significato. Di quando scopriamo la nostra vera identità e di come, in realtà, una vera identità non esista: siamo in continuo cambiamento", ha raccontato Billie Marten ai microfoni di Volume. Per questo lavoro Billie Marten si è trasferita per qualche mese a Brooklyn, avendo voglia di registrare con nuovi musicisti, scoprendo nuovi lati della sua musica. Tornata in America per il tour, è rimasta molto colpita: "È stato scioccante vedere quanto l'America sia cambiata in così poco tempo. Ho visto un arresto dell'ICE in un parcheggio proprio davanti a me. Posso garantire che nei prossimi anni usciranno un sacco di album su tutto questo". L'intervista di Niccolò Vecchia a Billie Marten.

    Clip - 12-11-2025

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    Vieni con me di mercoledì 12/11/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

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    Volume di mercoledì 12/11/2025

    I brani più belli dell'ultima settimana e l'intervista a Billie Marten sul suo nuovo album, a cura di Niccolò Vecchia. Il concerto dei Massive Attack di domani a San Paolo, in contemporanea con il COP30, e il quiz cinematografico oggi sul film "Fuori Orario" di Martin Scorsese

    Volume - 12-11-2025

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