Sbilanciamoci

Vincere la pace

 

80 sono i milioni che mandiamo ogni giorno a Mosca per comprare il gas russo: più di 2 miliardi e mezzo dall’inizio della guerra. Più di 22 sono i milioni che abbiamo incassato, dalla Russia, tra il 2015 e il 2020 dalla vendita di armi leggere, mitragliatrici e qualche decina di blindo denominati Lince, che magari ora sono usati nella guerra in Ucraina. Dal 2014 ci sarebbe stato l’embargo sulle armi in Russia, fatti salvi i contratti firmati in precedenza.
E così è successo. I vecchi contratti sono andati avanti.

Chi aggredisce i pacifisti perché contrari all’invio delle armi in Ucraina, si scorda puntualmente – e ipocritamente – di ricordare questi fatti: che i russi stanno combattendo anche con armi che arrivano dall’Italia e che stiamo finanziando la guerra di Putin, grazie all’acquisto del gas. Di fronte al business bellico o alla necessità di farsi la doccia calda, la realpolitik la vince sull’afflato etico.

Da sempre i pacifisti si battono -inascoltati- per ridurre le spese militari e limitare il più possibile il commercio di armi. Invece la Camera qualche giorno fa ha votato per portare al 2% del PIL la spesa militare: una vergogna. Il business delle armi non si ferma davanti a nulla.- La compagnia Leonardo (la maggiore produttrice italiana di armamenti e per il 30% di proprietà del Tesoro) ha venduto nel 2021 anche caccia da guerra al Turkmenistan (ex Unione Sovietica, governo silente di fronte alla crisi ucraina): si tratta di un paese dove vengono violati i diritti umani, negata la libertà di stampa, praticata la tortura e il lavoro forzato. Negli ultimi 10 anni il governo del Turkmenistan ha speso 340milioni in armi italiane.

Ora, questi pochi fatti e questi scarni numeri non vengono mai citati da diversi (non tutti) giornalisti e opinionisti presenti alle trasmissioni televisive o autori di commenti su giornali e settimanali. Fanno gli eroi con la pelle degli altri e si erigono a custodi della morale (bellica): conducono una loro personale “guerra di carta”, mentre nella guerra vera muoiono le persone in carne e ossa. La verità (e l’informazione) sono le prime vittime della guerra.

Ecco perché consigliamo ai nostri lettori di scaricare (gratuitamente) dal sito di Sbilanciamoci l’ebook: “I pacifisti e l’Ucraina” in cui si dà ospitalità a tante voci e punti di vista, cercando di ricostruire le cause di questo conflitto e di proporre i modi per uscirne: non per vincere la guerra, ma vincere la pace.

  • Giulio Marcon

    Portavoce della campagna Sbilanciamoci!, è stato negli anni '90 portavoce dell'Associazione per la pace e Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà. È stato deputato indipendente di SEL nella XVII legislatura, facendo parte della Commissione Bilancio. Tra i suoi libri: (con Giuliano Battiston), La sinistra che verrà (minimum fax 2018) e (con Mario Pianta), Sbilanciamo l'economia (Laterza 2013)

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    Diesel Euro 5, il blitz della lega contro il blocco che sarebbe scattato a fine anno: rimandato al 2026, riguarderà solo le grandi città

    La Lega ha ottenuto il rinvio dell’entrata in vigore del blocco alle auto diesel euro 5. Con un emedamento al decreto infrastrutture è stata rimandata di un anno l’entrata in vigore del provvedimento, che era stato approvato dal governo in recepimento di una direttiva europea. Il blocco agi diesel più inquinanti scatterà a questo punto solo alla fine del 2026: e non riguarderà tutte le città oltre i 30mila abitanti ma sarà applicato solo alle grandi città di oltre 100mila. La Lega e Salvini in queste ore rivendicano questo come “un atto di buonsenso”. Una lettura diversa e opposta a quella che danno in queste ore le associazioni ambientaliste e molti osservatori. Ester Marchetti, direttrice del settore trasporto pulito di Transport and environment.

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    Per i lavoratori dei musei civici di Milano prima vittoria: 300 euro in più al mese e maggiori tutele

    I lavoratori e le lavoratrici dei musei civici milanesi hanno vinto la loro battaglia: ora saranno assunti con il contratto nazionale Federculture e non più quello Multiservizi. Significa, ad esempio, 300 euro al mese in più in busta paga e migliori tutele. I primi a beneficiare del cambio di contratto, dopo scioperi e proteste, saranno i lavoratori e le lavoratrici delle biglietterie. “Dopo due anni di lotta serrata all’interno dei Musei Civici di Milano arrivano le certezze sull’applicazione del CCNL Federculture nel primo appalto che va in scadenza, ovvero le biglietterie” spiega il sindacato USB Lavoro Privato che ha seguito la vertenza. “Dopo l’uscita del bando non solo con l’indicazione del Federculture, ma con anche tutte le altre garanzie fondamentali che abbiamo rivendicato con scioperi e in tutti gli incontri avuti con i consiglieri e con gli Assessori alla Cultura e al Bilancio, è stata data comunicazione ai lavoratori che quanto scritto nel bando troverà corrispondenza nel cambio appalto di settembre”. L’obbiettivo di sindacato e lavoratori è ora quello di cambiare il contratto in tutti gli altri bandi in scadenza, a partire da quello degli operatori di sala che scadrà a maggio 2026. Roberto Maggioni ha intervistato Elena Lott di USB Lavoro Privato.

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