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Vasco Brondi pubblica Paesaggio dopo la battaglia: è il nostro artista della settimana

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Vasco Brondi (sito ufficiale) è stato spesso e volentieri ospite delle frequenze, degli studi e dei palchi di Radio Popolare. In sua compagnia abbiamo raccontato Le Luci della Centrale Elettrica, fin dall’esordio, e ne abbiamo seguito l’evoluzione, fino alla scelta di concludere quell’esperienza.

Non per abbandonare la vocazione cantautorale, ma per abbracciare un nuovo capitolo del proprio percorso, in cui scrivere e pubblicare usando semplicemente il proprio nome e cognome e non un’insegna collettiva.

Vasco Brondi con Paesaggio dopo la battaglia pubblica il suo primo album dopo la fine delle “Luci”: «Per il mio primo disco in cui uso solamente il mio nome mi è venuto spontaneo bilanciare questa “solitudine” circondandomi di altri musicisti, in questo disco c’è addirittura un’intera orchestra. E’ un disco che ho condiviso con molte persone, anche se esce a mio nome». E’ una delle molte cose che ci ha raccontato Brondi nell’intervista che abbiamo trasmesso all’interno della nostra trasmissione Jack: se volete riascoltare l’intera chiacchierata con lui, trovate il podcast a questo link (dal minuto 50.00).

In effetti gli ospiti che hanno collaborato alla realizzazione del disco sono tanti e di grande spessore: Taketo Gohara, Federico Dragogna, Angelo Trabace, Enrico Gabrielli, Alessandro Asso Stefana, Rodrigo D’Erasmo, Mauro Refosco, Daniel Plentz, Mirco Mariani, Gabriele Lazzarotti…e ancora altri.

La cosa che più ci ha colpito, ascoltando Paesaggio dopo la battaglia, è come faccia ascoltare un musicista maturo, completo, capace di mostrare diverse facce della propria scrittura, senza mai perdere in fluidità di ascolto, in omogeneità. E se con melodie e arrangiamenti Vasco Brondi spazia tra stili e approcci diversi, le sue parole sono invece la conferma di un talento straordinario: la capacità di disegnare paesaggi e di proiettare fotografie nella mente di chi lo ascolta resta una dote unica di questo cantautore.

Come avrete capito, Vasco Brondi è il nostro nuovo artista della settimana: lo ascolteremo con le sue nuove canzoni per i prossimi giorni e domenica 16 maggio, dalle 16 alle 16.30, trasmetteremo una nuova versione, con una serie di passaggi inediti, della nostra intervista con lui.

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  • Autore articolo
    Niccolò Vecchia
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    Siamo di nuovo qui con voi e, nostro malgrado, dobbiamo ripartire dalla Lagarde. Ieri il Consiglio Direttivo ha assunto decisioni già preventivate, ma ha profondamente deluso osservatori e analisti perché non ha fornito alcuna indicazione sul futuro. Non a caso, oggi Renato Masciandaro, professore di economia della Bocconi e un po' il prof. Di Stefano del Sole, ha pesantemente criticato la presidente della BCE. Questo è diametralmente opposto al commento di Federico Dubini sul Corriere, che non solo giustifica le incertezze e i continui tentennamenti della Lagarde, ma traccia anche un bilancio positivo dall'inizio del suo incarico cinque anni fa. La Lagarde ha dovuto commentare il piano Draghi e lo ha fatto con una scelta linguistica che non mancherà di far discutere. Forse non è un caso che proprio ieri a Milano ci sia stata la prima uscita pubblica del predecessore all'Eurotower dopo il lancio del piano. Draghi non si è tirato indietro e ha colto l'occasione per criticare l'incostituzionalità delle retribuzioni penalizzanti per le donne. Qualche timida apertura sul debito comune per finanziare gli investimenti sta arrivando. Comunque, anche la BCE ha tagliato le stime economiche (limatura dello 0,1%), ma il quadro economico rimane molto critico. In questo contesto, c'è tutto il nodo della manovra economica italiana e la presentazione del piano strutturale di bilancio, che avrebbe dovuto essere trasmesso a Bruxelles il 20 settembre. In seguito, i criteri ESG sembrano ormai superati. Forse non sarà così, ma sicuramente i grandi della finanza hanno innestato la retromarcia. La lobby fossile ha messo in campo risorse infinite ed è riuscita, almeno per ora, a far invertire la rotta strategica. Il caso più emblematico è quello di BlackRock, ma sono decine gli annunci di fondi che stanno rivedendo le loro strategie, mentre i big del fossile fanno incetta di aziende. L'annuncio più clamoroso di questa settimana è quello dell'emiratina ADNOC, che ha fatto un'offerta per acquistare Covestro, lo spin-off del colosso chimico tedesco BASF, specializzato nella produzione e commercializzazione di polimeri plastici. Alla sbarra, comunque, le compagnie oil & gas sono coinvolte in cause promosse dagli attivisti del clima. Sono complessivamente 86 i procedimenti giudiziari aperti. Intanto, l'Italia gioca con il nucleare al punto da pensare a un player nazionale, una sorta di azienda di stato formata da Enel, Ansaldo Nucleare e Newcleo, la start-up torinese finanziata dalla Compagnia di San Paolo e già in partnership con Saipem, il gruppo controllato da Eni, tradizionalmente impegnato nelle infrastrutture per il comparto petrolifero. Auto cinesi e scontro sui dazi: i numeri sono impietosi. BYD ha venduto a livello globale 350.000 veicoli elettrici, con una crescita significativa.

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