The Smile – Wall of eyes: è uscito solo da una manciata di giorni, a inizio 2024, ma per molti (sì, anche per chi scrive) il secondo album dei The Smile (sito ufficiale) è già uno dei dischi dell’anno. Ed è difficile non farsi prendere da un istintivo e immediato entusiasmo per il nuovo lavoro di Thom Yorke e Johnny Greenwood – quindi le due colonne portanti di quel monumento di band che sono i Radiohead – e Tom Skinner, uno dei più talentuosi ed eclettici batteristi del mondo. Un dream team che raccoglie i frutti del proprio incontro.
E pensare che questa band, agli inizi, doveva essere per gli stessi protagonisti solo un passatempo da lockdown. Il primo album “A Light for Attracting Attention” è arrivato in modo quasi improvviso, dimostrandosi fin dai primi ascolti come la cosa più vicina ai migliori Radiohead da…diversi dischi a questa parte. Le chitarre, le distorsioni di “You Will Never Work In Television Again”, le melodie sussurrate e travolgenti di “Free In The Knowledge”, la dolcezza inquietante di “Pana-vision”. E poi i concerti, tesi e fluidi, a dimostrare una sintonia rara.
Così “Wall of eyes” arriva sull’onda di questa unione così riuscita, due anni dopo, raccontando di un gruppo di musicisti che, una volta finito il tour, non hanno esitato a ritrovarsi in studio per continuare a essere i The Smile.
Diventandolo ancora di più: la cosa più interessante e affascinante di questo nuovo album è la sensazione che tutti e tre, insieme e ognuno per conto proprio, si siano trovati nella condizione di spingersi oltre, per esserci più intensamente e in modo più personale. Partendo dal meno conosciuto dal grande pubblico (che non è detto sia il meno talentuoso…), da Tom Skinner, che in queste nuove canzoni mette in pratica la sua bravura tecnica, la sua vasta cultura musicale e la sua sensibilità ritmica, creando intrecci complessi e trascinanti.
Greenwood e Yorke si intendono a meraviglia da più di 30 anni, ma in queste nuove canzoni trovano il modo per fare qualcosa che suona nuovo, inedito. L’esperienza del chitarrista con la composizione della colonne sonore si coglie in più di un brano, anche grazie all’uso intelligente, misurato, degli arrangiamenti orchestrali. La voce di Yorke, che conosciamo pressoché in ogni sua sfumatura, riesce invece a manifestarsi con un calore intimo, in certi passaggi quasi confidenziale, come mai prima.
“Wall of eyes” è un disco impeccabile, che continua a crescere anche dopo molti ascolti. I The Smile non potevano che essere i nostri artisti della settimana: le loro canzoni ci accompagneranno per sette giorni (e sette giorni in cui il nostro gusto musicale verrà messo a dura prova dalla maratona sanremese…), mentre domenica 11 febbraio, dalle 18.30 alle 19, dedicheremo uno speciale al trio Yorke-Greenwood-Skinner.
Intanto, qui sotto, il bellissimo video di “Friend of a friend”: un cortometraggio di Paul Thomas Anderson di grande impatto, nella sua apparente semplicità. In cui quell’incipit, “I can go anywhere that I want”, sembra rappresentare perfettamente lo spirito con cui i The Smile si sono materializzati: tre grandi musicisti che si sono sentiti liberi di andare dove volevano.
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