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L'Ambrosiano

Dalla Chiesa, Sciascia, Jannacci, Fellini: «Perché ci vuole orecchio»

A vedere Dalla Chiesa in tv provo sentimenti opposti: siam stati bravi a cavarcela negli Anni 70; quante domande inevase, però: le paghiamo ancor’oggi. Un moto di sollievo (non ottimismo), un altro di preoccupazione crescente. L’asticella dell’impegno per salvare la Repubblica s’è alzata, tra nodi irrisolti, inadeguatezze di chi dovrebbe far fronte, rappresentatività insufficiente di quelli cui toccherebbe far rispettare persone, diritti, bisogni. È frustrante rimpiangere strumenti quali partiti, sindacati, cultura dei valori e avvilente star dietro alle pochezze di chi giganteggia tra nani in stanze del potere, talk show, social spesi come il «detto fatto» delle fiabe. Scontenti, delusi, smarriti, increduli, irriducibili d’ogni speranza di riforma dovremmo aver l’umiltà di fidarci l’uno dell’altro («Siamo uomini o caporali?»: grazie ancora Totò!) e darci due mete: luoghi per ritrovarci e metodo di lavoro. Nel Nostro Generale su Rai 1 c’è un passaggio istruttivo. Nando dice al padre che farà la tesi sulla mafia; Dalla Chiesa non ha una reazione entusiasta; poi scartabella nella biblioteca e sveglia il figlio con una bibliografia sulla mafia: Sciascia in testa; letteratura e poesia prima di sociologia e specialisti d’ogni “anti”. La meta dei luoghi è a portata di mano: dal virtuale (in dosi omeopatiche) al fisico/personale (da rilanciare). Jannacci ispira: «Perché ci vuole orecchio». C’è da reimparare gusto e armonia tra voci e suoni diversi; riconoscere le stonature (incompatibili sono democrazia parlamentare, autonomia differenziata, presidenzialismo); diffidare degli assolo (partite Iva, autonomi); insospettirsi di toccate e fughe (io sono Giorgia, “peggio per gli altri”); esser loggionisti (i “cambiam, cambiam, sì, sì, cambiam, cambiam” del Pd: stucchevoli!). In un bel film, ai tempi rifiutato proprio da sinistra, Fellini rappresentò cosa vuol dire una Prova d’orchestra in cui ognuno va per conto suo. Non s’accorsero i musicisti che loro litigavano e l’immobiliare abbatteva i muri dell’auditorium. Il teatro della politica è sopravvivenza civile, pur sgarrupato. Ci vuole orecchio per riconoscere gli scricchiolii, non essere travolti, esercitarsi a suonare un’altra musica, affinare l’udito: insieme.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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Tra Buddha e Jimi Hendrix

Io, genoano innamorato di Gianluca Vialli e mai pentito…

A Genova la rivalità calcistica fra le due squadre cittadine è davvero forte, per non dire fortissima. La passione “esagerata” delle tifoserie rende il derby sotto la lanterna uno dei più spettacolari e sentiti al mondo. La cosa confortante é che, solitamente, la partita é una vera festa dove non si va oltre gli immancabili sfottò, con rari se non rarissimi episodi di violenza. Ciò premesso, lo ripeto, la rivalità é molto forte. I giocatori ed ex giocatori della Samp che hanno “fatto male” al Genoa sono odiatissimi da noi rossoblu, e viceversa. A nessun genoano stanno simpatici Mancini, Quagliarella oppure Audero. Giocoforza, nessun sampdoriano tollera nomi come Branco, Milito o Boselli.
Ed era così anche quando ero un sedicenne in bomber blu e sciarpa del vecchio balordo che ogni domenica andava con gli amici allo stadio, rigorosamente in gradinata nord. Uno tra tanti, uno come tanti. Eppure c’era qualcosa di diverso in me, un oscuro segreto, quasi una lettera scarlatta, che mi rendeva differente da tutti gli altri tifosi rossoblu che con i loro cori animavamo il Ferraris: ero un fan di Gianluca Vialli! Lo so, sembra pazzesco e difficile da credere, considerando che insieme a Mancini, Gianluca fu uno dei principali artefici di una delle più grandi sciagure successe al popolo genoano dal dopoguerra ad oggi: lo scudetto, fortunatamente rimasto unico e solo, della Sampdoria di Paolo Mantovani.
Ma neanche questo riuscì a spegnere la mia grande passione per il centravanti blucerchiato. Gianluca per me era un esempio, il prototipo del calciatore evoluto che sapeva uscire fuori dagli schemi irregimentati di un mondo del pallone banale e sempre prevedibile, in particolare nella comunicazione. Gianluca era arguto, posato ma sapeva colorire le interviste con battute sagaci, rispettoso degli avversari e, soprattutto, a differenza del calciatore medio che non riusciva a mettere insieme quattro parole in croce, sapeva parlare, riflettere, trasmettere messaggi che andavano oltre le classiche frasi tipo “potevamo vincere, potevamo perdere, abbiamo pareggiato”. Oppure la più sconfortante “mi metto a disposizione del mister”.
Negli anni sampdoriani ogni tanto lo si beccava per Genova con il giubbotto blu degli Ultras – altra cosa che invidiavo agli amici doriani di quegli anni, quel maledetto giubbotto era bellissimo – e qualche bella ragazza sottobraccio.
E poi gli anni alla Juventus, i tanti trofei, il periodo inglese col Chelsea, la seconda vita iniziata al termine della carriera calcistica, che lo ha visto imprenditore, consulente, filantropo, commentatore tv, scrittore, fino al recente incarico di capo delegazione della nazionale campione d’Europa a fianco dell’amico Mancini. Sempre elegante, sempre sagace, sempre Vialli. Un uomo capace di ispirare. Come ispirante é stato il modo con cui ha affrontato la maledetta malattia, un passeggero oscuro che nessuno vorrebbe mai a bordo. Gianluca ha vissuto il male con coraggio, profondità, da uomo evoluto, da uomo risolto.
Una cosapevolezza che aveva ribadito a margine di una bella intervista realizzata qualche mese fa con Alessandro Cattelan per la serie targata Netflix di quest’ultimo. Parole che avevano fatto riflettere e commuovere.
“Non so quanto vivrò. Se per esempio muori all’improvviso di notte, tante cose rimangono incompiute. Oggi so che ho il dovere di di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie perché non so quanto vivrò…”
E ha aggiunto: “La malattia non è esclusivamente sofferenza. Ci sono dei momenti bellissimi. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, ti può spingere anche più in là rispetto al modo anche superficiale in cui viviamo la nostra vita. La considero anche un’opportunità. Non ti dico che arrivo fino a essere grato nei confronti del cancro, però non la considero una battaglia. L’ho detto più volte. Se mi mettessi a fare la battaglia col cancro ne uscirei distrutto. Lo considero una fase della mia vita, un compagno di viaggio, che spero prima o poi si stanchi e mi dica “Ok, ti ho temprato. Ti ho permesso di fare un percorso, adesso sei pronto”.
Oggi che Gianluca se n’è andato quel segreto amore adolescenziale batte ancor più forte nel cuore del papà quarantasettenne che sono diventato oggi. Nella mia testa risuona forte l’urlo dei cugini blucerchiati quando lui scendeva in campo: “Luca Vialli, Luca Vialli, Luca Vialli alé alé noi ti amiamo e ti adoriamo tu sei meglio di Pelé”.
Che la terra ti sia lieve, Gianluca, un forte abbraccio da un amico genoano che ti ha sempre amato e, di questo, non si é mai pentito…

  • Federico Traversa

    Genova 1975, si occupa da anni di musica e questioni spirituali. Ha scritto libri e collaborato con molti volti noti della controcultura – Tonino Carotone, Africa Unite, Manu Chao, Ky-Many Marley – senza mai tralasciare le tematiche di quelli che stanno laggiù in fondo alla fila. La sua svolta come uomo e come scrittore è avvenuta grazie all'incontro con il noto prete genovese Don Andrea Gallo, con cui ha firmato due libri di successo. È autore inoltre autore di “Intervista col Buddha”, un manuale (semi) serio sul raggiungimento della serenità mentale grazie all’applicazione psicologica del messaggio primitivo del Buddha. Saltuariamente collabora con la rivista Classic Rock Italia e dal 2017 conduce, sulle frequenze di Radio Popolare Network (insieme a Episch Porzioni), la fortunata trasmissione “Rock is Dead”, da cui è stato tratto l’omonimo libro.

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L'Ambrosiano

Parole scelte e pensate con sentimento: mini decalogo per anno iniziante

In risposta all’ultimo blog una lettrice mi ha mandato una poesia della Merini. Riporto i primi versi: «Io non ho bisogno di denaro. / Ho bisogno di sentimenti, / di parole, di parole scelte sapientemente». L’attualità dei primi giorni ne suggerisce dieci. 1. Ambiente. È brutto, magari controproducente imbrattare il Senato, ma il “bla bla bla” di Greta investe il Parlamento; gli eletti che si straccian le vesti sanno che le Camere furon profanate da dentro: cappi della Lega; monetine; insulti al Governo dall’allora opposizione (a Prodi “mortadella”) che ora governa. 2. Giustizia. La Costituzione prevede si paghino le tasse in base alla “capacità contributiva” non alla flat tax. L’ha ricordato Mattarella; Meloni e Salvini fan spallucce. Aspettiamo la Corte Costituzionale. 3. Lavoro. Anche di questo ha parlato Mattarella. Contiamo su un’opposizione che pensi a diritti e sicurezza dei lavoratori, non alle bandierine. 4. Maestri. La partecipazione popolare alla morte di Ratzinger ricorda il bisogno di punti di riferimento; chi cerca di demolire Francesco attraverso le onoranze al precessore vuol delegittimare la necessità di personalità credibili (non riuscirà!). 5. Memoria. Per Meloni il Msi ha fatto parte del gioco democratico per anni: è vero; la Resistenza ha conquistato la libertà anche per gli ex fascisti; contestare La Russa & C. per le celebrazioni della Fiamma è temere una deriva autocratica di Palazzo Chigi oggi: attacco alle Ong; Autonomia differenziata; Presidenzialismo; condoni. 6. Pace. La rassegnazione verso la guerra in Ucraina è un pessimo segnale; si attivi un soggetto terzo: le Città Europee ad esempio; doveroso temere le esibizioni sulla spianata delle Moschee di ultraortodossi. 7. Politica. Il voto in Lazio e Lombardia la stan riproponendo: crederci è l’inizio. 8. Sanità. Tornerà a imporsi; non aspettiamo il sequel Covid 2 la vendetta. 9. Scuola. Si cerca di ridurla ai cellulari in classe, ma i giovani preparan sorprese: tocca loro. 10. Sinistra. Il Congresso Pd evoca gesti apotropaici. Se un’era è finita, qualcosa nasce. Levatrice del nuovo è il sentimento di Alda Merini. Con quello anche a sinistra si può immaginare un rilancio. Forza della poesia, forza di donna!

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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Mia cara Olympe

L’anno nuovo e il magico potere delle conversazioni

Davanti all’ enorme che ci sovrasta e ci azzittisce –  la guerra, il pianeta forse irrimediabilmente malato,  l’abisso delle ingiustizie, la persecuzione delle donne ed è Afghanistan, è Iran e non solo – pare difficile formulare desideri ed auspici per l’anno che si apre.
Io però uno ce l’ho; è di quelli meno visibili ma che che ricamano fittamente la trama delle vite. Vorrei conservare  e moltiplicare il magico potere delle piccole conversazioni, delle chiacchiere insomma. Quelle che nascono casuali e poi mostrano di avere gambe robuste e crescono e camminano fino a diventare ben altro e di più, ma anche quelle che semplicemente illuminano le giornate, aprono sprazzi di allegria, di ironia, di affetto o condivisione.
Di quest’anno che se n’è andato ricorderò, per esempio, che da una chiacchiera su Facebook innescata dalla mia amica  – e giornalista – Gabriella Saba è nata una bella storia di Natale. Raccontava dispiaciuta  Gabriella del tassista Miguel che l’ha portata in giro quando era in Perù per lavoro e che era afflitto dall’impossibilità di curare la giovane moglie colpita da un aggressivo cancro al seno: lunghe attese nell’unico centro oncologico pubblico, troppo cara per le sue povere finanze la sanità privata. È nato così un torrentello di solidarietà che è diventato un fiume e ha raggiunto l’obiettivo di pagare le cure a quella giovane donna in quel di Lima, nonché di ricordarci quanto sia prezioso il, seppur disastrato, servizio sanitario nazionale. All’opposto – nel senso della scala delle cose – ricorderò anche il piacere, condiviso con mia figlia, di una chiacchiera casuale e lieve con una libraia di Parigi che conosceva molto bene e ovviamente Annie Ernaux ma anche, e sorprendentemente, le nuove scrittrici italiane che noi leggiamo e apprezziamo. Ricorderò il lungo conversare con le mie amiche che ha prodotto la postfazione di un librino – quella sull’esperienza femminista di Usciamo al silenzio – cui tenevamo molto, ma che ha anche riacceso tra noi la voglia di confrontarci sulle questioni di ieri che  riguardano la vita delle donne e che valgono ancora oggi. E, certo, terrò care – sono state fondamentali – le più intime conversazioni con le persone che fanno il mio mondo di affetti in un anno che ha aumentato le assenze della mia vita, ma che spero abbia rafforzato i legami.
Scrive Ripellino in una poesia che mi tiene compagnia da molti anni e che non sono mai riuscita a pensare triste nonostante parli di una perdita:

Dove ci incontreremo dopo la morte?
Dove andremo a passeggio?
E il nostro consueto giretto serale?
E i rammarichi per i capricci dei figli?
Dove trovarti, quando avrò desiderio di te, dei tuoi occhi smeraldi,
quando avrò bisogno delle tue parole?

Ecco, un buon augurio per l’anno che oggi comincia mi sembra questo: non perdere il bisogno delle parole degli altri, la gioia delle piccole conversazioni  – le donne lo sanno e lo fanno benissimo da sempre – e la fiducia nel loro potere di trasformare, anche solo per un attimo, il nostro mondo.

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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L'Ambrosiano

Dalle bombe di Londra a Kiev: un 2023 di Amore, Chiamata, Esplorazione

Finisce l’annus horribilis con i missili di Putin, i patiboli di Teheran, la finanziaria che premia chi evade e penalizza Sanità, Scuola, Comuni; il 2023 comincia e un augurio di speranza ragionevolmente lo possiamo fare. Dà le parole T. S. Eliot; le pubblicò nel 1942, Londra sotto le bombe naziste: «Con la forza di questo Amore e la voce di questa Chiamata / noi non cesseremo l’esplorazione / e la fine di tutto il nostro esplorare / sarà giungere là dove partimmo / e conoscere il luogo per la prima volta».
C’è, ci sarà Amore per vita, persona singola, umanità, libertà, diritti: non crederci è incoraggiare pasdaran, talebani negatori di donne, trafficanti libici, odiatori delle Ong (sfogano sui poveri l’infelicità della loro pochezza), caporali, corruttori in Europa e nostrani. C’è e dà forza la Chiamata, una volta detta “vocazione” (roba non solo di preti: è scegliere una professione, metter su famiglia, vivere l’impresa d’essere genitore, insegnare, occuparsi degli altri): non crederci è rinunciare a SSN, bene comune in politica e amministrazione pubblica; a creare strutture d’accoglienza, curare i diritti di donne, minori, anziani; a lavorare per la Pace, far cultura nei luoghi deputati e in periferie, carceri, ritrovi giovanili; a far giornalismo onesto e documentato perché i cittadini siano informati e consapevoli nelle scelte.
L’esplorazione è l’attitudine che abbiamo innata, ci fa vivere, provare, osare; se non ci si lascia andare all’istinto di mettere il naso fuori di casa, si dà fiato a derive depressive, frustrazioni, sirene del disincanto e disamore, accomodamenti del chi me lo fa fare, ripiegamenti, ritiro entro i recinti di clan, appartenenze, convenienze. «Là dove partimmo», Eliot riporta all’interiorità: di lì si prende il largo, lì si torna, per ripartire. È il cuore: pensare, sentire, di nuovo Amare; fuori dall’indifferenza, si è fratelli. Nel viaggio interiore si è tutti sulla barca: “Ci si salva insieme”. Ratzinger, Papa che si spegne, disse «Non appartengo al vecchio mondo, ma quello nuovo in realtà non è ancora in incominciato». Ora è 2023. Amore, chiamata, esplorazione fanno sperare. Esempio: Mahsa Amini non è morta invano, quando “Donna, vita, libertà” va oltre Teheran.

  • Marco Garzonio

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    Considera l’armadillo - 16-09-2025

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    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: il regista Gianfranco Rosi sul suo film "Sotto le nuvole"; Emanuela De Rocco introduce il movimento "La scuola per la Palestina" e le future iniziative; Flavio Parisi sul suo libro "Tokyo è una grande cucina" (UTET); la rubrica ExtraCult a cura di Chawki Senouci...

    Cult - 16-09-2025

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    Pubblica di martedì 16/09/2025

    Pubblica ha ospitato il giurista Luigi Ferrajoli, allievo di Norberto Bobbio. Ferrajoli è professore emerito di filosofia del diritto all’Università Roma Tre. Tra i suoi libri, due titoli legati al progetto di costituzione planetaria che ha elaborato negli ultimi anni: si tratta di “Progettare il futuro. Per un costituzionalismo globale” (Feltrinelli 2025), e “Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio” (Feltrinelli 2022). Come si ricostruisce la sovranità del diritto internazionale fatta a pezzi dai vari Netanyahu, Putin e Trump? Ferrajoli ha già risposto da tempo a questo interrogativo, da quando ha proposto una "Costituzione della Terra", una costituzione che contiene diritti e principi fondamentali validi per tutti gli abitanti del pianeta e con l’indicazione di espliciti strumenti per realizzarli.

    Pubblica - 16-09-2025

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    Speciale Freedom Flotilla - 16/09/2025 - ore 10:36

    Omaggio ai pionieri della Freedom Flotilla, sorella maggiore della Global Sumud Flotilla, pionieri tra i quali c'era Vittorio Arrigoni, riusciti nel 2008 ad arrivare a Gaza via mare. Materiale del nostro archivio raccolto e montato da Virginia Platini. Buon ascolto!

    Gli speciali - 16-09-2025

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    GIANLUCA GRIMALDA - A FUOCO!

    GIANLUCA GRIMALDA - A FUOCO! - presentato da Marianna Usuelli

    Note dell’autore - 16-09-2025

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    MILANO, VENDITA DELLO STADIO: TEMPI SUPPLEMENTARI?

    Stringono i tempi nella procedura di vendita dello stadio Meazza. Nel giro di pochi giorni è prevista la delibera di Giunta e il voto in Consiglio comunale per autizzarla. In una procedura che sembra quasi gia scritta, nelle ultime ore appare qualche fatto nuovo: un'assemblea molto partecipata a Milano, una proposta per prendere più tempo, il ritorno alla carica di chi chiede un referendum per decidere. In zona Cesarini potrebbero decideresi i tempi supplementari? Ospiti: Roberto Maggioni, redazione locale di RP; Franco D'Alfonso, Centro Caldara di Milano, estensore della proposta; Gabriele Mariani, Comitato Referendum per San Siro; Bruno Ceccarelli, Pd Milano, Commissione urbanistica; Lia Quartapelle, parlamentare Pd. In studio Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 16-09-2025

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    Caso Kirk: "Il Governo vuole creare un clima di paura" dice Benedetta Tobagi

    “Quelle che arrivano dalla maggioranza sono delle sciocchezze, che sarebbero grottesche se non fossero pericolose perché tradiscono una chiara volontà di creare un clima di paura e di allarme, criminalizzando tutta la galassia dell’opposizione”. Così Benedetta Tobagi, intervistata da Luigi Ambrosio all'Orizzonte delle Venti, sui reiterati attacchi del Governo alle opposizioni accusate di fomentare la violenza. “Anche per ciò che porto nel mio nome, l’Italia ha nella sua storia una sinistra antifascista e democratica che non è mai stata violenta. Figure come mio padre e Aldo Moro sono state colpite addirittura dal terrorismo di sinistra. Questa è la storia che vergognosamente Meloni, Tajani e Salvini non riconoscono e che, invece, deve essere la nostra forza”.

    Clip - 16-09-2025

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    Presto Presto - Interviste e Analisi di martedì 16/09/2025

    In diretta dall'Ucraina Sabato Angieri ci racconta delle profonde differenze che ormai segnano il paese tra territori in guerra e retrovie, di chi non vuole andarsene nonostante la guerra abbia distrutto spazi e vite e di come il fronte insista da due anni sugli stessi campi. Gianpaolo Scarante, docente all'Università di Padova ed ex-diplomatico analizza lo scontro verbale tra Russia e Nato e invoca il ritorno della ragione per evitare una escalation dei fatti. Emanuele Valenti ci aggiorna sull'entrata dei carri armati a Gaza City dopo giorni di bombardamenti mirati a distruggere tutti i palazzi principali della città per forzare la popolazione ad andarsene. Ma la popolazione non ha nessun posto dove andare. E anche chi avrebbe un visto di studio in Italia non riesce a uscire dall'inferno della Striscia lo raccontano le voci di alcuni degli studenti palestinesi che hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane. Molti di loro hanno diffuso appelli sui social per chiedere di fare pressione sulle autorità italiane affinché organizzino la loro evacuazione immediata. Sentiamo le loro voci e ci spiega come stanno, chi sono e perché non si riesce ad aprire un corridoio umanitario per loro Stefano Simonetta, Prorettore ai Servizi agli Studenti e al Diritto allo Studio della Università Statale di Milano.

    Presto Presto – Interviste e analisi - 16-09-2025

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    Rassegna stampa internazionale di martedì 16/09/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 16-09-2025

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    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di martedì 16/09/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 16-09-2025

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