Approfondimenti

Continua lo sciopero della fame di Alfredo Cospito, la figuraccia del governo sul prezzo della benzina e le altre notizie della giornata

Cospito: 'cantano le pistole,Alfredo libero', scritta a Torino

Il racconto della giornata di martedì 10 gennaio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Alfredo Cospito non ha intenzione di interrompere lo sciopero della fame. L’aumento del prezzo della benzina non è dovuto a speculazione. Nelle ultime ore il fuoco russo si è concentrato sulla cittadina di Soledar, a 10km da Bakhmut che al momento è il principale obiettivo di Mosca. I conti bancari intestati a Bolsonaro potrebbero essere bloccati. Nel 2022 la concentrazione media dell’anidride carbonica nell’atmosfera è stata la più alta mai registrata. Entro 30 giorni arriverà la decisione del tribunale di Milano sul caso di Simone Ficicchia. Ci ha lasciati Bruno Giorgini, nostro storico corrispondente da Parigi e padre di Francesco, il nostro collaboratore dalla capitale francese

Alfredo Cospito è disposto a morire purché si apra un dibattito sul 41 bis

(di Mattia Guastafierro)

Alfredo Cospito non ha intenzione di interrompere lo sciopero della fame. “Intende proseguire fino alla morte, affinché si apra un dibattito sul 41 bis”.
Lo dice a Radio Popolare il garante nazionale dei diritti dei detenuti, Mauro Palma, che oggi ha visitato nel carcere di Sassari il militante anarchico. Cospito è detenuto in isolamento per aver compiuto nel 2006 un attentato alla scuola allievi carabinieri di Fossano, nel Cuneese, che non provocò né morti né feriti.
Da più di 80 giorni sta facendo lo sciopero della fame contro il regime di carcere duro a cui è sottoposto. A Firenze oggi c’è stata una manifestazione di solidarietà in suo sostegno. Due persone hanno appeso alla facciata di Palazzo Vecchio uno striscione con scritto il “41 bis uccide, Stato assassino”. Per lui nei giorni scorsi si era fatto avanti anche un gruppo di giuristi e intellettuali.
Le condizioni di Cospito sono oggi stabili, ma restano comunque precarie. “Ha perso più di 30 chili”, dice Mauro Palma ai microfoni di Mattia Guastafierro.

La figuraccia politica del governo sul prezzo della benzina

(di Paolo Maranzano e Massimo Alberti)

Se fosse un film giallo, si direbbe che il governo “brancola nel buio”. Un nuovo intervento sulle accise significherebbe ammettere di aver sbagliato; un rafforzamento dei controlli dei prezzi e dei poteri della finanza sulle pompe, in nome della presunta lotta alla speculazione, vorrebbe dire perseguire una strada che non porterà ad abbassare i prezzi. Che in tanti ne abbiano approfittato è palese, ma gli stessi dati del ministero dicono che l’aumento post fine sconto è in media con le accise ripristinate, indicando così chiaramente chi è responsabile degli aumenti.

Andiamo a vedere perché.

Il prezzo lordo alla pompa di benzina, gasolio e GPL è dato dalla somma di tre componenti [1]:

1) Prezzo del carburante al netto delle imposte (che deve coprire una quota denominata Platt’s raffinati, ossia il costo che il distributore deve pagare alla compagnia fornitrice, e il ricavo o margine industriale [2], ossia il ricavo lordo dei distributori e dei benzinai, che a sua volta deve remunerare i costi gestione e i lavoratori)

2) Accisa (quota fissa al litro)

3) IVA al 22% (calcolata sulla somma di prezzo netto e accisa).

Fatto 100% il prezzo lordo alla pompa (sia benzina che gasolio), le imposte (accise + IVA) pesano circa per il 53-57%, mentre il prezzo netto è tra il 43 e il 47% [3]. [CONTINUA A LEGGERE]

Non si ferma la battaglia per Bakhmut

(di Martina Stefanoni)

In ucraina continua la battaglia per conquistare Bakhmut, al momento il principale obiettivo di Mosca. Il fuoco russo nelle ultime ore si è concentrato soprattutto sulla cittadina di Soledar, a 10km da Bakhmut.
Il capo del Gruppo orientale delle Forze Armate ucraine ha detto che solo durante la giornata di oggi, Soledar e i suoi dintorni sono stati colpiti da 86 attacchi russi. Secondo l’intelligence britannica la cittadina sarebbe ora quasi interamente sotto controllo russo, anche se lo stesso fondatore del gruppo Wagner, Prigozhin ha detto che “Gli ucraini stanno difendendo Soledar con onore”.
Intanto gli stati uniti hanno confermato che i militari ucraini inizieranno la prossima settimana un addestramento in Okhlaoma che durerà diversi mesi sui missili terra aria patriot. Una richiesta fatta dallo stesso Zelensky a dicembre durante la sua visita a washington. Dalla Russia invece arriva la notizia di un altro cambio tra la leadership militare. La notizia è stata diffusa dall’agenzia russa Tass, anche se il cremlino per il momento non ha né confermato né smentito. Secondo l’agenzia, il generale Alexander Lapin sarebbe stato nominato capo dello Stato Maggiore delle Forze di terra russe sostituendo il generale Oleg Salyukov. Una notizia che se confermata potrebbe sollevare critiche in Russia perché Lapin era stato sollevato dall’incarico di comandante del settore centrale a ottobre dopo il disastro di Kharkiv e criticato duramente dal capo della Wagner, Prigozhin, e dal dittatore ceceno Khadirov.

Il Brasile vuole bloccare i conti bancari intestati a Bolsonaro

La richiesta, ancora in attesa di approvazione, arriva dall’ufficio del pubblico ministero presso la Corte federale dei conti, e prevede il blocco anche per il governatore del Distretto Federale, già sospeso dall’incarico, e per l’ex responsabile per la Pubblica sicurezza di Brasilia, Anderson Torres, che fino al 31 dicembre era ministro per la giustizia del governo bolsonarista.

Lo stesso provvedimento potrebbe essere applicato anche a tutti i finanziatori dei bolsonaristi che domenica hanno assaltato le sedi delle principali istituzioni democratiche a Brasilia, e che, solo nel Congresso, hanno causato danni per un milione e 300mila dollari.
Sono già oltre 100 le aziende private identificate; si indaga anche sulla connivenza tra forze di polizia e sostenitori di Bolsonaro.

La concentrazione atmosferica di CO2 non è mai stata così alta

Nel 2022 la concentrazione media dell’anidride carbonica nell’atmosfera è stata la più alta mai registrata dai satelliti: 417 parti per milione; cresce anche la concentrazione media del metano.
Lo rivela il rapporto Global Climate Highlights 2022 di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea.
Secondo gli esperti si tratta del livello più alto da oltre 2 milioni di anni per l’anidride carbonica, e da oltre 800mila anni per il metano.
Entrambi i gas sono tra i principali responsabili del cambiamento climatico; il monitoraggio di Copernicus afferma che le loro concentrazioni atmosferiche continuano ad aumentare, senza segni di rallentamento.
Il rapporto conferma inoltre che l’estate del 2022 è stata la più calda mai registrata in Europa, e che l’anno appena concluso è il secondo più caldo della storia del continente;
il quinto nel mondo.

La giornata di trattative in vista delle primarie per la segreteria del Pd

(di Anna Bredice)

Un congresso che si avvicina alla fine senza essere in realtà mai iniziato, perlomeno nelle intenzioni che lo avevano motivato, subito dopo la sconfitta delle politiche e cioè di capirne le ragioni e decidere come e cosa cambiare. Di questo se ne sta parlando molto poco. Quasi tutto, ed era ampiamente prevedibile, si è concentrato sui nomi del successore di Letta, sono quattro i candidati e quanti appoggi per ognuno di loro trovare nel partito per potercela fare, nello stesso tempo assicurare e promettere di andare oltre le correnti, le stesse che però potranno determinare la vittoria o la sconfitta dei candidati. È la storia di un partito che si sta avvitando su sé stesso, anche in questa fase molto complicata, quando c’è da trovare la forza di opporsi al primo vero governo di destra e una unità tra le opposizioni. Ad oggi, la discussione che tiene banco è quella delle date e la direzione prevista per domani dovrà decidere questo: tenere le primarie finali, quelle tra i primi due candidati, subito dopo le regionali o, come chiedono molti, rinviarle ancora al 26 febbraio, dopo ben 5 mesi dalla sconfitta alle elezioni. Ci si chiede perché non si era pensato prima a questa coincidenza di date, se è una zavorra per i candidati regionali tirarsi dietro un partito fermo sempre allo stesso punto, che scende inesorabilmente nei sondaggi, oppure per il partito l’esigenza di staccarsi un po’ dalla paura di una sconfitta regionale, come quella che si teme nel Lazio. Altro tema è quello delle primarie: Elly Schlein ha chiesto che si tengano anche online, aprendole ancora di più, oltre alle file dei gazebo. Non è un mistero che la candidata outsider punti a vincere alle primarie di fine febbraio, quando voteranno i semplici votanti e non solo gli iscritti, anche i simpatizzanti, è tra loro che cerca il consenso più che nell’apparato del partito, che invece sostiene molto di più l’altro candidato Stefano Bonaccini, l’altra candidata Paola de Micheli vorrebbe che contassero di più nel peso dei voti gli iscritti al partito. Ultimo ad aggiungersi alla corsa alle primarie Gianni Cuperlo che cerca il consenso della sinistra del Pd. Temi che hanno a che fare con le regole e con il peso dei singoli dentro al partito democratico, più che con le battaglie, l’analisi di una sconfitta e a come riconquistare il consenso.

L’attivista per il clima Simone Ficicchia sarà “solo” sorvegliato semplice

(di Luca Parena)

Arriverà entro 30 giorni la decisione del tribunale di Milano sul caso di Simone Ficicchia, l’attivista per l’ambiente di Ultima generazione accusato dalla questura di Pavia di essere “socialmente pericoloso”.
Il pubblico ministero ha ridimensionato a sorveglianza semplice la richiesta iniziale di sorveglianza speciale, una misura che di solito limita la libertà di persone sospettate di legami con la mafia.

Non era mai successo che la sorveglianza speciale venisse anche solo ipotizzata per qualcuno che protesta contro emissioni inquinanti e combustibili fossili. È successo a Simone Ficicchia, 20 anni, attivista di Ultima generazione.
Di recente, ha partecipato a decine di azioni simboliche: si è seduto in mezzo alla strada sul raccordo anulare di Roma, si è incollato le mani al vetro di protezione della Primavera di Botticelli, ha lanciato vernice lavabile sulla facciata del teatro alla Scala alla “prima” dello scorso 7 dicembre. Nessuna violenza, nessuna aggressione, nessun danno materiale ancora visibile. Azioni per scuotere la politica e l’opinione pubblica: eventi climatici estremi, carestie, epidemie si moltiplicano e in Italia si parla di riaprire centrali a carbone, si trivella per estrarre gas. Ficicchia e il suo avvocato lo hanno spiegato questa mattina al tribunale di Milano, dove c’è stata la prima udienza per valutare la richiesta iniziale della questura di Pavia: decidere se assegnare la sorveglianza speciale a Ficicchia per la sua presunta “pericolosità sociale”.
Fuori dal palazzo di giustizia, un centinaio di attivisti e attiviste hanno organizzato un presidio di solidarietà: sui cartelli si leggeva “arrestate la crisi climatica, non gli attivisti”. L’uno con l’altro cercavano di farsi coraggio, di convincersi a non arretrare, in futuro, con la loro protesta. Negli stessi minuti, in tribunale, risuonavano frasi come “la sopravvivenza del pianeta è a rischio” e “stiamo andando verso l’estinzione”. Parole che forse non siamo ancora abituati a sentire, ma che sono entrate in un’aula di giustizia.

Ci ha lasciati il nostro collega e amico Bruno Giorgini

È mancato oggi a Bologna, dove era ricoverato da alcuni giorni, Bruno Giorgini, nostro storico corrispondente da Parigi e padre di Francesco, il nostro collaboratore dalla capitale francese.
Bruno, 76 anni, era stato militante di Lotta Continua ed era stato uno dei protagonisti del ’77 bolognese; poi la carriera universitaria lo aveva portato a insegnare fisica teorica a Parigi. Autore di diversi libri, nel 2021 aveva pubblicato “L’Adria. Storia di un amore partigiano”, dedicato all’esperienza della madre nella Resistenza.

Bruno Giorgini: la nostra finestra sulla modernità

(di Danilo De Biasio)

Bruno Giorgini è stato per lungo tempo una delle finestre sulla modernità a disposizione di Radio Popolare. Perché i nostri corrispondenti erano proprio delle antenne sensibili che portavano il mondo in radio. Uno sguardo global, prima della globalizzazione.

Bruno Giorgini abitava nella Parigi multiculturale degli anni ‘80 e guardava la vita scorrere, raccontandola con la pignoleria linguistica che può avere solo chi, come lui, studiava la fisica delle particelle. [CONTINUA A LEGGERE]

 

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