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Draghi ricorda la natura laica dello stato italiano, gli annunci dei primi licenziamenti dal 1° luglio e le altre notizie della giornata

Recovery Plan Draghi

Il racconto della giornata di mercoledì 23 giugno 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Dopo una giornata di attesa, il presidente del Consiglio Mario Draghi, si è espresso sulla richiesta di modifiche al Ddl Zan da parte del Vaticano. Whirlpool inaugura la fine del blocco dei licenziamenti, altre imprese potrebbero seguirla presto. Solo a Milano sono 30mila i posti a rischio. È passato un mese della strage del Mottarone e ancora ci si chiede come sia potuto accadere. Infine l’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia.

Draghi rompe il silenzio sulla richiesta del Vaticano di modificare il Ddl Zan

Dopo una giornata di attesa, il presidente del Consiglio Mario Draghi si è espresso sulla richiesta di modifiche al Ddl Zan da parte del Vaticano. A sollevare la questione in Senato è stato Alessandro Alfieri a nome del PD. Draghi ha ricordato la natura laica del nostro stato e la libertà di discussione del Parlamento su qualsiasi argomento. Il presidente del Consiglio ha sottolineato la pertinenza parlamentare della questione, sollevando qualche perplessità tra i commentatori:


 

Il blocco dei licenziamenti è già finito

(di Massimo Alberti)

La multinazionale Whirpool è la prima ad aprire le danze sul blocco dei licenziamenti, annunciando che dal primo luglio lascerà a casa i 350 lavoratori di Napoli, cui se ne sommeranno altrettanti per l’indotto. Era uno degli 85 tavoli di crisi ancora aperti al Ministero dello Sviluppo Economico, oltre 50mila in tutto i lavoratori coinvolti, che presto potrebbero seguire i colleghi della multinazionale. Si tratta di crisi di lunga data, come quelle di Sangemini o Embraco, solo in parte nate durante la pandemia.
Il blocco dei licenziamenti scade a fine giugno per l’industria ed a fine ottobre per i servizi. [LEGGI L’ARTICOLO SUL SITO]

Un mese dopo la strage del Mottarone

(di Luca Parena)

Il 23 maggio scorso la piccola comunità di Stresa viene sconvolta dalla strage del Mottarone. Si spezza il cavo traente della funivia che collega il lido in riva al lago Maggiore alla vetta della montagna. Muoiono quattordici turisti, famiglie e giovani coppie. La cabina, precipitata a 1.200 metri di quota, è ancora lì dove si è fermata un mese fa, su un pendio nascosto tra le conifere. All’alba del 26 maggio, gli inquirenti fermano il gestore della funivia Luigi Nerini, il caposervizio Gabriele Tadini e il responsabile della sicurezza Enrico Perocchio. Tuttora restano gli unici tre indagati. Tadini ammette subito di aver manomesso il sistema di frenata d’emergenza. Un guasto mandava ripetutamente in blocco la funivia e non si voleva fermare l’impianto chiuso a lungo per il covid. Dice che anche i suoi superiori ne erano al corrente, loro negano. Per tutti la pm di Verbania Olimpia Bossi chiede la custodia cautelare in carcere, e impugna la decisione quando la giudice per le indagini preliminari Donatella Banci ordina la scarcerazione: non ci sono gravi indizi di colpevolezza, solo Tadini finisce agli arresti domiciliari. Non è che il primo momento di tensione tra i magistrati: il 7 giugno, il presidente del Tribunale toglie il fascicolo alla gip e lo assegna alla titolare Elena Ceriotti, esonerata fino a pochi giorni prima per smaltire lavoro arretrato. Montano i sospetti di decisione ad hoc, gli avvocati delle Camere penali insorgono, anche il Csm vuole vederci chiaro. Le indagini procedono parallele al caos: acquisiti documenti dalle aziende coinvolte nei controlli, sequestrati i dispositivi informatici che hanno registrato i segnali dell’impianto. Il prossimo 8 luglio ci sarà l’incidente probatorio tra le lamiere della cabina e sulla fune spezzata. È passato un mese e ancora ci si chiede come sia potuto accadere.

Il logo social della UEFA si tinge d’arcobaleno

I colori arcobaleno dell’antidiscriminazione allo stadio no, ma nel logo social sì. Dopo le polemiche la Uefa ha spiegato il motivo per cui ha respinto la proposta di proiettare all’Allianz Arena i colori arcobaleno durante la partita tra Germania e Ungheria di stasera: una proposta presentata dal sindaco di Monaco, dove si disputa il match, per dare un segnale antiomofobo al paese di Viktor Orban. La richiesta è politica, secondo la Uefa, che però ha scelto di usare i colori dell’arcobaleno per il suo logo: “è un simbolo che incarna i nostri valori fondamentali”, hanno detto dall’organizzazione. Intanto il presidente ungherese Orban ha detto che che non andrà allo stadio a vedere la partita.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    News della notte - 01-07-2025

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 01-07-2025

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    Poveri ma in ferie di martedì 01/07/2025

    quando le piante dei nostri balconi tirano un sospiro di sollievo, perché finalmente qualcuno che la sa lunga ci spiega come e quando bagnarle, come trattarle, reinvasarle, esporle al sole. Ospite della puntata Ambra Pagliari (pianteinveranda su Instagram). A seguire microfono aperto con tutti gli scempi da pollice nero di cui siete e siamo capaci. Con Vittoria Davalli e Alessandro Diegoli

    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    Almendra di martedì 01/07/2025

    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

    Almendra - 01-07-2025

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    Addio all’architetto Francesco Borella

    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Dodici Pollici del 1/7/25 - Enrico Gabrielli

    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

    A tempo di parola - 01-07-2025

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    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

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    Con Andrea Fabozzi (direttore del Manifesto), Luciano Fontana (direttore del Corriere della Sera) e Agnese Pini (direttrice di Quotidiano Nazionale). Coordina Lorenza Ghidini (direttrice di Radio Popolare).

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