Approfondimenti

Il doppio richiamo di Figliuolo alle Regioni, il fallimento del progetto Reithera e le altre notizie della giornata

generale figliuolo ANSA

Il racconto della giornata di martedì 18 maggio 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Dopo l’invito ad aprire ai 40enni per alzare il numero dei vaccinati, Figliuolo ci ripensa e dice alle regioni di concentrarsi su 60enni e 70enni e non fare propaganda, mentre il progetto del vaccino italiano Reithera può considerarsi fallito. Il Presidente della Repubblica ha mandato un messaggio a Matteo Salvini sempre più vicino a staccarsi dalla maggioranza. Le destre italiane, intanto, centrano l’obiettivo di rallentare l’iter della legge Zan. Ancora un naufragio nel Mediterraneo, almeno 50 le vittime. Infine, i dati di oggi sull’andamento dell’epidemia da COVID in Italia e la campagna di vaccinazione.

Nono giorno di conflitto tra Israele e Gaza

Il nono giorno di conflitto tra Israele e Gaza è stato segnato da scioperi e proteste palestinesi sia nello stesso Israele sia in Cisgiordania. Vicino alla città di Ramallah un manifestante è morto in ospedale, dopo essere rimasto ferito durante scontri con l’esercito. La mobilitazione di oggi arriva dopo le violenze che nei giorni scorsi hanno coinvolto anche ebrei e arabi che vivono dentro Israele, con un livello di tensione interna al paese che non si era visto finora, nemmeno durante altre fasi di conflitto come quello di questi giorni a Gaza. Ariel David è un giornalista della testata israeliana Haaretz:

Oggi in Israele due lavoratori thailandesi sono morti dopo che razzi sparati da Gaza hanno colpito una zona vicina al confine con la Striscia. I lanci di missili da Gaza erano ripresi stamattina dopo alcune ore di interruzione. La scorsa notte dalla Striscia non era arrivata notizia di vittime per la prima volta dall’inizio del conflitto, ma i bombardamenti israeliani proseguono e stamattina hanno causato la morte di un altro cittadino palestinese. Marianna Mancini ha intervistato la cooperante Mary Calvelli, che si trova a Gaza:

Dall’inizio del conflitto le vittime comunicate sono 213 a Gaza e 12 in Israele. A livello diplomatico oggi la situazione è stata discussa dai Ministri degli Esteri europei. Dopo la loro riunione l’alto rappresentante dell’unione per la politica estera Josep Borrell ha detto che la priorità è l’immediata cessazione delle violenze. Nelle scorse ore era stato il presidente statunitense Joe Biden a parlare di un cessate il fuoco durante una telefonata col primo ministro israeliano Netanyahu”. Eric Salerno è un giornalista esperto di Medioriente:


 

Il doppio richiamo di Figliuolo alle Regioni che puntano sui vaccini ai più giovani

(di Massimo Alberti)

Generale, dietrofront! Dopo l’invito ad aprire ai 40enni per alzare il numero dei vaccinati, Figliuolo ci ripensa e dice alle regioni di concentrarsi su 60enni e 70enni e non fare propaganda. Dietro l’ennesima correzione in corsa, i timori sulle forniture e che le fasce più a rischio lasciate “scoperte” possano guastare il piano di riaperture facendo risalire i numeri.
Alle Regioni non sembrava vero: con la campagna che fatica a mantenere i 500.000 al giorno, punto di partenza minimo per l’obbiettivo del 70% di cittadini coperti entro l’estate, l’apertura ai 40enni allargando la platea era l’occasione d’oro per far salire rapidamente i numeri. E le Regioni in grado di farlo per capacità vaccinale e dosi disponibili sono partite già da lunedì. Col rischio però che ciò avvenga a scapito di quelle fasce più fragili, e come sappiamo più sale l’età più lo sono. E così il Generale ha innescato la retro-marsch. Contrordine: prevalenza a 60enni e 70enni e completamento degli ultra 80enni. Sono appunto le fasce più a rischio che tutti gli studi indicano che, restando scoperte, potrebbero far rialzare i numeri di contagi, ricoveri, decessi, guastando il piano di riaperture. “Abbiamo un paio di mesi per vaccinare il più possibile, poi migliorando i dati, cresceranno i dubbiosi” riflette l’ex direttore dell’Asl di Piacenza Marzio Sisti. E per questo serve accelerare per prendere subito le persone dai 60 in su. Altro elemento ad aver innescato il dietrofront, è la previsione sulle forniture. 20 milioni a giugno, ha detto Figliuolo, ma le tabelle del governo ne indicano almeno il 20% in più. Un dubbio, un ulteriore carenza di forniture, alimentato anche dall’ipotesi di AIFA di prolungare fino a 3 mesi i richiami. A giugno poi inizieranno anche i vaccini nelle aziende, che potranno aggiungere ulteriore concorrenza. Il problema non sta tanto per gli ultra 80enni, dove il 10% che manca va cercato col lavoro capillare sul territorio. Tra i 70enni siamo al 76%, al 56% i 60enni. Veneto e Lombardia sono le regioni più avanti. Tra le peggiori Sicilia, Sardegna, Calabria, Toscana e quel Friuli del presidente della conferenza delle regioni Fedriga, fedelissimo di Salvini: prima regione ad aprire ai 40enni, ma penultima nel vaccinare i 70enni e terzultima sui 60enni. È soprattutto a loro che si rivolge Figliuolo con il doppio richiamo: quello pratico sulle dosi, e quello politico a non fare propaganda.

Il messaggio (tra le righe) di Mattarella a Salvini

(di Michele Migone)

Sergio Mattarella ha parlato a braccio all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Brescia. Stimolato dallo slogan usato dall’ateneo per la giornata “Nel futuro insieme”, conscio delle terribile prove offerte dalla città durante la pandemia, il Presidente delle Repubblica ha tenuto un discorso che è subito sfociato nell’attualità del nostro Paese. “Questo è il tempo di guardare al futuro, di realizzarlo insieme” – ha detto – “Insieme significa confrontare le proprie idee, E confrontarsi è ben diverso che agitarle come motivi di contrapposizione insuperabile”.
Nelle parole di Mattarella si possono leggere molte cose. Se si pensa al quadro politico, si può intravvedere la preoccupazione del Presidente della Repubblica per la tenuta della maggioranza di governo. E, in particolare per le mosse di Matteo Salvini. Tutti sono convinti, Quirinale compreso, che il leader della Lega voglia uscire dalla maggioranza, punti a staccare la spina per tentare la strada delle elezioni poco prima che Giorgia Meloni lo sorpassi nei sondaggi. Questo per evitare che sia lei la candidata della Destra a Palazzo Chigi. Il momento è però vicino. L’ultimo sondaggio pubblicato oggi da Swg dice che la Lega è al 21% e Fratelli d’Italia al 19,5%, ora secondo partito dopo aver superato il PD (19.2%). Giorgia Meloni vuole guidare la Nazione, come ha detto in Tv da Lucia Annunciata, e i giornali degli Agnelli e di Cairo l’hanno già sdoganata. Salvini aveva programmato di appoggiare Draghi fino alla primavera del 2022 e poi di mandarlo al Quirinale e andare alle urne anticipate. La veloce cavalcata di Giorgia Meloni verso la leadership della Destra sta facendo saltare i suoi piani. Rischia di essere superato. Ed è per questo che potrebbe essere tentato di far saltare il banco prima del previsto. Mattarella ne è ben conscio. Il Papeete se lo ricorda bene. Forse un po’ meno Salvini. Che, questa volta, deve stare molto attento a non sbagliare mossa se non vuole finire su di un piano inclinato da cui non riuscirà più a risollevarsi.

Perché il progetto del vaccino Reithera è fallito

(di Massimo Alberti)

L’avvio del progetto Reithera ha fatto da subito discutere: nato sulla base della necessità che anche l’Italia avesse un proprio vaccino “nazionale”, per smarcarsi dai chiari di luna delle case farmaceutiche e sviluppare una sorta di indipendenza vaccinale. È un dato che, in questa prima fase, i Paesi che hanno sviluppato un proprio vaccino non abbiano vissuto le difficoltà degli altri, nell’avvio della campagna vaccinale: USA con Pfizer, Moderna e J&J, la Gran Bretagna con AstraZeneca, la Germania con BioNTech e tra poco con CureVac. Altri paesi, come la Francia, hanno seguito la strade degli accordi in licenza per produrre nelle proprie fabbriche i vaccini già in commercio, per avere quelle 250milioni di dosi all’anno ritenute necessarie per l’autosufficienza.
È la ragione per cui la scelta di investire soldi pubblici in un progetto come Reithera – che ha attraversato polemiche sulla trasparenza dei dati e sui risultati delle prime fasi di sperimentazione – ha avuto molte critiche: passate le immaginabili difficoltà iniziali, a breve la produzione, e dunque la disponibilità di dosi infatti non sarà più un problema. I vaccini esistenti hanno mostrato grande efficacia. Perché iniziare questa strada allora, partendo per altro tardi? E su una tipologia di vaccino, quello a vettore adenovirale, che ha mostrato risultati inferiori rispetto a quelli a mRNA. C’è da dire che il governo ha cambiato rotta già da aprile, avviando colloqui preliminari con Novartis per partecipare alla produzione di CureVac, attraverso la stessa Reithera. Insomma i ripensamenti sul progetto avevano già prevalso. La Corte dei Conti per ora ha chiuso la questione. Certo la vicenda ha evidenziato, una volta di più, il pessimo stato della ricerca in Italia, dopo anni di tagli e scarso interesse politico.

Lega e Forza Italia riescono a rallentare l’iter della legge Zan

(di Sara Milanese)

Il presidente della commissione giustizia in Senato, il leghista Ostellari, ha annunciato di aver congiunto il DDL Zan e quello presentato oggi dal centrodestra come alternativo, il ddl Ronzulli-Salvini. I due disegni di legge saranno quindi trattati insieme, afferma Ostellari. Lega e Forza Italia raggiungono il loro obiettivo, cioè quello di rallentare l’iter della legge Zan. La senatrice del PD Monica Cirinnà ha definito irricevibile il testo del centrodestra.
I movimenti LGBT che sono scesi in piazza nelle scorse settimane, chiedendo al Senato di approvare al più presto la legge Zan, temono che, con l’abbinamento dei due disegni di legge, l’iter di fatto si blocchi.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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