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Nuovo piano UE per l’immigrazione. Il parere dell’eurodeputato Pietro Bartolo

migranti OIM - Decreti Salvini

Pietro Bartolo è stato per 30 anni medico a Lampedusa prima di diventare eurodeputato al Parlamento Europeo. La sua esperienza diretta di soccorso ai migranti è una tra le principali motivazioni alla base della sua scelta di entrare in politica. Il suo primo giudizio sul piano per l’immigrazione presentato dalla Commissione UE è però molto duro. L’intervista di Sara Milanese a Fino Alle Otto.

In base a quanto annunciato da Ursula Von der Leyen, che aveva parlato di cancellazione del trattato di Dublino, ci aspettavamo almeno un meccanismo obbligatorio di solidarietà basato sulla ricollocazione automatica dei richiedenti asilo, così come era prevista dalla riforma del regolamento di Dublino previsto già dalla precedente legislatura e passata a larga maggioranza al Parlamento UE. In realtà non c’è nessun superamento di Dublino; per me è motivo di profonda delusione e amarezza. Ad una prima lettura c’è anzi un sovraccarico sui Paesi di primo ingresso, a causa dell’inserimento di questo pre-screening, un controllo da effettuare probabilmente negli hotspot, praticamente ancora prima di entrare nel Paese. Abbiamo sempre rifiutato questa idea di un esame veloce per le richieste di asilo e qui il rischio è che qualcuno si trovi rimpatriato senza il tempo di presentare la richiesta. Poi c’è la proposta di una procedura accelerata, o procedura di frontiera, in cui si impone un periodo di massimo 12 settimane per l’esame delle domande. Così facendo molte delle persone non hanno nemmeno la possibilità di esprimersi, magari non conoscono la lingua, sono spaventati, vengono violati nuovamente i loro diritti fondamentali. C’è qualche cosa di buono, quando si parla di diritti dei minori, quando per i ricongiungimenti si riconosce il ruolo dei legami non solo famigliari ma anche della comunità; ora come famiglia si intende anche quella che si è formata durante il viaggio.

La trattativa tra Stati per definire il testo definitivo inizierà comunque da questo nuovo piano UE per l’immigrazione; saranno i Paesi di primo arrivo come Italia, Spagna e Grecia a fare il primo passo per modificare il testo?

Sicuramente inizierà una battaglia; io sono amareggiato, ma di certo daremo battaglia per cambiare il testo. Speriamo di riuscire a trovare un compromesso tra gli Stati, di certo i migranti non si fanno spaventare o fermare dalla prospettiva del rimpatrio. In questo piano si parla quasi esclusivamente di rimpatri, c’è quasi una forma di allergia a parlare di ricollocamenti. Noi pensiamo che sia invece questa la soluzione: renderli automatici e obbligatori, anche per i Paesi di Visegrad che sono contrari. Quando si arriva a Lampedusa, a Moria, in Grecia si arriva in Europa; e questo è diventato un problema europeo; di per sé il fenomeno migratorio non è un problema, l’hanno fatto diventare tale. Così come l’Europa ha dato risposta alla crisi legata alla pandemia, così deve trovare un’intesa sulle migrazioni.

Sul tema dei salvataggi in mare dei migranti il nuovo piano UE per l’immigrazione fa segnare dei passi in avanti?

La presidente Von der Leyen aveva ipotizzato una nuova missione di salvataggio, come era stata Sophia, come Mare Nostrum; in realtà per ora c’è solo una raccomandazione che chiede ai Paesi membri di non criminalizzare le ong, cosa che sta succedendo ancora anche in Italia. Dovremo cominciare da subito a eliminare quei decreti che colpiscono chi salva le vite in mare. E dovremmo, invece, incentivare gli altri canali di arrivo in Europa: i corridoi umanitari e gli altri canali regolari. Nessuno dovrebbe mettere piede in mare, perché il mare è crudele. Mi creda, io di morti ne ho visti tanti, anche mentre erano attive le missioni di salvataggio europee.

  • Autore articolo
    Sara Milanese
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

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    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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