Approfondimenti

L’Alligatore debutta su RaiDue: intervista al regista Daniele Vicari

L’Alligatore

Daniele Vicari, regista e supervisore artistico de “L’Alligatore”, l’adattamento in quattro episodi dei romanzi di Massimo Carlotto che debutta questa sera su RaiDue – ma è già disponibile su RaiPlay – racconta a Radio Popolare le sfide affrontate nel trasporre un mondo così suggestivo come quello dei libri dello scrittore veneto in quelli che sono quattro veri e propri film per la TV.

L’intervista di Barbara Sorrentini a Chassis.

I romanzi di Massimo Carlotto diventano film. Tu hai diretto alcuni di questi episodi, ma sei rimasto supervisore su tutto. Che cosa ti ha ispirato questo personaggio della scrittura di Carlotto, che collabora alla sceneggiatura?

Io non ho mai amato il racconto della criminalità, devo dire. Quando ho fatto il film “Prima che la notte” su Beppe Fava, per esempio, ho tolto di mezzo la rappresentazione del mondo criminale, perché l’ho sempre vissuta con grande fastidio e disagio. Nei romanzi di Carlotto, invece, grazie a una sua grande ironia, a un gioco di generi continuo, al fatto che anche i personaggi più piccoli abbiano delle grandissime contraddizioni, riesco a starci come lettore e anche a divertimi, a godermeli. L’Alligatore è un personaggio incredibile perché vive di queste contraddizioni estreme: è un cantante che non canta più, è un detective che cerca la giustizia, ma non crede nella legge. È un personaggio talmente pieno di spunti e di sfaccettature che permette di allontanarsi da certi schemi narrativi che sono tipici delle serie crime. Mi sono buttato a pesce in questo mondo pieno di spunti ed è venuta fuori una cosa abbastanza singolare.

L’Alligatore, Marco Buratti, è interpretato da Matteo Martari. Come lo avete scelto?

Per me l’unica legge esatta che c’è nel cinema è il provino. Abbiamo fatto dei provini ad alcuni tra gli attori più importanti italiani, e l’incontro con Matteo è stato particolarmente intenso e interessante, anche perché Matteo è di Verona e viveva di una grandissima rimozione, quella della sua appartenenza. Non utilizzava più il dialetto da moltissimi anni, l’aveva quasi estirpato avendo studiato dizione ed essendo entrato nel mondo della recitazione. Aveva fatto un salto e spento dentro sé stesso questa sua appartenenza. Nel provino c’è stato un incontro meraviglioso perché l’ho un po’ provocato, e lui ha tirato fuori questa cosa straordinaria che appartiene anche ai romanzi di Carlotto, ovvero la sensazione netta, quando si parla con un veneto che viene da quelle zone, che siano nati nell’acqua. L’ho visto proprio lì davanti a me l’Alligatore, ed è stata una bellissima scoperta.

Sono quattro film, visibili già su RaiPlay e dal 25 novembre anche su RaiDue. Hai già avuto riscontri su questa nuova modalità di distribuzione?

I riscontri li abbiamo avuti immediatamente. Ho scoperto sui social che ci sono persone che hanno incominciato a vederlo a mezzanotte e un minuto, un minuto dopo che l’abbiamo messo online. L’Alligatore ha un grandissimo seguito come personaggio letterario, e fino ad oggi nessuno aveva avuto la possibilità di lavorarci, non era mai stato trasposto cinematograficamente. Domenico Procacci ha avuto i diritti di tutti i romanzi, per cui siamo riusciti a fare un progetto complesso e compiuto. Anticipare su RaiPlay le opere che poi andranno sui canali generalisti è una novità interessante che ho accolto con grande favore. RaiPlay, da un anno a questa parte, sta facendo una bellissima politica, per esempio con una pazzesca rivisitazione delle opere di Truffaut. Loro hanno un pubblico particolare di appassionati di cinema. Poi su Rai2 ci sarà la messa in onda canonica: da mercoledì 25, per quattro mercoledì, si potrà vedere “L’Alligatore” ogni sera per 100 minuti.

Le immagini dei film da un lato rimandano a un noir classico, dall’altro mostrano la tua impronta. E poi c’è l’aspetto musicale, presente anche nei romanzi. Come avete messo insieme tutte queste cose fondamentali per la riuscita di un film?

In questa cosa si è sostanziata quella che è definita supervisione artistica. Leggendo i romanzi di Carlotto ho immediatamente capito una cosa: Carlotto attraversa tutti i generi, dal western all’hard-boiled più spinto. Non è un’impresa semplice, ma è una sfida bellissima per un regista cercare una chiave di lettura, che è passata proprio attraverso il blues. Ascoltando sia i grandi pezzi che vengono citati nel romanzo, sia altri territori blues, ho visto con chiarezza che noi dovevamo ambientare questo racconto nella nostra Louisiana, e la nostra Louisiana è la Laguna, che parte dalle valli e arriva fino a Portogruaro. Un territorio enorme e meraviglioso, quasi inesplorato dal punto di vista cinematografico, perché un territorio anche difficile, non è semplicissimo lavorarci. La Laguna è il luogo naturale dove l’Alligatore è cresciuto, è dove il blues della nostra tradizione viene fuori dall’acqua, come l’llligatore, che vive a pelo d’acqua, tra il cielo e acqua. Questo tipo di vita duplice si rispecchia nei romanzi, e da lì nasce la chiave lettura anche visiva di tutto il racconto. I colori che hanno influenzato la scelta dei costumi, quel bellissimo marrone, il verde, il rosso. Tutte queste caratteristiche sono entrate nel racconto attraverso il blues, e quindi anche l’andamento del racconto è stato fortemente influenzato dalla musica blues.

Vai un po’ da Dick Tracy al cinema asiatico. Sono due impronte molto forti.

Hai ragione, per questo ti dico che il racconto della criminalità in Carlotto è del tutto secondario. È chiaro che l’ambiente è quello, ma l’Alligatore per esempio è uno che si rifiuta di usare le armi. È molto difficile da raccontare perché apparentemente non porta avanti l’azione, che nel romanzo è molto psicologica. Quello che siamo riusciti a fare è una sorta di hard-boiled psicologico, un mix di generi e di tensioni.

Sono quattro film, anche nella durata. Quando li avete girati e come?

Questa non è una serie standardizzata. Noi abbiamo a fare con quattro racconti verticali, perché si concludono tutti. Ogni serata prende come base narrativa un libro per cui c’è un inizio, uno svolgimento e una fine. Allo stesso tempo, però, ci sono tutta una serie di fili che rimangono aperti nei quattro film, fili orizzontali che poi portano comunque avanti una storia più grande di quella che si vede in campo, puntata per puntata. Questo metodo di racconto è molto interessante, perché rende estremamente ricca e variegata la rappresentazione e la storia dei singoli personaggi. Questa è una chance incredibile. Quando abbiamo deciso che avrei fatto lo showrunner dell’opera, la cosa che era chiara a tutti è che non sarebbe stata un’opera standardizzata, o standardizzabile. Ho dovuto cominciare a realizzare il primo racconto, quasi per intero, in modo tale che il secondo regista, ovvero Emanuele Scaringi, potesse entrare in questa atmosfera senza perdersi dei pezzi. Normalmente nelle serie televisive standard si definisce appunto un certo tipo di standard. Qui lo standard è l’atmosfera. Il secondo regista aveva il compito molto difficile di andare in scia, che non è facilissimo da costruire, ma è abbastanza determinato nel tempo. Abbiamo girato tra Roma e il Veneto. A Roma abbiamo trovato degli angoli del Tevere molto belli e inediti, che in qualche modo si sposano perfettamente con il Piave, con la zona del Padovano, e ci permettono di raccontare quella Louisiana dell’Alligatore che avevamo in mente, una Louisiana che non esiste perché è un mondo interiore di questo personaggio straordinario.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio lunedì 30/06 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 30-06-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve lunedì 30/06 18:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 30-06-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di lunedì 30/06/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 30-06-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 30/06/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 30-06-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Jazz Anthology di lunedì 30/06/2025

    "Jazz Anthology", programma storico di Radio Popolare, esplora la lunga evoluzione del jazz, dalla tradizione di New Orleans al bebop fino alle espressioni moderne. Il programma, con serie monografiche, valorizza la pluralità e la continuità del jazz, offrendo una visione approfondita di questo genere musicale spesso trascurato dai media. La sigla del programma è "Straight Life" di Art Pepper, tratto da "Art Pepper Meets The Rhythm Section" (1957).

    Jazz Anthology - 30-06-2025

  • PlayStop

    News della notte di lunedì 30/06/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 30-06-2025

  • PlayStop

    Popsera di lunedì 30/06/2025

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 30-06-2025

  • PlayStop

    Poveri ma in ferie di lunedì 30/06/2025

    quando ci buttiamo a rete per una stop volley alla McEnroe sul centrale di Wimbledon! Con Vittoria Davalli e Alessandro Diegoli, ospiti della puntata Marcello e Gabriele di Controbreak, che trovate su Instagram e Tik Tok

    Poveri ma belli - 30-06-2025

  • PlayStop

    Almendra di lunedì 30/06/2025

    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

    Almendra - 30-06-2025

  • PlayStop

    Dodici Pollici del 30/6/25 - Francesco Baccini

    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi, a Milano. Il primo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento e ha suonato alcuni pezzi del suo repertorio è stato il cantautore genovese Francesco Baccini, noto per la sua musica d’autore eclettica. Ha debuttato nel 1988, ha pubblicato 11 album, compreso il prezioso lavoro “Baccini canta Tenco” nel 2011, e avuto tantissime collaborazioni, come con Fabrizio De Andrè (“Genova Blues”) e con i Ladri di Biciclette (“Sotto questo sole”).

    A tempo di parola - 30-06-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di lunedì 30/06/2025 delle 13:29

    a cura di Chawki Senouci

    Conduzione musicale - 30-06-2025

  • PlayStop

    Smetterla con la violenza di genere. Tocca agli uomini farlo - 30/06/2025

    Con Stefano Cicconi, sociologo e presidente di Maschile Plurale. Modera Raffaele Liguori.

    All you need is pop 2025 - 30-06-2025

  • PlayStop

    Cult di lunedì 30/06/2025

    Oggi a Cult: Saul Beretta sui progetti estivi di Musicamorfosi 2025; l'ultima puntata di GialloCrovi a cura di Luca Crovi; alla Civica Scuola di Musica Abbado torna Notturni in Villa 2025; ATIR firma una nuova edizione di "La prima stella della sera" alla Chiesa Rossa di Milano; Tomasz Kirenczuk parla di Santarcangelo Festival 2025 e dei recenti e inspiegabili punteggi delle commissioni cultura che colpiscono la sperimentazione; l'opera "Anteguerra" di Pietro Gerenzani a Palazzo Citterio di Milano...

    Cult - 30-06-2025

Adesso in diretta