Approfondimenti

La liberazione di Kherson, le previsioni di Moodys, il crollo delle criptovalute e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di sabato 12 novembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Dopo la vittoria della battaglia di Kherson gli ucraini continuano a festeggiare la liberazione, ma il governo di Kiev avverte: la guerra non è ancora finita. Il filosofo russo Alexander Dugin, uno degli intellettuali di riferimento degli ultranazionalisti Cremlino, attacca Putin. Cosa vuol dire? Lo abbiamo chiesto allo storico esperto di Russia, già docente all’università di Mosca, Giovanni Savino. Meloni trova il sostegno di Malta, Cipro e Grecia e torna ad attaccare le Ong: “Le navi umanitarie violano le regole. E siamo delusi dal sistema di ricollocamento”. Intanto l’Unione europea annuncia un vertice a fine novembre. L’auto candidatura di Pierfrancesco Maran alla presidenza della Regione Lombardia spacca il Pd e il centrosinistra lombardo.

La lettera di Italia, Grecia, Malta e Cipro contro le Ong

Dopo il durissimo scontro diplomatico tra Francia e Italia, in Europa si va verso la resa dei conti sull’immigrazione, ma senza un’idea precisa su cosa fare, anche perché le posizioni sono diverse e difficilmente conciliabili. Lunedì si proverà a trovare un primo chiarimento al consiglio europeo, mentre poco fa l’Unione europea ha fatto trapelare l’ipotesi di un vertice a fine mese.
L’Italia intanto trova sostegno dagli altri paesi del Mediterraneo dove fisicamente sbarcano le navi dei migranti. In una lettera comune parlano di atteggiamento increscioso e deludente degli altri paesi sulla ricollocazione. Nonostante però i numeri dell’accoglienza dicano tutt’altro, e cioè che Paesi come Germania e Francia sono i principali stati che accolgono i rifugiati.
L’oggetto del contendere resta l’accordo di Dublino, in particolare nella norma che impone che siano gli stati di arrivo a farsi carico delle domande d’asilo, bloccando lì i migranti. Nella lettera i quattro paesi mediterranei, Italia, Grecia, Malta e Cipro, mentre la Spagna non ha firmato la lettera, attaccano anche le Ong, contro cui annunciano – lo aveva già fatto il governo italiano sui giornali – nuovi provvedimenti.

L’ex Ilva sospende le attività di 145 imprese

L’ex iIva di Taranto sempre più uno scheletro vuoto e inquinante. Con una lettera Acciaierie d’Italia ha reso noto ai sindacati chieda lunedì prossimo, nello stabilimento siderurgico di Taranto, saranno sospese le attività di 145 imprese che svolgono diverse attività dentro l’enorme area dell’acciaieria, tra cui le operazioni di bonifica. A rischio ci sono centinaia di posti di lavoro. Secondo i sindacati Arcelor Mittal, che detiene ancora la maggioranza del gruppo, in questo nodo ricatta lo stato per chiedere altri soldi pubblici, nonostante lo stabilimento sia di fatto quasi fermo.

Anche Moodys taglia al ribasso le previsioni sull’economia italiana

(di Massimo Alberti)

Dopo la revisione al ribasso da parte della Commissione europea, anche l’agenzia di rating Moodys, pur confermando i miglioramenti sul Pil del 2022, vede un forte calo dell’economia italiana per il 2023, che porteranno “il nuovo governo a mancare i suoi obiettivi fiscali”, scrive l’agenzia. Tra recessione ed inflazione l’anno prossimo sarà il vero anno di difficoltà delle economie europee, e dell’Italia.
Oggi il ministro dello sviluppo economico Adolfo Urso ha confermato che nella manovra ci sarà un taglio del cuneo fiscale, ma non sarà più tutto per i lavoratori. Come chiesto da Confindustria, sarà di due terzi per i dipendenti e un terzo per le aziende. Urso non ha chiarito per quanti punti e come sarà finanziato.
Il cuneo fiscale è la differenza tra stipendio netto e stipendio lordo, formato in parte da soldi del lavoratore – i contributi pensionistici, cioè salario differito, e i soldi dell’Irpef – e la parte di tassazione per l’impresa, che rappresenta la parte più bassa: Per Eurostat infatti l’Italia è il paese dell’Europa occidentale col più basso costo del lavoro per le imprese. Il taglio quindi è su queste voci. L’ultimo è stato del governo Draghi, al 2%. Non è chiaro se in questa manovra il governo Meloni si limiterà a mantenerlo o lo amplierà. L’obbiettivo dichiarato è arrivare al 5%, costo 17 miliardi circa, ma in modo graduale, ha ribadito oggi il ministro Urso. Il governo intende però redistribuire per un terzo alle imprese una norma fin qui focalizzata sui lavoratori. Parliamo di aumenti di stipendio, e risparmi di impresa, spostati da chi gli stipendi dovrebbe pagarli alle casse dello stato. Il ministro dell’economia Giorgetti ha ribadito che ogni intervento deve esser coperto da altre voci di bilancio. Dove si prenderanno questi soldi? Cosa verrà tagliato? Il rischio è che sia ripagato dagli stessi che ne beneficiano sotto forma di tagli allo stato sociale. E infatti, nonostante da 20 anni si susseguano varie forme di taglio al cuneo, stima l’Ocse, non solo il potere d’acquisto, ma gli stipendi italiani, unico caso in Europa, son calati del 2,9%. Insomma da un vantaggio nell’immediato ma è svantaggioso già medio periodo. E tanto più con una parte destinata alle imprese, diventerebbe una forma di redistribuzione alla rovescia.

Che cosa è successo questa settimana in Ucraina

(di Emanuele Valenti)

Gli sviluppi di questa settimana, il ritiro dei russi da Kherson e il rapidissimo arrivo in città degli ucraini, segnano un passaggio importante della guerra. I piani sono due. Il primo riguarda quello che sta succedendo in Ucraina, il secondo quello che si sta muovendo in Russia.
Il primo piano. L’esercito ucraino è arrivato a Kherson molto prima del previsto. Fino a metà settimana gli stessi militari al fronte nel sud, verso Kherson, erano molto scettici. Il conflitto può quindi aver sviluppi rapidi e imprevedibili. I russi si stanno posizionando sulla sponda orientale del fiume Dnipro, anche di fronte a Kherson, e potrebbero colpirla con l’artiglieria. Nella regione di Kherson sotto il loro controllo, così come nel resto del sud sotto occupazione, i russi stanno costruendo fortificazioni, persino a Mariupol. Temono l’avanzata ucraina.
Dagli Stati Uniti aumentano le dichiarazioni che citano un “possibile negoziato”. Forse si sta avvicinando, ma non sembra essere ancora il momento. Kyiv dice di voler proseguire la sua contro-offensiva e di non potersi fidare del nemico.
Il secondo piano, quello russo. Poche settimane fa Putin aveva detto che i territori annessi, compresa la città di Kherson, sarebbero rimasti per sempre russi. Nei primi giorni di guerra, ricorderete, aveva annunciato che sarebbe arrivato a Kyiv. Le cose per il Cremlino non stanno andando bene. A fatica – a volte indirettamente, parlando di riposizionamento, di guerra contro tutto l’Occidente – lo ammettono anche i media di stato. C’è una dinamica interessante in questi giorni. Mediaticamente Putin è stato tenuto in secondo piano, come se il ritiro da Kherson non lo riguardasse direttamente. “Lo ha deciso il ministero della difesa”, ha detto il suo portavoce Peskov. Alcuni membri del suo circolo, in passato critici su alcuni sviluppi della guerra, si sono allineati. Stanno facendo quadrato. Dopo tanti anni il presidente non può più essere presentato come quello che vince sempre, che garantisce la stabilità. Non tanto alla società russa, ma alle elite che contano. Questo per lui è un grosso problema.

Il filosofo Dugin attacca Putin

Il filosofo russo Alexander Dugin, uno degli intellettuali di riferimento degli ultranazionalisti Cremlino, attacca Putin. In una autocrazia “diamo al sovrano pienezza assoluta dei poteri per salvarci tutti”, quindi “pieni poteri in caso di successo, ma anche totalità delle responsabilità in caso di fallimento”. Lo ha scritto su Telegram in un posto pubblicato due giorni fa, dopo la ritirata da Kherson, e poi rimosso. È un colpo per voi-sapete-chi”, ha aggiunto Dugin riferendosi al presidente russo, che dovrebbe pagare anche con la vita.
Cosa significa questo attacco? Quali ambienti di Mosca stanno manifestando insoddisfazione verso Putin? Lo abbiamo chiesto allo storico esperto di Russia, già docente all’università di Mosca, Giovanni Savino

 

L’autocandidatura di Maran spacca il centrosinistra

La candidatura di Pierfrancesco Maran alla presidenza della Regione Lombardia spacca il Pd e il centrosinistra lombardo. Se da un lato costringe tutti a velocizzare i tempi delle scelte, dall’altro l’annuncio fatto questa mattina al teatro Franco Parenti di Milano ha mostrato nel giro di poche ore le divisioni del centrosinistra. L’autocandidatura del recordman di voti del Pd milanese è stata salutata con entusiasmo dalla fetta di Pd critico con le scelte della dirigenza regionale e nazionale e dall’area degli ex arancioni vicini a Giuliano Pisapia. Non piace al segretario regionale del Pd Vinicio Peluffo che ha detto che le corse in solitaria sono in contrasto con la linea scelta dalla direzione regionale del partito. Maran oggi ha rilanciato le primarie come metodo per l’investitura ufficiale pur sapendo che l’ipotesi di fare le primarie di coalizione si è allontanata dopo la riunione di ieri sera tra Pd, Più Europa, Verdi, Sinistra Italiana e Civici. L’autocandidatura di Maran non piace neanche a Sinistra Italiana. Il segretario lombardo Paolo Matteucci ci ha detto che ci sono due o tre nomi da sondare diversi da Maran. A Sinistra Italiana poi non piace la chiusura di Maran verso i 5 Stelle. I giornali questa mattina avevano fatto il nome di Pierfrancesco Majorino quale candidato unitario dialogante con i 5 Stelle. Contattato commenta dicendo che “bisogna fare di tutto per tenere unita la coalizione e aprire subito a un confronto con i 5 Stelle. Quella dei nomi” dice Majorino “è una questione da affrontare un attimo dopo”. Autocandidandosi Maran questa mattina ha detto che la sua è una candidatura che rompe gli schemi. A vedere le reazioni sembra proprio così. Ma è una rottura che rischia di lasciare a terra cocci pesanti.

Crollano (ancora) le criptovalute

(di Marco Schiaffino)

L’ennesimo crollo delle criptovalute sta facendo tremare tutto il setttore.
A provocare lo scossone sono stati i problemi di Crypto.FTX, il terzo operatore nel settore delle criptovalute al mondo per volumi.
Stando alle dichiarazioni della dirigenza, Crypto.ftx rischia la bancarotta e. per evitarla, sarebbe necessaria un’iniezione di capitale pari a 4 miliardi di dollari.
La situazione è ancora piuttosto confusa. Dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Sam Bankman-Fried, sono circolate notizie di strani movimenti che alcuni hanno attribuito a un attacco hacker, altri all’intenzione di FTX di prepararsi alla bancarotta. E proprio questa sembra essere l’ipotesi più probabile. La notizia ha letteralmente terremotato l’intero settore, trascinando verso il basso tutte le criptovalute. Il solo Bitcoin, negli ultimi 5 giorni, ha perso più del 20%, passando da una quotazione di 20.000 euro a quella di 16.000 euro.
Quella di questi giorni, in definitiva, è l’ennesima dimostrazione della fragilità di un mercato iperspeculativo, privo di qualsiasi regolamentazione e controllo. Insomma: chi sperava che le criptovalute potessero essere un’alternativa ai classici strumenti finanziari, oggi sembra che della finanza abbiano preso gli aspetti peggiori. L’impressione che la bolla delle criptovalute stia per scoppiare definitivamente, è sempre più forte.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 27/03 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 27-03-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 27/03 06:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 27-03-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 27/03/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 27-03-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 27/03/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 27-03-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Presto Presto - Lo stretto indispensabile di giovedì 27/03/2025

    Il kit di informazioni essenziali per potere affrontare la giornata (secondo noi).

    Presto Presto – Lo stretto indispensabile - 27-03-2025

  • PlayStop

    Rassegna stampa internazionale di giovedì 27/03/2025

    Notizie, opinioni, punti di vista tratti da un'ampia gamma di fonti - stampa cartacea, social media, Rete, radio e televisioni - per informarvi sui principali avvenimenti internazionali e su tutto quanto resta fuori dagli spazi informativi più consueti. Particolare attenzione ai temi delle libertà e dei diritti.

    Esteri – La rassegna stampa internazionale - 27-03-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Giornali e commenti di giovedì 27/03/2025

    La mattina inizia con le segnalazioni dai quotidiani e altri media, tra prime pagine, segnalazioni, musica, meteo e qualche sorpresa.

    Presto Presto – Giornali e commenti - 27-03-2025

  • PlayStop

    Mitologia Popular di mercoledì 26/03/2025

    Mitologia Popular esplora e racconta il folclore e la cultura popolare brasiliana: da miti e leggende come Saci Pererê, Mula sem cabeça, Cuca alla storia di piatti tipici come la feijoada o la moqueca, passando per la letteratura, il carnevale, la storia delle città più famose e la musica, ovviamente. Conduce Loretta da Costa Perrone, brasiliana nata a Santos che, pur vivendo a Milano da anni, è rimasta molto connessa con le sue origini. È autrice del podcast Lendas con il quale ha vinto gli Italian Podcast Award per il secondo anno consecutivo.

    Mitologia Popular - 26-03-2025

  • PlayStop

    The Box di mercoledì 26/03/2025

    la sigla del programma è opera di FIMIANI & STUMP VALLEY La sigla è un vero e proprio viaggio nel cuore pulsante della notte. Ispirata ai primordi del suono Italo, Stump Valley e Fimiani della scuderia Toy Tonics, label berlinese di riferimento per il suono italo, disco e house, ci riportano a un'epoca di neon e inseguimenti in puro stile Miami Vice, un viaggio nella notte americana alla guida di una Ferrari bianca. INSTAGRAM @tommasotoma

    The Box - 26-03-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 26/03/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 26-03-2025

  • PlayStop

    Sapore Indie di mercoledì 26/03/2025

    Sapore Indie è la trasmissione per connettersi al presente e scoprire le novità più rilevanti della musica alternative internazionale. Tutti i mercoledì alle 21.30, con Dario Grande, un'ora di esplorazione tra le ultime uscite di artisti grandi e piccoli, storie di musica e vite underground. Per uscire dalla bolla dei soliti ascolti e sfuggire l’algoritmo, per orientarsi nel presente e scoprire il suono più rigenerante di oggi. ig: https://www.instagram.com/dar.grande/

    Sapore Indie - 26-03-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 26/03/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Gianluca Ruggieri ed Elena Mordiglia. In redazione, Sara Milanese e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 26-03-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 26/03/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 26-03-2025

  • PlayStop

    Brasile: Jair Bolsonaro sarà processato per tentato golpe

    Il collegio dei giudici della Prima sezione della Corte Suprema brasiliana ha accolto all'unanimità la denuncia della Procura generale sul tentato golpe. Di conseguenza l'ex presidente, Jair Bolsonaro, e altri suoi sette fedelissimi, risultano ora imputati nel processo che si celebrerà nei prossimi mesi. Secondo il giudice Alexandre de Morais, relatore alla prima sezione della Corte suprema, esistono "prove ragionevoli" che l'ex presidente Jair Bolsonaro abbia guidato un'organizzazione criminale per pianificare un colpo di Stato dopo le elezioni del 2022. In un rapporto di 884 pagine desecretato lo scorso novembre gli inquirenti hanno accusato Bolsonaro di aver diretto e approvato un complotto dettagliato, che comprendeva piani per annullare i risultati delle elezioni, sciogliere i tribunali, concedere poteri speciali all'esercito e avvelenare il presidente eletto Luiz Inácio Lula da Silva pochi giorni prima del suo insediamento. Il giudice Moraes è stato lui stesso bersaglio di piani di assassinio rivelati dall'inchiesta sul colpo di Stato.

    Clip - 26-03-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 26/03/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 26-03-2025

Adesso in diretta