Sbilanciamoci

Perché ci serve il giovane Marx

In questi giorni è in libreria il mio “Il giovane Marx” edito da Jaca Book. Tornare a parlare del giovane Marx -al di là delle riscoperte storiche e degli aggiornamenti filologici ricorrenti di fronte ai grandi pensatori- ha senso se si mette in relazione l’opera e il pensiero di quegli anni ai tempi che stiamo vivendo. Le sue riflessioni sulla alienazione (anticipazione di molte riflessioni della Scuola di Francoforte e degli esistenzialisti, ma addirittura del pensiero di Illich sulla espropriazione dell’umano dal dominio delle merci), sui bisogni indotti dal capitale (analisi precoce del consumismo neocapitalista), sul denaro (come la nuova merce della finanza rapace) sono di grandissima attualità.
Come lo sono le sue riflessioni sulla globalizzazione capitalista di metà ottocento che evoca con forza ed analogie la globalizzazione neoliberista degli ultimi 40anni: la necessità di un mercato mondiale e di consumi senza frontiere. Ristudiare, rileggere il giovane Marx (e tutta la sua opera) significa dotarsi di importanti strumenti di analisi e di comprensione della traiettoria che la società e l’economia capitalista hanno preso negli ultimi decenni, significa capire le distorsioni antropologiche, le perversioni sociali, la disumanizzazione sociale che stanno colpendo le nostre comunità.
Se l’opera del giovane Marx non ha la sistematicità scientifica dei lavori della maturità (in particolare del Capitale), gli scritti giovanili affascinano per la freschezza delle argomentazioni, per la dimensione umana ed etica, per i rimandi alla letteratura e all’arte (che comunque non mancheranno anche nelle opere mature).
Dalle opere giovanili di Marx emerge soprattutto la volontà di andare a fondo delle cose, di evidenziare sempre la centralità della condizione umana come specchio dello sfruttamento della borghesia sul proletariato. Come ebbe a dire ne La critica della filosofia del diritto di Hegel. Introduzione: “Essere radicali significa andare alla radice delle cose e per l’uomo la radice delle cose è l’uomo”. A questo va aggiunto che i primi 30 anni della vita di Marx sono quelli della maggiore intensità rivoluzionaria, dell’indignazione (non moralistica, o del sognatore, ma genuinamente politica e teorica), delle persecuzioni, dell’esilio, della rinuncia alla carriera borghese per vivere in povertà dedicandosi alla rivoluzione e al comunismo.
Come ha ricordato il suo biografo più acuto, Franz Mehring, alla rivoluzione Marx ci penserà sempre, non ci rinuncerà mai, dedicando tempo e impegno a riunioni, alla vita delle organizzazioni degli operai e dei comunisti. Marx rimase fino alla fine fedele agli ideali della sua gioventù. Fa sempre bene ricordarlo ai ragazzi e alle ragazze che oggi non accettano la realtà che ci sta davanti, la vogliono cambiare e ribellarsi al potere e al dominio dei pochi. Tutto questo non è -come scrisse Marx nella lettera ricordata a Ruge- solo il sogno di una cosa (che Pasolini riprese per il titolo del suo primo romanzo), ma lo si chiami comunismo o in altro modo (comunque l’impegno per cambiare le cose) ha per conseguenze la lotta e cioè: “il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti.

  • Giulio Marcon

    Portavoce della campagna Sbilanciamoci!, è stato negli anni '90 portavoce dell'Associazione per la pace e Presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà. È stato deputato indipendente di SEL nella XVII legislatura, facendo parte della Commissione Bilancio. Tra i suoi libri: (con Giuliano Battiston), La sinistra che verrà (minimum fax 2018) e (con Mario Pianta), Sbilanciamo l'economia (Laterza 2013)

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    1) “Il mondo non deve lasciarsi ingannare: a Gaza il genocidio non è finito”. Il nuovo rapporto di Amnesty International ci chiede di non voltare la faccia dall’altra parte. (Riccardo Noury - Amnesty Italia) 2) Negligenza e corruzione. Cosa c’è dietro l’incendio del complesso residenziale di Hong Kong costato la vita a decine di persone. (Ilaria Maria Sala, giornalista e scrittrice) 3) Stati Uniti, l’attacco di Washington potrà avere effetti a lungo termine sulle politiche migratorie dell’amministrazione Trump e sulla vita di migliaia di migranti. (Roberto Festa) 4) Francia, dall’estate 2026 torna il servizio militare volontario. Il presidente Macron ha annunciato oggi quello che sembra più che altro un segnale politico e strategico. (Francesco Giorgini) 5) Spagna, una marea di studenti e professori in piazza a Madrid contro i tagli alle università pubbliche. La regione della capitale, guidata dalla destra, è quella che spende meno per gli studenti in tutto il paese. (Giulio Maria Piantedosi) 6) World Music. Entre Ilhas, l’album che celebra diversità e affinità musicali degli arcipelaghi della Macaronesia. (Marcello Lorrai)

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    A oltre un mese dall’annuncio del cessate il fuoco nella striscia di Gaza, le autorità israeliane stanno ancora commettendo il crimine di genocidio nei confronti della popolazione palestinese. Un nuovo rapporto di Amnesty International, che contiene un’analisi giuridica del genocidio in atto e testimonianze di abitanti della Striscia di Gaza e di personale medico e umanitario, evidenzia come Israele stia continuando a sottoporre deliberatamente la popolazione della Striscia a condizioni di vita volte a provocare la sua distruzione fisica, senza alcun segnale di un cambiamento nelle loro intenzioni. Martina Stefanoni ne ha parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    Stuart Murdoch: "Il mio primo romanzo non è una biografia, ma racconta la mia storia e la storia della mia malattia"

    Il leader dei Belle & Sebastian racconta "L'impero di nessuno", il suo libro d'esordio, ai microfoni di Volume. Un libro che lui stesso definisce di autofiction: "La maggior parte delle cose che accadono a Stephen, il protagonista, sono successe anche a me". 10 anni fa, Murdoch aveva scritto una canzone con il medesimo titolo: "Il romanzo tocca gli stessi temi: Stephen ha un'amica del cuore, Carrie, entrambi hanno la stessa malattia e si sostengono e ispirano a vicenda". La malattia è l'encefalomielite mialgica: "Mentre scrivevo immaginavo il mio pubblico, e il mio pubblico era il gruppo di supporto per l’encefalomielite che frequentavo negli anni Novanta. Immaginavo di scrivere per loro, e questo mi ha aiutato a trovare il tono giusto". Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia a Stuart Murdoch.

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