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Amministrative, Lega: si temono le regionali 2023

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Tutti precettati gli esponenti più in vista della Lega in Lombardia nelle teste di lista delle amministrative del 12 giugno.

Un brutto risultato complicherebbe anche il percorso del Carroccio verso le elezioni regionali del 2023, che per altro avverrà insieme a quello delle politiche.

Si può leggere in questo modo la composizione delle liste nei tre capiluogo di provincia al voto: Como, Lodi e Monza.

A Como c’è infatti Alessandra Locatelli, attuale assessora lombarda alle politiche sociali, per poche settimane ministra alla famiglia del governo giallo verde, dopo aver lasciato l’incarico di vice sindaco della città, dove si era distinta per i ripetuti sgomberi delle persone senza fissa dimora, che per ripararsi dormivano sotto l’ex chiostro di San Francesco.

Per altro il sindaco uscente di Como Mario Landriscina, vicino alla Lega, non è stato ripresentato dopo discussioni tra Carroccio e Fratelli d’Italia, che l’ha spuntata con Giordano Molteni, già primo cittadino della vicina Lipomo.

Anche il risultato di Fdi, molto attivo da tempo in Lombardia, preoccupa la Lega.

A Lodi il Carroccio ripresenta la prima cittadina Sara Casanova. Ad aprire la lista c’è il senatore Luigi Augussori, storico consigliere comunale, ex presidente Aler, nonché ex guardia padana. A chiuderla c’è l’assessore regionale al territorio e alla protezione civile Pietro Foroni. L’avvocato di Maleo è stato anche presidente della Provincia di Lodi, e proprio l’inattesa sconfitta alle provinciali di marzo pesa parecchio nel Carroccio. Il leghista uscente Francesco Passerini, sindaco di Codogno, è stato infatti battuto da Fabrizio Santantonio del Pd, ex consigliere regionale e primo cittadino di Maccastorna. Numerosi sindaci cittadini lodigiani hanno infatti voltato la faccia al Carroccio, e la gestione della pandemia da parte della Regione è stato uno dei motivi.

A Monza, storica roccaforte della Lega, apre la lista del Carroccio Paolo Grimoldi, deputato ex segretario regionale, fedelissimo del numero uno Matteo Salvini fin dai tempi dei giovani padani. Il sindaco in cerca di conferma è Dario Allievi, forzista ex Alleanza Nazionale.

A Sesto San Giovanni apre la lista l’assessore alla cooperazione Claudio D’Amico, ex sindaco di Cassina de’ Pecchi, ma soprattutto tra le persone collegamento della Lega con il partito Russa Unita dell’autocrate Vladimir Putin.

Qui il segretario Matteo Salvini è già venuto a dar man forte al sindaco uscente leghista Roberto Di Stefano, che ha impostato la campagna elettorale con la demonizzazione dell’avversario di centrosinistra Michele Foggetta.

Se il Carroccio il 12 giugno, e nei possibili ballottaggi di quattordici giorni dopo, non dovesse avere un buon risultato si complicherebbe quindi la campagna della Lega verso la riconquista di Palazzo Lombardia nel 2023, e ovviamente verso le elezioni politiche.

È noto che Salvini avrebbe ipotizzato una sostituzione del presidente Attilio Fontana. Dopo l’assoluzione nello scandalo per la fornitura di camici dell’azienda del cognato durante la prima ondata pandemica, l’attuale numero uno della giunta sta invece pensando di riprovarci.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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    Società Civile per il No. È nato il comitato, promosso da vari esponenti della società civile, da sindacati, associazioni e realtà democratiche, che sostiene le ragioni del No al referendum costituzionale sulla riforma della Giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Presieduto da Giovanni Bachelet, il comitato ha nel direttivo nomi importanti come il segretario della Cgil Maurizio Landini, la presidente di Libertà e Giustizia Daniela Padoan e l’ex ministra Rosy Bindi. I principali punti del comitato vertono sul fatto che una magistratura autonoma, indipendente, che non guarda in faccia a nessuno sia una cosa che conviene ai cittadini. Il prossimo 10 gennaio a Roma si terrà la prima assemblea generale, per la partenza della campagna referendaria, che vedrà la nascita di comitati territoriali in tutta Italia per lanciare una campagna informativa sulle ragioni del No. “Riteniamo che sia una battaglia per evitare che venga minato un principio fondamentale della nostra democrazia”, ha detto Rosy Bindi, che fa parte del direttivo del comitato, nella nostra trasmissione Radio Sveglia. L'intervista di Alessandro Braga.

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