Approfondimenti

Giornali, libri, radio: le grandi concentrazioni


Nuova puntata di Memos sulle concentrazioni editoriali. Dall’annunciata fusione Repubblica-Stampa alle dismissioni del gruppo Rcs (libri e radio) verso la galassia Mediaset-Mondadori.

La libertà di stampa, il diritto di informare e di essere informati in modo plurale: in gioco ci sono principi importanti nei risvolti di queste operazioni di mercato.

Gli ospiti di oggi sono stati la politologa Nadia Urbinati e il giornalista Marco Mele.

«Il mercato delle idee, da John Stuart Mill in poi – sostiene Urbinati – è una base fondamentale per la libertà. È difficile per un cittadino controllare o sapere se ciò che riceve è un’informazione completa. L’unica nostra sicurezza ci viene dal fatto che le fonti siano diverse. Oggi mi sembra che le possibilità di scelta siano diminuite».

Sembra un’esperienza comune a diverse democrazie occidentali. C’è una tendenza del potere economico a concentrarsi, nonostante i limiti imposti dalle leggi antitrust. “È la democrazia liberale, bellezza!”, si potrebbe dire. È così?

Nadia Urbinati

«No, la democrazia non è così. È vero che c’è una diminuzione di pluralismo, però è sbagliato pensare che questa concentrazione sia l’esito della democrazia. La democrazia, semmai, è pluralizzazione più che concentrazione, è espansione e diffusione del potere. A mio parere le democrazie per rimanere solide devono dotarsi di strumenti istituzionali e di legge per poter porre rimedio alla concentrazione. La democrazia deve avere la certezza di una sfera pubblica libera, aperta e – come dice Jürgen Habermas – persino anarchica. La sfera pubblica non deve essere tenuta in mano da nessun padrone. È l’unica garanzia per noi cittadini per poter partecipare alla competizione elettorale in maniera libera e a aperta. Ma è anche una garanzia affinché coloro che sono eletti sappiano che sono lì pro-tempore».

Professoressa Urbinati, torniamo alla fusione annunciata Repubblica-Stampa e alla decisione della Fiat di uscire dal gruppo Rcs. In attesa che il tutto sia operativo (forse tra un anno) in Italia i principali tre quotidiani (Repubblica, Stampa e Corriere della Sera) saranno di fatto in mano a proprietà intrecciate attraverso le famiglie Elkann-Agnelli e De Benedetti. Una tale concentrazione di potere mediatico si verifica in una stagione politica di importanti consultazioni: le amministrative di giugno e il referendum confermativo delle modifiche alla Costituzione di ottobre. Non è una situazione pericolosa per il pluralismo?

«È chiaro che questi problemi esistono. Supponiano che io cittadina sia contraria a questa riforma elettorale o della Costituzione. Quali saranno per me, e per le persone come me, i canali per far conoscere la nostra idea? Sicuramente non ci sarà la stessa possibilità e opportunità. La maggioranza politica avrà dalla sua una grossa fetta di opinione, mentre la minoranza ne avrà molto di meno. Quindi, i giochi sono già fatti, ex ante. C’è un conformismo dell’opinione e un riallineamento del mondo dell’opinione pubblica con quello della politica governativa. A mio parere quello che lei pone è un problema serissimo. Si sta mettendo un’ipoteca – conclude Nadia Urbinati – sull’idea delle uguali opportunità per i cittadini e della libertà di potersi formare un’opinione sentendo, come si dice, “tutte le campane”».

Ospite della puntata di oggi di Memos anche il giornalista Marco Mele, esperto di media e comunicazione, che lavora al Sole24Ore. Mele racconta che nella concentrazione dell’editoria è incluso anche il settore delle radio nazionali. Con la vendita della Rcs Libri a Mondadori sono finite nell’orbita di Mediaset-Rti anche le radio del gruppo Finelco (105, Virgin, Montecarlo). Una grande concentrazione soprattutto nel settore della pubblicità.

Marco Mele
Marco Mele

«L’antitrust – ricorda Mele – ha aperto un’istruttoria in cui dice che al termine dell’operazione (Rcs-Finelco, ndr) il controllo del gruppo Finelco sarà di Rti-Mediaset. Il problema posto dall’antitrust aprendo l’istruttoria riguarda il controllo del mercato pubblicitario. Il gruppo Mediaset ha già in concessione la pubblicità di altre radio nazionali (Radio Kiss Kiss, Radio Italia Solo Musica Italiana e Radio 101), oltre alle tre del gruppo Finelco. Il problema principale per chiunque si occupi di informazione è la concentrazione nel mercato della pubblicità. Il fenomeno riguarda sia i trust nazionali (Publitalia, Rai, Repubblica-Espresso) che le grandi multinazionali americane del web come Google».

Per saperne di più ascolta tutta la puntata di Memos

  • Autore articolo
    Raffaele Liguori
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 01/07 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 01-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 01/07 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 01-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 01/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 01-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di lunedì 30/06/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 30-06-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Addio all’architetto Francesco Borella

    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

    Clip - 01-07-2025

  • PlayStop

    Dodici Pollici del 1/7/25 - Enrico Gabrielli

    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

    A tempo di parola - 01-07-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di martedì 01/07/2025 delle 14:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 01-07-2025

  • PlayStop

    L'informazione al tempo del nuovo (dis)ordine mondiale - 01/07/2025

    Con Andrea Fabozzi (direttore del Manifesto), Luciano Fontana (direttore del Corriere della Sera) e Agnese Pini (direttrice di Quotidiano Nazionale). Coordina Lorenza Ghidini (direttrice di Radio Popolare).

    All you need is pop 2025 - 01-07-2025

  • PlayStop

    Cult di martedì 01/07/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 01-07-2025

  • PlayStop

    Summertime di martedì 01/07/2025

    L’impatto dell’ondata di calore sui mari e le conseguenze, con Simona Masina, direttrice dell’Istituto per la Previsione del Sistema Terra del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. L’ipocrisia, ancora una volta, del decreto flussi, con Maurizio Bove, presidente Anolf Cisl Lombardia. Potere al Popolo infiltrata da 5 agenti di polizia per 8 mesi, con Giuliano Granato, portavoce nazionale di Potere al Popolo e il direttore di Fanpage Francesco Cancellato. Muoversi tra i disservizi del trasporto pubblico, microfono aperto. La rubrica Racconto Lucano di Sara Milanese.

    Summertime - 01-07-2025

Adesso in diretta