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Un regalo ai ricchi, un duro colpo per i poveri. Ecco la “bellissima” legge fiscale di Trump

Trump

Nella sua megalomane retorica, Trump l’ha ufficialmente chiamato “Un grande e bellissimo progetto di legge”. Ma quando sarà approvato sarà un incubo per milioni di americani. Molti dei quali, suoi elettori. Dopo l’attacco sui siti nucleari dell’Iran – i cui risultati sono tuttora molto contestati – la vittoria ottenuta alla Corte Suprema sui poteri del presidente e sullo Ius soli, l’approvazione della Bellissima Legge è la terza tappa fondamentale per definire la sostanza politica del secondo mandato di Trump e indirizzare gli Stati Uniti verso un futuro sempre più conservatore e reazionario. In sostanza, con la scusa di diminuire il deficit – in realtà, secondo alcuni studi, lo aumenterebbe – il progetto di legge stanzia fondi per gli arresti e le deportazioni dei migranti, per l’incremento delle spese del Pentagono e per gli sgravi fiscali dei più abbienti, già premiati nel primo mandato di Trump con un taglio delle tasse. In questa legge, i tagli previsti, invece, colpiscono le riforme dei presidenti democratici. Tagliati i fondi che Biden aveva previsto per la lotta ai cambiamenti climatici, il pacchetto andrebbe anche a modificare l’ObamaCare, riducendo le adesioni alla storica legge di riforma sanitaria approvata nel 2010, riforma che i repubblicani da tempo vogliono smantellare. Ma il colpo peggiore sarebbe per il Medicaid, il programma federale che aiuta le persone e le famiglie con basso redditto a sostenere i costi di un’assicurazione sanitaria. La riforma entrò in vigore nel 1965, voluta dall’allora presidente Lyndon Johnson e da allora è stato uno dei pochi pilastri del sistema sanitario Usa. Secondo un report dell’ufficio studi del Senato, la Bellissima Legge di Trump lascerebbe senza questa assicurazione quasi 12 milioni di persone entro il 2034. Un dato lievemente superiore rispetto a quello fornito dalla Camera dei Rappresentanti, secondo cui le persone interessate sarebbero poco più di 10 milioni. Sono questi i tagli che non convincono alcuni dei senatori repubblicani. Sono almeno quattro ad aver espresso critiche e preannunciato un voto contrario se non ci saranno modifiche al progetto di legge. Se la fronda si allarga, la legge rischia di non tornare alla Camera. Per questo Trump ha minacciato e fatto pressioni sui ribelli.

  • Autore articolo
    Michele Migone
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