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Sinistra in crisi perché ha abbandonato il marxismo

“Nella cultura della sinistra è prevalsa l’idea che il crollo dell’impero sovietico equivaleva al crollo del grande prodotto culturale che è stato il marxismo. Il marxismo ha studiato il capitalismo meglio dei grandi studiosi liberali, Marx è meglio di Keynes e Schumpeter”.

Giorgio Galli è stato ospite negli studi di Radio Popolare. Ha spiegato così la crisi della sinistra italiana, facendola risalire allo sbandamento culturale seguito al crollo del muro di Berlino e alla fine dell’Urss:

“la sinistra italiana nella grande maggioranza ha identificato la Russia con il marxismo e il socialismo, il che non era vero – ha detto Galli intervistato da Luigi Ambrosio a Il Demone del Lunedì – quando ha visto crollare l’Unione Sovietica la sinistra ha creduto che fosse crollato anche questo grande prodotto culturale (il marxismo) che avrebbe permesso di capire il capitalismo globalizzato delle multinazionali”.

“Avendo abbandonato strumenti concettuali costruiti in un secolo e più -ha continuato Giorgio Galli- la sinistra si è trovata spiazzata di fronte al neoliberismo, la famosa idea della Thatcher ‘non c’è alternativa’, il sistema attuale visto come unico sistema possibile”.

Il 10 febbraio il professor Giorgio Galli ha compiuto 90 anni. Da sempre studia la sinistra, il capitalismo, le dinamiche politiche internazionali. Uno sguardo lucido sul presente, il suo, e una attività intellettuale che non si ferma. Galli ha appena pubblicato assieme a Mario Caligiuri ‘Come si comanda il mondo – teorie, volti, intrecci’ per Rubettino editore. E’ una analisi delle dinamiche di potere sul pianeta, sempre più nelle mani del sistema economico-finanziario a discapito di quello politico. ‘Come si comanda il mondo’ è il primo titolo di una trilogia dedicata al tema.

“Il potere è nelle mani delle multinazionali e le 5 multinazionali più potenti sono quelle dell’informatica” ha affermato Galli, centrando uno dei temi cruciali del mondo di oggi.

Le più importanti sono quelle dell’informazione. Questo è solo un problema o si aprono anche delle opportunità?

“Apre delle opportunità di sicuro -risponde Galli- però, come è stato importante per la rivoluzione scientifica imparare a leggere, adesso bisogna imparare a utilizzare e selezionare le informazioni.

I giovani fanno benissimo a usare questo strumento ma oltre all’estensione c’è un problema di profondità, e la profondità la danno ancora i libri. I migliori tra i giovani -sostiene Galli- sono quelli che continuano anche a leggere i libri. Saranno la classe dirigente del futuro”.

Secondo il professore, i giovani sono la speranza in un paese, l’Italia, dove la classe politica non è all’altezza del compito:

“La classe politica è modesta, la grande generazione del dopoguerra era cresciuta negli scontri, nelle difficoltà, nell’esilio, ed è stata la generazione che ha sviluppato l’Italia. Finita questa classe politica è cominciato un vuoto perché non c’è un ceto dirigente formato negli studi. Il ceto dirigente è stato cooptato dai precedenti che invece che selezionare i migliori hanno selezionato i più conformisti”.

Ascolta in podcast l’intervista con Giorgio Galli

http://pod.radiopopolare.it/demonefatti_2_12_02_2018.mp3

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    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

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    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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