
“Sei incredibile, non c’è nessuno come te.” Così, poco fa, Donald Trump si è rivolto al principe della corona Mohammed bin Salman, durante un discorso al Forum economico in corso a Ryad. Trump ha detto che il principe è riuscito a fare in dieci anni quello che nessuno riteneva possibile. È riuscito a trasformare l’Arabia Saudita in un centro finanziario e degli affari centrale, per il mondo. E questo senza interventi di neocon esportatori di democrazia o ong liberali, ha sottolineato Trump. In effetti, come previsto, questo viaggio di Trump in Medio Oriente si sta trasformando in una sorta di orgia di soldi e affari. Stati Uniti e Arabia Saudita hanno firmato un accordo che prevede la vendita a Ryad di armi, attrezzature e servizi militari all’avanguardia per 142 miliardi di dollari. In cambio, i sauditi si impegnano a investire negli Stati Uniti 600 miliardi di dollari. L’accordo include altre cose: l’esportazione verso l’Arabia Saudita di turbine a gas e soluzioni energetiche per un totale di 14,2 miliardi di dollari e di aerei passeggeri Boeing 737-8 per un totale di 4,8 miliardi di dollari. C’è l’intesa tra l’agenzia spaziale saudita e la NASA per un progetto di meteorologia spaziale, c’è l’assistenza reciproca tra le autorità doganali dei due Paesi, c’è la cooperazione nella ricerca sanitaria e sulle malattie infettive e in materia di conservazione.
Se si dava un’occhiata ai giornali israeliani, questa mattina, si percepiva la preoccupazione, ma anche lo sbigottimento, con cui il mondo politico e dei media israeliani guarda a questo viaggio di Trump. Non è tanto il fatto che Trump abbia evitato di aggiungere Israele alla lista dei Paesi visitati. Quello che appare chiaro, è che Trump ha una propria agenda, che non si capisce più quanto coincida con quella di Israele, e la sta portando avanti con la determinazione di un bulldozer. Tra gli ultimi avvenimenti, che hanno suscitato preoccupazione in Israele: i negoziati diretti con l’Iran, che non precludono la possibilità che l’Iran mantenga il nucleare per usi civili; il cessate il fuoco con gli Houthi, senza che questi abbiano fermato gli attacchi su Israele; la liberazione da parte di Hamas dell’ostaggio americano; la possibilità che gli Stati Uniti diano il via libera al nucleare civile saudita, senza che prima ci sia un riavvicinamento diplomatico tra Israele e Arabia Saudita. Ecco quindi che c’è preoccupazione, in Israele, per quello che Trump potrebbe annunciare durante questo viaggio, in tema di soluzione del conflitto a Gaza.