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La scuola non serve a nulla

Oggi, 28 ottobre, si celebra una gran bella ricorrenza!

28 OTTOBRE
Oggi, 28 ottobre, si celebra una ricorrenza storica decisamente importante.
Oggi si celebra un grande evento, una grande vittoria, un grande uomo: forse, tra tutti i capi della storia, quello che mi sta più simpatico; e lo dico seriamente.
Oggi celebriamo un condottiero che, contro tutto e contro tutti, portò a termine la sua battaglia personale, la sua marcia. Salendo, finalmente, al potere.
Egli riformò lo Stato come nessuno prima di lui aveva fatto: ciò nonostante, gli sarebbe comunque sempre restata addosso l’assurda e infamante accusa di despota sanguinario. Ma sappiate, signori, che la democrazia è capriccio abbastanza recente dell’umanità: in quell’epoca, invece, marcata dall’instabilità, la storia poneva di fronte sfide (che solo le grandi personalità avrebbero raccolto) e che richiedevano ben altre virtù: la forza, l’ardimentoso sprezzo del pericolo, la celerità nell’azione, l’abilità nel guidare le milizie (pochi fronzoli, insomma). Lui ci riuiscì.
E prese il potere. Andò a Roma, e Roma fu il palcoscenico della sua gloriosa impresa:
“Molto egli oprò co ‘l senno e con la mano,
molto soffrí nel glorioso acquisto;
e in van l’Inferno vi s’oppose, e in vano
s’armò d’Asia e di Libia il popol misto”
avrebbe detto il Tasso. Ma non solo la Libia: tante altre conquiste e battaglie furono sue (perchè egli, indomito, per primo intuì che se il potere era a Roma, bisognava trasfonderlo anche altrove). E sempre con questa infamante accusa: quella d’essere un tiranno.
Queste sono le ingiustizie della Storia!
Ma se ne possono azzardare i motivi, e forse ritrovarvi dei brandelli di ragione.
Primo: non gli fu perdonato d’aver cambiato idea sulla religione, all’inizio ferocemente combattuta, e poi dopo, grande alleata. Sì, perchè il nostro l’aveva capito (fu furbizia o grande esercizio di pragmaticità?) che dalle nostre parti, senza allearsi con con Cristo, non si governa. E la Chiesa, riconoscente, lo esaltò.
Secondo: l’aver fatto ammazzare dei suoi parenti. Per mere convenienze di potere politico, fu il responsabile della morte di persone a lui legate da vincoli di sangue! (eh sì, questo aspetto è poco conosciuto…)
Terzo: gli alleati. Ahi, sì, qui il duce sbagliò: è qui l’inizio di tutti i suoi mali. Mai, mai avrebbe dovuto allearsi con il terribile e infame straniero, con Licinio!
E tuttavia, quest’oggi celebriamo il suo gesto d’imperio: il 28 ottobre 312 l’imperatore romano Costantino I sconfisse, nella celebre battaglia di Ponte Milvio a Roma, il rivale Massenzio: morto il quale, sarebbe diventato lui il padrone incontrastato di tutta l’Italia.
Celebre l’aneddoto (che poi portò all’Editto di Milano del 313) secondo cui Costantino avrebbe visto in cielo, come segno beneaugurante prima della battaglia, una croce accanto cui trionfava la scritta
“IN HOC SIGNO VINCES!”

 

  • Antonello Taurino

    Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere e diploma in Conservatorio, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del M° J. Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Si esibisce anche inglese all’estero con il suo spettacolo di Stand-up, Comedian. Attualmente è in tournèe con i suoi spettacoli (non tutti la stessa sera): Miles Gloriosus (2011), Trovata una Sega! (2014), La Scuola non serve a nulla (2016) e Sono bravo con la lingua (2020). La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle Medie. Non prende mai gli ascensori.

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L'Ambrosiano

Albero della dimenticanza, antifascismo, follie d’amore e libertà

Un’antica leggenda racconta d’un poeta in difficoltà con l’amata che va a coricarsi sotto l’Albero della dimenticanza sperando di rimarginare la ferita insanabile. Ma al risveglio s’accorge che il ricordo dell’amata è più vivo di prima: amava tanto la donna che s’era scordato di dimenticare. Il mito è metafora dell’Italia d’oggi. «Facile trovare motivi di preoccupazione, ma stiamo a vedere»: Liliana Segre ha risposto a Fazio che le chiedeva come guardare alla destra al governo. Sull’antifascismo nervo scoperto nell’arduo passaggio la Senatrice scampata ad Auschwitz è stata pure chiara: «Voglio sperare che ci sia ancora». Un auspicio, non una certezza. Due sono i criteri cui ispirarsi: Meloni & e C. democraticamente eletti han diritto-dovere di governare. A quelli che dissentono e che non possono non ricordare origini politiche, culturali, valoriali di molti oggi al governo e presto ai vertici dei poteri collegati tocca vigilare con preoccupata lucidità sulle scelte che saran fatte. Sarà d’obbligo accompagnare la vigilanza con salutare autocritica e reinvenzione dell’antifascismo. Andrà scrostata l’ossidazione non vista a lungo sui principi fondanti la Costituzione repubblicana nata dalla Lotta di Liberazione: omissioni, atti mancati, tradimenti. Un esempio. Ai cattolici orfani della Dc Martini raccomandò di fare come gli Ebrei: liberatisi dalla schiavitù dell’Egitto attraversarono il deserto per cercare la Terra Promessa. Alcuni seguirono il consiglio: scelsero cultura e servizio civico; altri contribuirono a Ulivo e poi Pd (ma la Chiesa ruiniana li delegittimò); molti salirono scranni e strapuntini tra le nipotine di Mubarak. Ci vorranno fantasia, immaginazione, rischio, coraggio, spirito di servizio, senso di istituzioni e bene comune. Purtroppo tali virtù latitano se si guarda alle opposizioni: non faremo sconti, saremo intransigenti. Il pugile suonato dal ko sa però che per la rivincita deve lavorare sodo. Ci aspetta il voto per Lombardia e Lazio. L’Albero della dimenticanza misura l’amore per libertà e democrazia: siam condannati a non dimenticare che non si conquistano una volta per tutte. Se ne siam proprio, davvero innamorati: quasi una follia!

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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Tra Buddha e Jimi Hendrix

Lsd, misticismo ed elevati stati di coscienza: La storia di Ram Dass, il professore di Harvard che divenne l’eroe illuminato della controcultura americana

Anche in Italia è finalmente uscito un libro che è un piccolo miracolo, uno di quei testi potenti che quando arrivano diventano testimonianze imprescindibili per capire epoche e pezzi di storia altrimenti insondabili. È il caso di “Essere Ram Dass” (qui da noi pubblicato da Edizioni Il Punto d’Incontro), l’autobiografia postuma – l’autore ci ha lasciato un paio d’anni fa – di una delle voci spirituali più autentiche e significative degli ultimi 50 anni.
Iniziamo col dire che Ram Dass – nato nel 1931 in un agitatissima famiglia ebreo-americana col nome di Richard Alpert- nella vita è stato molte cose: un professore di psicologia a Harvard che faceva esperimenti psichedelici insieme al celebre Dr Timothy Leary e ai suoi studenti per capire i segreti della coscienza; il vice-direttore della compagnia ferroviaria gestita dal padre, che era un manager così influente da invitare a cena gente tipo Albert Einstein e altre celebrità dell’epoca. Ma Richard è stato anche un omosessuale in anni in cui questa scelta equivaleva ad avere tatuata una lettera scarlatta sulla fonte; il seguace di uno stranissimo mistico indiano; un autore di best seller spirituali; un vecchio costretto sulla sedia a rotelle dalla malattia; e infine un’icona di quell’amore che non conosce sponde né confini.
Tutta questa vita viene raccontata nelle oltre 500 pagine del libro, che non è solo la biografia di un essere illuminato ma anche un fiume narrativo che scorre attraverso la controcultura americana dei sessanta e dei settanta, per poi toccare l’esplosione della New Age e tutto ciò che questo ha portato, fino ai giorni nostri.
La cosa miracolosa è che Ram Dass – coadiuvato nella scrittura da Rameshwar Dass, amico e stretto collaboratore di una vita – riesce a farlo con uno stile narrativo che odora di beat, spontaneo, serrato e brutalmente onesto anche nel raccontare miserie, conflitti interiori e cadute dell’autore stesso nella sua lunga e tortuosa strada verso la piena consapevolezza. Nel testo via via si susseguono presenze iconiche – amici come Allen Ginsberg, Alan Watts, i Gratefull Dead, Bob Thurman, George Harrison e molti altri – e racconti epici come nella migliore tradizione delle grandi storie dei mistici indiani, a partire da “Autobiografia di uno Yogi di Yogananda, ma raccontate col piglio dei grandi narratori americani.
Un libro speciale. Una storia speciale. Segreti, illuminazioni e magie di un’epoca in cui alcuni suoi figli hanno davvero provato a brillare di luce propria, seguendo i bizzarri insegnamenti di uno strano guru indiano perennemente avvolto in una coperta a quadri: Neem Karoli Baba, per tutti Maharaji. Sarà questo goffo e attempato signore, dagli occhi profondi come una fossa oceanica e una shanti capace di stordire, a trasformare Richard Alpert – professore di Harvard in eterno conflitto interiore che attraverso gli acidi e una vita a mille all’ora sta cercando un proprio posto nel mondo – in Ram Dass, il maestro spirituale che nei successivi 40 anni illuminerà la vita di molti, diventando una figura di riferimento per chi ricerca nuovi livelli di consapevolezza e un amore per tutto e tutti che vada oltre ogni umana comprensione.

  • Federico Traversa

    Genova 1975, si occupa da anni di musica e questioni spirituali. Ha scritto libri e collaborato con molti volti noti della controcultura – Tonino Carotone, Africa Unite, Manu Chao, Ky-Many Marley – senza mai tralasciare le tematiche di quelli che stanno laggiù in fondo alla fila. La sua svolta come uomo e come scrittore è avvenuta grazie all'incontro con il noto prete genovese Don Andrea Gallo, con cui ha firmato due libri di successo. È autore inoltre autore di “Intervista col Buddha”, un manuale (semi) serio sul raggiungimento della serenità mentale grazie all’applicazione psicologica del messaggio primitivo del Buddha. Saltuariamente collabora con la rivista Classic Rock Italia e dal 2017 conduce, sulle frequenze di Radio Popolare Network (insieme a Episch Porzioni), la fortunata trasmissione “Rock is Dead”, da cui è stato tratto l’omonimo libro.

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Mia cara Olympe

Meloni e la scommessa dell’egemonia

Ormai sapete tutto. Della ‘sottoscritta’ in primis, della sua grinta, dei due ridotti a valletti con sorriso appiccicato, e poi, a scendere, di tutti i suoi sodali. Del passato archiviato nel movimento liberazione della donna e del presente di Eugenia Roccella cui è ora affidata l’italica natalità, per esempio: e non perché qui si sottovaluti la questione demografica (e il desiderio di maternità che, ci dicono i numeri, resta in parte inevaso) ma perché è micidiale impaginarla così e pretestuoso connetterla con l’interruzione di gravidanza che, ancora i numeri, è in calo costante dal momento in cui ha visto la luce la bistrattatissima legge 194, alla quale promettiamo mobilitazione eterna. Del fatto poi che si sia archiviata la transizione ecologica, come se questo paese, potesse, per bacchetta magica destrorsa, eluderne la necessità e obliare il ritardo. Del merito, legato all’istruzione, avete letto e riletto: quel che vorrebbe essere un proclama a voce spiegata è in realtà una parola così carica di ambiguità da restarne sopraffatta e svuotata. Della disabilità e di un apposito ministero anche: che ci fosse bisogno di maggiore attenzione nulla quaestio, ma che avvenga rinchiudendo, settorializzando e non includendo, moltissimi dubbi. La sovranità alimentare, poi, ha scatenato il web progressista che ha pensato a verze e salsicce nostrane versus kebab, in realtà in gran parte ignorando trattasi di propositi Fao e di parola d’ordine delle comunità campesine: fatta ammenda, resta l’interrogativo legittimo su dove si andrà a parare… Il mare e il sud detta così sarebbe cosa cara al nostro cuore se non si temesse, con molti buoni motivi, che lì si può annidare il peggio per respingere chi dal mare cerca di arrivare, perdipiù in competizione con il ministero salviniano che vorrebbe tenersi stretta la nobile mission. E si potrebbe continuare con le biografie dei molti ministri e delle poche ministre (avendo la sottoscritta sfondato per prima il tetto di cristallo, non c’è bisogno d’altro, avranno pensato): alcune e alcuni purtroppo arcinoti, da Salvini a Santanchè, ma poi alcune figure che, a nominarle in elenco, siamo in sempre aperto teatro e che valuteremo  doverosamente alla prova dei fatti: si avanza il cognato, segue il commercialista che dovrà occuparsi di un problemino come l’energia. Sapete già tutto e molto di più di quanto brevemente qui si è riassunto del governo di Giorgia Meloni, si certo, la ‘prima’, ma qui sul punto abbiamo già detto.

Solo un consiglio a tutti noi una volta che avremo esaurito ironie e battute. La natalità, il merito, il mare, la nazione, la sicurezza e via elencando dal nuovo vocabolario della destra sono lì a significare una cosa sola: che si fa sul serio e che in gioco c’è molto, moltissimo. Nell’era di Giorgia Meloni non solo si archivia nella soffitta del passato e dell’insignificanza il paradigma antifascista, ma si punta in alto, alla cultura diffusa del paese. È il bersaglio grosso: tu chiamala se vuoi egemonia.

  • Assunta Sarlo

    Calabromilanese, femminista, da decenni giornalista, scrivo e faccio giornali (finché ci sono). In curriculum Ansa, il manifesto, Diario, il mensile E, Prima Comunicazione, Io Donna e il magazine culturale cultweek.com. Un paio di libri: ‘Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia’ con Francesca Zajczyk, e ‘Ciao amore ciao. Storie di ragazzi con la valigia e di genitori a distanza’. Di questioni di genere mi occupo per lavoro e per attivismo. Sono grata e affezionata a molte donne, Olympe de Gouges cui è dedicato questo blog è una di loro.

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La scuola non serve a nulla

ELENCO DEI MINISTRI DEL GOVERNO MELONI

Ministro della DIFESA della razza: Guido Crosetto

AGRICOLTURA E SOVRANITÀ ALIMENTARE con delega alla battaglia del grano: Francesco Lollobrigida

RIFORME e “…ANCHE COSE BUONE”: Elisabetta Casellati

AFFARI REGIONALI, AUTONOMIE E RAPPORTI COI PODESTÀ: Roberto Calderoli

Ministro della GIUSTIZIA e Tribunali Speciali: Carlo Nordio

INFRASTRUTTURE, TRENI IN ORARIO E VICEPREMIER (e “vicepremier” non è una carica, è proprio un altro ministero creato apposta per lui, così sta zitto): Matteo Salvini

Ministro dell’ECONOMIA AUTARCHICA e delle Corporazioni: Giancarlo Giorgetti

Ministro ESTERI e dissidenti al confino (che tanto prima c’era Giggino, quindi anche un posacenere è mejo): Antonio Tajani

Ministro INTERNO con delega a colonie e posti al sole: Matteo Piantedosi

IMPRESE E MADE IN ITALY (EX SVILUPPO ECONOMICO: sì, abbiamo cambiato nome per una ancor più decisa esaltazione dell’italianità che… eh, ma allora, che cazzo, ragazzi! Le basi proprio… allora doveva essere “Ministero del Fatto in Italia”! Va be’, va… ormai lasciamolo così): Adolfo Urso

AMBIENTE E SICUREZZA ENERGETICA (questa lo capiamo dopo che vor di’… ma dovrebbe essere ‘na cosa che c’entra cor gas): Paolo Zangrillo

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, PALUDI PONTINE O MINISTERO EQUIPOLLENTE AL PRECEDENTE (nel dubbio ce lo giochiamo a pari e dispari): Gilberto Pichetto Fratin

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO (che va be’, basterebbe telefonarsi… ma uno che parla coll’aula sorda e grigia, bivacco di manipoli lo teniamo): Luca Ciriani

UNIVERSITÀ E RICERCAAhhahahhaahaha!: Anna Maria Bernini

LAVORO POLITICHE SOCIALI, ASSEGNI e PENSIONI ISTITUITE IN PRECEDENZA DA ALTRI, MA CHE POI DIREMO DI AVERLE FATTE NOI: Marina Calderone

MINCULP … cioè BENI CULTURALI: Gennaro Sangiuliano

(DIO, PATRIA e) FAMIGLIA, NATALITÀ E PARI OPPORTUNITÀ (Il Ministero “Pari opportunità” per la donna, accorpato a “Famiglia” e “Natalità”: oh, dai, se non è un capolavoro questo!): Eugenia Roccella

DISABILITÀ e devianze: Alessandra Locatelli

SPORT, GIOVANI, PRIMAVERE DI BELLEZZA e CALCIO BALILLA: Andrea Abodi

SALUTE e NOTTI MAGICHE: Orazio Schillaci

ISTRUZIONE E MERITO (non come quelli di prima, che gli studenti che non facevano una mazza ricevevano un botto di premi): Giuseppe Valditara

TURISMO (e chi meglio di lei: “venite a Courmaaa!!!”): Daniela Santanchè

AFFARI EUROPEI e rapporti con le democrazie plutocratiche: Raffaele Fitto

MARE E MEZZOGIORNO (che “BASTA CHE CE STA ‘U SUL, A PIZZA, E PESCATOR, A PUMMAROLA ‘NGOPP’ A POSILLIPO E CCA SIMO TUTTI TERRONI” pareva brutto): Nello Musumeci

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO: Meloni Giorgia.
Donna, madre, cristiana, italiana.
Purtroppo.

#GovernoMeloni #ministri #governo #Meloni

  • Antonello Taurino

    Docente, attore, comico, formatore: in confronto a lui, Don Chisciotte è uno pratico. Nato a Lecce, laurea in Lettere e diploma in Conservatorio, nel 2005 si trasferisce a Milano. Consegue il Diploma di attore nel Master triennale SAT 2005-2008 del M° J. Alschitz e partecipa a Zelig dal 2003 al 2019. Si esibisce anche inglese all’estero con il suo spettacolo di Stand-up, Comedian. Attualmente è in tournèe con i suoi spettacoli (non tutti la stessa sera): Miles Gloriosus (2011), Trovata una Sega! (2014), La Scuola non serve a nulla (2016) e Sono bravo con la lingua (2020). La mattina si diverte ancora tanto ad insegnare alle Medie. Non prende mai gli ascensori.

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    DOC – Tratti da una storia vera - 09-11-2025

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    A cura di Elena Mordiglia. Nella città frenetica, in quello che non sempre sembra un paese delle meraviglie, ci sono persone da raccontare e da ascoltare. Quale lavoro fanno? Come arrivano alla fine del mese? Quale rapporto hanno con la città in cui vivono? Ma parleremo anche di cosa le appassiona ed entuasisma. Registratore alla mano e scarpe buone, queste storie ve le racconteremo.

    Alice, chiacchiere in città - 09-11-2025

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    Bollicine di domenica 09/11/2025

    Che cos’hanno in comune gli Area e i cartoni giapponesi? Quali sono i vinili più rari al mondo? Giunta alla stagione numero 17, Bollicine ogni settimana racconta la musica attraverso le sue storie e le voci dei suoi protagonisti: in ogni puntata un filo rosso a cui sono legate una decina di canzoni, con un occhio di riguardo per la musica italiana. Come sempre, tutte le playlist si trovano sul celeberrimo Bolliblog.com. A cura di Francesco Tragni e Marco Carini

    Bollicine - 09-11-2025

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    Ricordi d'archivio di domenica 09/11/2025

    Da tempo pensavo a un nuovo programma, senza rendermi conto che lo avevo già: un archivio dei miei incontri musicali degli ultimi 46 anni, salvati su supporti magnetici e hard disk. Un archivio parlato, "Ricordi d'archivio", da non confondere con quello cartaceo iniziato duecento anni fa dal mio antenato Giovanni. Ogni puntata presenta una conversazione musicale con figure come Canino, Abbado, Battiato e altri. Un archivio vivo che racconta il passato e si arricchisce nel presente. Buon ascolto. (Claudio Ricordi, settembre 2022).

    Ricordi d’archivio - 09-11-2025

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    Giocare col fuoco di domenica 09/11/2025

    Giocare col fuoco: storie, canzoni, poesie di e con Fabrizio Coppola Un contenitore di musica e letteratura senza alcuna preclusione di genere, né musicale né letterario. Ci muoveremo seguendo i percorsi segreti che legano le opere l’una all’altra, come a unire una serie di puntini immaginari su una mappa del tesoro. Memoir e saggi, fiction e non fiction, poesia (moltissima poesia), musica classica, folk, pop e r’n’r, mescolati insieme per provare a rimettere a fuoco la centralità dell’esperienza umana e del racconto che siamo in grado di farne.

    Giocare col fuoco - 09-11-2025

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    La Pillola va giù di domenica 09/11/2025

    Una trasmissione settimanale  a cura di Anaïs Poirot-Gorse con in regia Nicola Mogno. Una trasmissione nata su Shareradio, webradio metropolitana milanese che cerca di ridare un spazio di parola a tutti i ragazzi dei centri di aggregazione giovanili di Milano con cui svolgiamo regolarmente laboratori radiofonici.

    La Pillola va giù - 09-11-2025

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    Comizi d’amore di domenica 09/11/2025

    Quaranta minuti di musica e dialoghi cinematografici trasposti, isolati, destrutturati per creare nuove forme emotive di ascolto. Ogni domenica dalle 13.20 alle 14.00, a cura di Stefano Ghittoni.

    Comizi d’amore - 09-11-2025

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    C'è di buono di domenica 09/11/2025

    La cucina e il cibo hanno un ruolo essenziale nella nostra vita, influenzano il nostro benessere e riflettono chi siamo. Scegliere consapevolmente cosa mangiare è cruciale e dovrebbe essere affrontato con conoscenza e divertimento. Niccolò Vecchia, nel programma "C'è di buono", racconta ogni settimana di prodotti e cucina, raccogliendo storie contadine antiche e moderne, esplorando una cultura gastronomica che è allo stesso tempo popolare e raffinata.

    C’è di buono - 09-11-2025

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    Le montagne di domenica 09/11/2025

    di Marco Albino Ferrari con L’AltraMontagna, regia di Claudio Agostoni. “Le montagne” è la nuova trasmissione sulle terre alte italiane. Otto puntate, ognuna dedicata a un tema di grande attualità. Il ritorno del selvatico, i nuovi montanari, i rifugi alpini, cosa lascia il ritiro dei ghiacciai… Insieme a esperti e a profondi conoscitori dei luoghi, proveremo a definire le basi per una forma accettabile di integrazione tra uomo e ambienti naturali. E ci accorgeremo che ciò che riguarda le montagne, infondo, riguarda tutti noi. Anche chi vive in città.

    Le montagne - 09-11-2025

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    Onde Road di domenica 09/11/2025

    Autostrade e mulattiere. Autostoppisti e trakker. Dogane e confini in via di dissoluzione. Ponti e cimiteri. Periferie urbane e downtown trendaioli. La bruss e la steppa. Yak e orsetti lavatori. Il mal d’Africa e le pastiglie di xamamina per chi sta male sui traghetti. Calepini e guide di viaggio. Zaini e borracce. Musiche del mondo e lullabies senza tempo. Geografie fantastiche ed escursioni metafisiche. Nel blog di Onde Road tutti i dettagli delle trasmissioni.

    Onde Road - 09-11-2025

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    Ricciardi, il commissario antifascista che si ispira a Camus

    Nato dalla penna di Maurizio De Giovanni e presente in buona parte della sua opera letteraria, il Commissario Ricciardi ritorna nella terza stagione della serie a lui dedicata su Rai1 e sceneggiata dallo stesso autore dei romanzi. Diretto nel 2021 da Alessandro D’Alatri, seguito poi da Gianpaolo Tescari, per la seconda e la terza stagione, Ricciardi indaga nella Napoli degli anni ‘30 in pieno regime fascista, rifiutandone le regole imposte. “Ricciardi non è un protagonista tipico, è un anti-protagonista – spiega Guanciale -. È molto empatico e come il protagonista di La Peste di Camus, si preoccupa di fare bene il suo mestiere a prescindere dalle imposizioni che gli vengono fatte”. Sempre in cerca di giustizia, in una forma di resistenza al potere dittatoriale di Mussolini, molto presente nel contesto dei casi da risolvere. I fantasmi che si aggirano nella mente del Commissario, immaginati nei libri di De Giovanni, nella serie prendono forma durante le indagini. L’intervista di Barbara Sorrentini.

    Clip - 09-11-2025

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