Approfondimenti

Il rischio di escalation in Medio Oriente, le elezioni suppletive di Monza e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di lunedì 23 ottobre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La guerra nel Medio Oriente continua e si intensificano i timori di una sua possibile espansione. A Monza, Galliani ha vinto il seggio precedentemente detenuto da Berlusconi, sconfiggendo Marco Cappato. Nel frattempo, il centrosinistra si prepara a festeggiare la probabile vittoria della candidata Maria Episcopo a Foggia. Nel governo, emergono tensioni a causa del possibile rinvio del passaggio al mercato libero dell’energia. Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di revoca del carcere duro per Alfredo Cospito.

Le preoccupanti tensioni tra Israele e Iran

In poco più di due settimane i bombardamenti israeliani su Gaza hanno fatto più di 5mila morti. E più di 2mila sono bambini. Lo hanno detto le autorità locali.
Secondo le Nazioni Unite un milione e 400mila persone – oltre la metà della popolazione della Striscia – sono ormai profughi interni, oltretutto in un territorio molto piccolo.
La guerra quindi prosegue e aumentano anche i rischi di un suo possibile allargamento.

(di Emanuele valenti)

 

Il capo del Pentagono, Austin, ha detto questa sera di essere preoccupato proprio da un possibile allargamento del conflitto. Ricordiamo che gli Stati Uniti hanno già spostato due navi da guerra nel Mediterraneo Orientale.  L’amministrazione Biden vorrebbe evitare una guerra allargata ma ha anche dato pieno appoggio a Netanyahu.

(di Roberto Festa)

 

Ma quanto è probabile un intervento, diretto o indiretto, dell’Iran in questa guerra?
Michele Migone ne ha parlato con Cinzia Bianco, dell’European Council for Foreign Releations, esperta di Medio Oriente

 

Questa sera intanto i media israeliani, così come alcuni media internazionali, parlano di passi in avanti nella trattativa per la liberazione di una parte degli ostaggi in mano ad Hamas. Si tratterebbe, nel caso, degli ostaggi con doppia cittadinanza.

Le elezioni suppletive di Monza

(di Fabio Fimiani)
Un’affluenza bassa, il che però ha fatto mantenere il seggio senatoriale della provincia di Monza e Brianza al centrodestra con la stessa percentuale di un anno fa.
Silvio Berlusconi fu eletto al Senato con il 50,2%, Adriano Galliani ha preso il 51% a scrutinio ancora in corso.

Il centrosinistra si è presentato con il radicale Marco Cappato che ha preso il 38%, rispetto al 27 e 1 del 2022, allora c’erano anche i candidati del Terzo Polo, che aveva preso il 10, e del Movimento 5 stelle, 7 e 7%.
Unione popolare ha preso 1,9, sotto questa percentuale tra 1,8 e 1,1 le altre 5 liste presenti nel collegio senatoriale di Monza e Brianza: Nord con Sud, Partito Comunista Italiano, Democrazia Sovrana Popolare, Forza del Popolo e Democrazia e Sussidiarietà.

Un risultato nelle attese, anche per la lunga discussione nel centrosinistra se appoggiare la candidatura di Marco Cappato, non gradita alle forze politiche locali, in primis il Partito Democratico.
Una vicenda che si è conclusa venerdì con la dichiarazione al quotidiano cattolico Avvenire del sindaco di Monza Paolo Pilotto di votare scheda bianca.

Una giornata di sconfitte per la sinistra

(di Anna Bredice)
Il centrosinistra si deve accontentare di una vittoria che sembra ormai certa della candidata Maria Episcopo a Foggia, dove la campagna elettorale è stata condotta soprattutto da Giuseppe Conte, quello è il suo territorio e lì è andato più volte prima delle elezioni. Per il resto la sinistra perde, nelle provinciali in Trentino Alto Adige e poi nel seggio di Monza, che passerà forse alla storia per una delle affluenze più basse ma comunque utili per far vincere Adriano Galliani, anche se per la famiglia Berlusconi che in quell’area vive e lavora, tra Arcore e Macherio, il 20 per cento è anche segno di un disinteresse verso una potente famiglia. Ma il risultato più particolare è quello in Trentino Alto Adige, soprattutto a Bolzano dove la Sudtiroler Volkspartei perde voti, ne conquista invece molti Fratelli d’Italia e i partiti di destra tedeschi, a danno della lega. Un vento di destra che soffia forte anche in quella provincia autonoma, un cambiamento importante rispetto alla storia di quella provincia, sempre fredda nei confronti di un partito come quello di Meloni che ha origini missine, che parla di nazione più che di paese e di nazione in quelle province non ne vogliono sentir parlare. La Svp è sempre stata lontana da Giorgia Meloni, ma l’anno scorso il partito si è astenuto durante il voto di fiducia al governo, non ha votato insieme alla sinistra, come da tradizione. Un’apertura di cui Fratelli d’Italia ha beneficiato a danno degli altri. Nella provincia di Trento vince ancora Maurizio Fugatti, il candidato uscente della Lega e la sinistra perde, una sconfitta che brucia perché lì Elly Schlein ha puntato molto nella campagna elettorale ma senza grandi risultati.

Bollette, salta la proroga del passaggio obbligatorio al mercato libero

(di Massimo Alberti)
Il problema è sempre lo stesso: non toccare i portafogli prima delle elezioni europee. E il tema delle bollette è uno di quelli che, dopo questi due anni di batoste, fa saltare subito sulla sedia le persone. E così a settembre l’idea del ministro dell’ambiente Pichetto Fratin: rimandare di almeno 6 mesi, se non un anno, il passaggio obbligato dal mercato tutelato di gas e luce, al privato. Previsto dal 2017, il passaggio degli utenti è stato lento ma graduale, con il 31% circa, soprattutto i più fragili, rimasti al servizio di maggior tutela. Per una ragione semplice: 1 metro cubo di gas sul mercato privato costa ancora il doppio-triplo, del mercato tutelato. Qualcosa è cambiato con la guerra, dove le tariffe fisse offerte da molti privati hanno attutito gli aumenti. Ma poi molte aziende si sono rifatte sugli utenti con modifiche unilaterali dei contratti. E quando i prezzi si sono abbassati, a beneficiarne è toccato al mercato tutelato. E così, per evitare che da gennaio gli utenti forzati al privato si trovassero davanti a bollette più alte, l’idea del rinvio, che sarebbe dovuta finire nel decreto di oggi del consiglio dei ministri. Accolto con gioia dalle associazioni dei consumatori che non hanno mai gradito la totale liberalizzazione che però, e qui sta il problema, è uno degli obbiettivi che servono ad avere i fondi del Pnrr. E così il ministro Fitto, già nella bufera per il pantano in cui si trova il piano, si è messo di traverso. Saltato il rinvio, il governo si dato una settimana per capire come uscirne. Di fatto dovrà rimangiarsi la promessa, magari limitando il rinvio alle situazioni più fragili. Resta l’ennesima retromarcia, opo le tratte aeree, la tassa sulle banche e così via, di un governo che sulla politica economica prosegue a spot, senza dar l’idea di avere una visione d’orizzonte.

Alfredo Cospito resterà al 41 bis

Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha rigettato la richiesta di revoca del carcere duro dei suoi avvocati, nonostante il parere favorevole che era arrivato settimana scorsa dalla Direzionale Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Secondo i giudici, il militante anarchico è ancora un soggetto pericolo perché con la sua battaglia civile ha dimostrato di essere “una figura carismatica e di vertice del movimento”.
Cospito dunque resterà sottoposto al 41 bis nel carcere di Sassari dove è detenuto, ma per lue c’è ancora la possibilità di altri ricorsi.
Eugenio Losco ha fatto parte del team legale di Cospito nei suoi procedimenti a Milano.

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