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Le nuove rivelazioni sul crollo del ponte Morandi, il monito di Mattarella al governo e le altre notizie della giornata

ponte Morandi a Genova

Il racconto della giornata di lunedì 22 maggio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Gianni Mion, ex Ad della holding dei Benetton Edizione, ha rivelato che durante una riunione nel 2010 con l’intera dirigenza, i tecnici hanno segnalato un difetto originario nel ponte e il rischio di un suo possibile crollo. Il discorso di Mattarella in occasione del 150º anniversario della morte di Alessandro Manzoni si è rivelato un atto di accusa contro l’impianto ideologico dell’esecutivo. Dopo quasi una settimana dalle prime esondazioni, domani si terrà il primo consiglio dei ministri in seguito all’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna. Questa mattina un gruppo armato è entrato in Russia dall’Ucraina.

“Sapevo che il Ponte Morandi era a rischio crollo”: la rivelazione di Gianni Mion, ex Ad della holding dei Benetton

“Emerse che il ponte aveva un difetto originario di progettazione e che era a rischio crollo – ha dichiarato ai magistrati Gianni Mion ex Ad della holding dei Benetton Edizione, ex consigliere di amministrazione di Aspi e della sua ex controllante, Atlantia. Davanti ai magistrati ha ammesso che durante una riunione nel 2010 con tutta la dirigenza i tecnici dissero che c’era un difetto originario e che il ponte poteva crollare.
E prosegue: “Chiesi se ci fosse qualcuno che certificasse la sicurezza e mi risposero ‘ce la autocertifichiamo’. Non dissi nulla e mi preoccupai. Era semplice: o si chiudeva o te lo certificava un esterno. Non ho fatto nulla, ed è il mio grande rammarico”.

Egle Possetti portavoce del comitato dei famigliari delle vittime del crollo del Morandi

 

Sergio Mattarella contro il governo

(di Michele Migone)
Sergio Mattarella parla di Alessandro Manzoni e il suo discorso per ricordarlo a 150 anni dalla morte diventa un richiamo contro le uscite pubbliche e le proposte di riforma di esponenti dell’esecutivo, tanto forte e preciso da trasformarsi in un attacco contro l’impianto ideologico del governo Meloni.

Vediamo i passaggi più significativi del suo discorso: “Manzoni voleva un’Italia unita e non staterelli. Non c’è differenza tra l’uomo delle Alpi e Palermo” – ha detto il Presidente della Repubblica. Impossibile non vedere nelle parole di Mattarella una critica alla autonomia differenziata della Lega.

Altra frase, destinata a Giorgia Meloni: “A proposito del Risorgimento si cita spesso la triade Dio, patria Famiglia, ma Manzoni non ha mai rinnegato i valori della rivoluzione francese, insistendo soprattutto sulla fraternità”.

Terzo passaggio, dedicato la ministro Lollobrigida : “in Manzoni è la persona, non l’etnia ad avere diritto alla protezione”. E poi, in un passaggio successivo del discorso Mattarella ha detto: “la Costituzione vieta nefaste concezioni di supremazia basata su razza, su appartenenza e in definitiva sulla sopraffazione”.

E, poi, ancora: da Manzoni critica al nazionalismo esasperato, Manzoni fu popolare e non populista per poi chiudere con un paio di altri strali: “invece di guardare i sondaggi bisogna costruire delle politiche”. E, infine, “il potere non compiaccia le folle anonime”.

Questo è forse il discorso più politico di Sergio Mattarella. Ancora una volta il presidente della repubblica, come ha fatto con i tentativi di revisione della Storia, di fronte all’offensiva culturale e politica del governo di Destra, ha voluto rimettere nella giusta luce i valori costituzionali e questa volta lo ha fatto parlando di Alessandro Manzoni.

Il primo consiglio dei ministri dopo l’alluvione in Emilia-Romagna

(di Diana Santini)
Il primo consiglio dei ministri dopo l’alluvione in Romagna arriva, domani, a quasi una settimana dalle prime esondazioni. Nei giorni scorsi è circolata una cifra, 20 milioni, che alla luce delle primissime stime, non tanto dei danni, ma anche solo dei bisogni immediati, suonava ormai irrisoria. Nelle ultime ore fonti di governo hanno rettificato, 100 milioni subito. E poi? E poi è presto per fare stime realistiche: tra danni alle case, alle colture, alle fabbriche e alle strade, il presidente della regione Bonaccini aveva ipotizzato 4-5 miliardi. Ma la ricostruzione della rete viaria potrebbe fare lievitare i costi: in alcune aree, in particolare sugli appennini, non solo le strade sono state spazzate via, ma lo sono gli interi versanti, franati, spostati, ridisegnati dalla forza dell’acqua. Lì è tutto da rifare, da zero. Alcune fonti arrivano a stimare danni complessivi per 8 miliardi di euro.
Dove prenderà i soldi il governo: al netto delle sempiterne pieghe di bilancio, in cui i tecnici del ministero sperano di scovare un miliardo a spese di non si sa che cosa, due sono gli strumenti a cui si guarda: il fondo europeo di solidarietà per le emergenze, che è già a disposizione ma richiede una precisa rendicontazione a Bruxelles. E poi il fondo centrale di garanzia, a cui le aziende potrebbero attingere per ottenere prestiti garantiti dallo stato. E il Pnrr? Al dissesto idrogeologico il piano ha destinato circa 2 miliardi e mezzo. La metà di questi servono a coprire interventi già realizzati: di quel che resta all’Emilia Romagna andrebbero 61 milioni di euro per progetti specifici e già individuati. Il piano, e la sua difficile attuazione, occupa già in questi giorni le cronache e il dibattito politico. Ed è forse anche per questo che Giorgia meloni ha risposto con un secco niet alla richiesta del Pd di dirottare questi i fondi sulla Romagna inondata.

Un gruppo armato è entrato nella regione Russa di Belgorod

(di Emanuele Valenti)
Quello che sta succedendo in queste ore nella zona di Belgorod, in territorio russo, sopra Kharkiv, è una novità.
Non è la prima volta che la guerra ucraina tocchi direttamente la Russia. Ma così non era mai successo.
Questa mattina un gruppo armato, con mezzi blindati, è entrato in Russia dall’Ucraina. Alla frontiera non avrebbe incontrato particolare resistenza e sarebbe riuscito a prendere il controllo di tre piccoli centri. Ora starebbe cercando di prenderne un quarto. Sono in corso combattimenti.Anche se il quadro è ancora piuttosto confuso.
Mosca ha parlato di sabotatori guidati da Kyiv. Gli ucraini hanno negato.
In rete un’organizzazione, Legione per la Libertà della Russia, ha rivendicato l’operazione: “siamo russi come voi. Non vogliamo più giustificare le azioni criminali di chi sta al potere. Vogliamo difendere la nostra libertà”.
Il governatore della regione di Belgorod ha detto che è partita un’azione anti-terrorismo e la popolazione dei centri interessati è stata evacuata.
A pochi chilometri di distanza, quindi non lontano dal confine ucraino, sarebbero stoccate anche delle armi nucleari tattiche. Secondo notizie circolate in rete, senza conferma ufficiale, sarebbero state spostate.
Vedremo gli sviluppi. Il Cremlino ha detto che Putin sta seguendo gli sviluppi. Di sicuro la Russia non ha il pieno controllo della situazione all’interno del paese.

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    Redazione
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    Pubblica di giovedì 06/11/2025

    Un anno di Trump (dopo i primi quattro dal 2016). Il 6 novembre 2024 il tycoon veniva rieletto alla Casa Bianca con una maggioranza risicata, poco più di 2 milioni di voti su 156 milioni di schede votate. In un anno Trump ha trasformato il declino di una superpotenza - gli Stati Uniti degli ultimi anni - in una forza aggressiva contro paesi e principi che erano stati amici dal dopoguerra ad oggi. Trump e il tramonto della relazione privilegiata americana con l’Europa; Trump e il tramonto delle garanzie democratiche dello stato di diritto. Nel primo anniversario del ritorno di Trump alla Casa Bianca è arrivata l’elezione del sindaco di New York Zohran Mamdani. Ecco un passaggio del suo discorso della vittoria: «la saggezza convenzionale direbbe che sono ben lontano dall’essere il candidato perfetto. Sono giovane, nonostante i miei sforzi per invecchiare. Sono musulmano. Sono un socialista democratico. E, cosa ancora più grave, mi rifiuto di chiedere scusa per tutto questo». Pubblica ha ospitato Ida Dominijanni, giornalista e saggista, fa parte del direttivo del Centro per la Riforma dello Stato. Ha insegnato filosofia politica e teoria femminista all’università di Roma Tre ed è stata ricercatrice alla Cornell University (NY).

    Pubblica - 06-11-2025

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    Alla Cop l'assemblea dei popoli chiede giustizia climatica

    A Belèm in Brasile lunedì si apre la Cop30 per il clima per cercare di tenere insieme la lotta al riscaldamento globale sotto i colpi del negazionismo di Trump e delle guerre; insieme alla Cop nella città amazzonica si riuniscono migliaia di rappresentanti di movimenti e organizzazioni sociali per elaborare proposte sulla crisi climatica, a partire da quelle relative all'Amazzonia e ai popoli che la abitano. Si chiama Cupola dos Povos ovvero "cupola dei Popoli", e non è la prima volta che si riunisce anzi, è una tradizione. Come ci racconta una delle leader del movimento indigeno brasiliano Sila Mesquita Apurina intervistata da Sara Milanese.

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    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei

    Gaza, l’Onu chiede cibo e tende per l’inverno, ma Israele continua a demolire edifici con raid aerei “A Gaza mancano cibo e rifugi, bisogna aprire il valico di Rafah”: è l’ennesimo appello che l’Onu rivolge a Israele. A quasi un mese dall’entrata in vigore del cessate il fuoco, nella Striscia entra ancora solo una minima parte degli aiuti previsti; le agenzie umanitarie denunciano che Israele impedisce l’ingresso anche a tende, coperte e rifugi. I palestinesi della Striscia, in gran parte sfollati, non sono in condizione di affrontare la stagione fredda che si avvicina. L’esercito però, in violazione del cessate il fuoco, continua l’opera di demolizione degli edifici: dall’alba sono in corso raid aerei sui quartieri orientali di Gaza City. A livello diplomatico intanto gli Stati Uniti, intanto, portano avanti il loro piano per Gaza presso il consiglio di sicurezza dell’Onu: nelle scorse ore la risoluzione che autorizza la Forza internazionale di stabilizzazione è stata presentata anche ai paesi arabi coinvolti nel processo di mediazione tra Hamas e Israele. Da Deir al Balah, la testimonianza di Nicolò Parrino, responsabile logistica di Emergency a Gaza, intervistato da Chawki Senouci.

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    Monica Frassoni, presidente della Alleanza europea del risparmio energetico, commenta l’accordo raggiunto a Bruxelles per gli obiettivi climatici 2040 (90% riduzione delle emissioni ma con 5% di "sconto" ovvero di crediti di carbonio che si possono spendere in progetti di riforestazione in giro per il mondo). Sara Milanese presenta l'incontro dei presidenti a Belém in Brasile come prologo della Cop30 per il clima che inizia lunedì nella citta amazzonica e ci fa ascoltare Sila Mesquita Apurina una delle leader dell'Alleanza delle comunità indigene che organizza la "cupola dei Popoli, l'incontro che da 30 anni porta avanti le istanze dal basso delle società civili, indigene e non. Caterina Pozzi, presidente del CNCA (Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti) ci racconta della contro-conferenza su droghe e dipendenze mentre apre domani quella del governo che rivendicherà l'approccio punitivo e proibizionista. Infine, Alessandro Diegoli rilancia al staffetta 50e50 non solo in Lombardia ma in tutto il mondo.

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