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L’allarme dell’ONU sulla crisi alimentare, l’informativa di Draghi e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di giovedì 19 maggio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La guerra in Ucraina è arrivata ormai all’85esimo giorno. Oggi è arrivato un durissimo allarme dell’Onu per le conseguenze che la guerra avrà a livello globale: milioni di persone sono a rischio fame. A  kherson le nuove autorità locali imposte dal Cremlino parlano di annessione diretta alla Federazione Russa. Oggi in parlamento c’è stata l’informativa di Draghi sulla guerra in Ucraina. Tre attivisti di Fridays for Future Milano e del collettivo Lambretta sono stati perquisiti e hanno saputo di essere indagati per imbrattamento, con l’aggravante di aver agito in gruppo. Un rimorchiatore che trainava una piattaforma verso il porto albanese di Durazzo è affondato al largo di Bari. Oggi l’esercito israeliano ha fatto sapere che non verrà aperta un’indagine sulla morte di Shireen Abu Akleh. È morto il compositore greco Vangelis Papatanassiu autore delle musiche di alcuni capolavori del cinema come Blade Runner e Momenti di Gloria. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

A causa della guerra milioni di persone sono a rischio fame

La guerra in Ucraina è arrivata ormai all’85esimo giorno;
l’offensiva militare russa si sta concentrando sulla città di Severodonietsk, nella regione di Luhansk, che è stata ripetutamente bombardata; resta alta l’attenzione anche su Mariupol, dove continua l’evacuazione dei combattenti ucraini dall’acciaieria Azovstal
Oggi però è arrivato un nuovo durissimo allarme dell’Onu per le conseguenze che la guerra avrà a livello globale: milioni di persone sono a rischio fame.
In alcuni paesi dell’Africa e del Medio Oriente i prezzi degli alimentari di base sono già aumentati del 30%, avverte il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
Il conflitto, avvertono le Nazioni unite, causerà più vittime per fame e carestia che per i bombardamenti, e le conseguenze dureranno anni.

Mosca al momento non sembra intenzionata a togliere il blocco navale dal porto di Odessa: “La Russia riaprirà l’accesso ai porti ucraini se l’Occidente eliminerà le sanzioni sull’export” ha detto il viceministro degli esteri russo Andrei Rudenko, quasi in risposta all’allarme dell’oNU. Per Rudenko sono proprio le sanzioni imposte a Mosca da Stati uniti e Unione europea la prima causa della crisi alimentare.

E di questa crisi globale causata dalla guerra ha parlato oggi anche Draghi nella sua informativa al senato, sollecitando la riapertura del dialogo tra Mosca e Kiev. Lo stesso appello al ritorno al dialogo è stato ribadito oggi proprio dalle Nazioni unite.

Il nuovo governo di Kherson chiederà l’annessione alla Russia

Oggi la Russia ha affermato di essere pronta a riprendere i colloqui con L’Ucraina, ma ha accusato Kiev di non voler tornare al tavolo. A questa dichiarazione Kiev ha replicato immediatamente: “Non offriteci un cessate il fuoco, questo è impossibile senza il ritiro totale delle truppe russe”.
Mosca però non sembra per niente nessuna intenzione di lasciare i territorio conquistati, anzi si prepara a nuove eventuali annessioni: il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha detto oggi che “Il futuro dei territori ucraini controllati dalle forze russe sarà deciso solo in base alla volontà dei residenti locali”, lasciando quindi intendere che Mosca vuole organizzare delle consultazioni locali nelle regioni sotto il controllo del suo esercito.
Intanto da un’altra regione sotto controllo russo, quella di kherson, arrivano dichiarazioni che parlano di annessione diretta: la città e la sua provincia saranno annesse alla Federazione Russa, così hanno detto le nuove autorità locali imposte dal Cremlino.
Ne abbiamo parlato con Giovanni Savino, docente di Storia russa, che ha lasciato Mosca proprio allo scoppio del conflitto
Savino


veniamo agli ultimi aggiornamenti dal conflitto in corso
l’esercito russo ha bombardato la città di Severodonetsk, nell’est del paese, nella regione di Lugansk, Almeno 12 persone sono morte e altre 40 ferite
la città ormai è quasi circondata dalle forze di Mosca.
resta ancora alta l’attenzione su Mariupol, secondo lo stato maggiore dell’ucraina le misure per l’evacuazione dei combattenti dall’acciaieria sono ancora in corso; lo afferma lo Stato Maggiore dell’Ucraina. Kiev continua a non voler dare indicazioni sul numero dei militari già usciti da Azovstal; secondo Mosca sono al momento 1.730 i soldati ucraini che si sono consegnati ai militari russi.

Pur evitando di usare il termine resa, le autorità ucraine si dicono fiduciose sulla sicurezza dei prigionieri in mano russa: “crediamo che la parola data da Mosca verrà mantenuta”.
Di certo il fatto che i combattenti ucraini si siano consegnati ai militari russi è un duro colpo per Kiev e per le sue truppe
abbiamo chiesto al nostro collaboratore in Ucraina sabato Angieri l’umore delle truppe

 

L’informativa di Draghi sulla guerra in Ucraina

Oggi in parlamento c’è stata l’informativa di Draghi sulla guerra. Oltre all’allarme sulla crisi alimentare, il presidente del Consiglio ha ribadito l’urgenza di far ripartire al più presto il negoziato.

Nel suo discorso Draghi ha parlato anche della questione energetica. L’obiettivo è rendere l’Italia indipendente dal gas russo entro la fine del 2024. Sullo scarso coinvolgimento del parlamento in merito all’invio di armi, Draghi ha detto che il governo ha riferito più volte al Copasir, che ha sempre riscontrato la coerenza dell’esecutivo sulla base degli indirizzi dell’Aula.
Anche Draghi, dunque, ribadendo l’urgenza di un negoziato, si schiera con il cancelliere tedesco Sholtz e il presidente francese Macron per frenare l’escalation.
Carlo Galli, politologo dell’università di Bologna.

 

Le perquisizioni nelle case degli attivisti di Fridays For Future

(di Luca Parena)

“La guerra e il gas fossile uccidono”. Scritte simili a questa erano comparse lo scorso marzo sui muri delle sedi milanesi di due società: la Centrex e la Weedoo, realtà che si occupano della vendita di gas ed energia per conto della multinazionale russa Gazprom.
Stamattina, per quelle scritte tre attivisti di Fridays for Future Milano e del collettivo Lambretta sono stati perquisiti e hanno saputo di essere indagati per imbrattamento, con l’aggravante di aver agito in gruppo. Un’accusa che ha motivato l’intervento di una ventina di carabinieri e il sequestro agli attivisti di telefoni, computer, ma anche di vestiti, scarpe e pure libri, volantini, e adesivi ritenuti materiale propagandistico.
Tutto ciò per risalire a come era stata organizzata l’azione che ha fatto comparire quelle scritte e a chi altri vi ha partecipato. Sullo sfondo, fuori dalle carte della Procura, resta il messaggio di quelle frasi, la denuncia di come Gazprom sia tra le maggiori responsabili di emissioni climalteranti al mondo e di come le importazioni di gas e petrolio russi da parte dell’Europa finiscano per finanziare i responsabili della guerra in Ucraina. A marzo, erano migliaia solo a Milano, molti di più in Italia e nel mondo, i giovani in piazza con Fridays for Future per contestare anche queste contraddizioni.
Restano alcuni dati di fatto: le scritte imbrattano, forse infrangono la legge. La guerra e i combustibili fossili, invece, uccidono.

Un rimorchiatore è affondato al largo di Bari

Stamattina a Lipari, in Sicilia, un imprenditore edile è morto in una casa in ristrutturazione di proprietà della figlia. L’uomo si chiamava Bartolo Zaia e aveva 68 anni. Da capire se sia precipitato da un’impalcatura, come sembrava secondo le prime informazioni, o se sia caduto dalle scale per un malore, come ha detto nel pomeriggio la figlia. Sempre oggi in Puglia, in provincia di Bari, una bracciante di 66 anni è morta mentre andava al lavoro con altre quattro donne. La loro auto si è scontrata con una seconda macchina e tutte le persone coinvolte sono rimaste ferite. Non si sa come si chiamava la lavoratrice che è morta. Nelle stesse ore in mare, al largo della Puglia, avveniva una strage sul lavoro.

(di Andrea Monti)

L’allarme è stato lanciato nella serata di ieri da un “pontone”, una piattaforma che veniva trainata verso il porto albanese di Durazzo da un rimorchiatore. Quel rimorchiatore è affondato e al momento non si sa perché. Era partito da Ancona e trasportava sei persone. Tre sono morte e due sono disperse in mare (in queste ore sono in corso le ricerche), mentre il comandante è stato salvato. Finora non sono stati diffusi i nomi e le età delle vittime. Ad Ancona Cgil, Cisl e Uil hanno reagito alla strage annunciando che domani ci sarà uno sciopero di 4 ore. A Bari la procura ha aperto un’inchiesta per naufragio e omicidio colposo. Sia il comandante sia le persone che erano sul pontone saranno interrogate per capire cosa ha causato l’affondamento. C’è anche un rischio di tipo ambientale: secondo la guardia costiera il rimorchiatore ha a bordo casse piene di combustibile

L’esercito israeliano non aprirà un’indagine sulla morte della giornalista Shireen Abu Akleh

(di Martina Stefanoni)

Oggi l’esercito israeliano ha fatto sapere che non verrà aperta un’indagine sulla morte di Shireen Abu Akleh, la giornalista di Al Jazeera uccisa mercoledì scorso mentre stava seguendo un’operazione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin, nella Cisgiordania settentrionale.
In un comunicato pubblicato dal giornale israeliano Jerusalem Post, la Polizia Militare – cioè l’organo dell’esercito che si occupa di presunti reati compiuti dai militari – spiega che la decisione si deve al fatto che per legge la morte di un palestinese avvenuta nel corso di un’operazione militare non richiede l’apertura di un’inchiesta a meno che non ci sia il sospetto che sia stato compiuto un reato: e secondo l’esercito israeliano in questo caso non ci sarebbero indizi di questo tipo [CONTINUA A LEGGERE]

Festival di Cannes 2022, l’anteprima di “Top Gun: Maverick”

(di Barbara Sorrentini)

A Cannes 75 le sorprese non sono finite, dopo la partecipazione politica di Zelensky in diretta video, Tom Cruise è atterrato sulla Croisette in elicottero. Invitato per l’anteprima di “Top Gun: Maverick” ha tenuto una masterclass, pienissima, ça va sans dire.
Sul red carpet è riuscito ad arrivare anche il regista russo Kirill Serebrennikov, per presentare in concorso “La moglie di Čajkovskij”. In esilio a Berlino, dopo tre anni agli arresti domiciliari a Mosca, i suoi film precedenti “Leto” e “La febbre di Petrov” hanno subìto in Patria la censura del governo, motivo per cui non era riuscito a raggiungere il Festival di Cannes che li aveva proiettati in anteprima. In questo ultimo film viene ripresa la storia coniugale del compositore russo, simbolo culturale ostentato da Putin, ma pieno di segreti poco raccontati. In un’efficace ricostruzione di fine ‘800 a San Pietroburgo, il regista russo analizza il conflitto interiore per l’omosessualità inespressa e il matrimonio con Antonina Miliukova, innamoratissima e rifiutata fin dal primo giorno e poi condotta alla disperazione e alla follia. Nel film viene mostrata l’arroganza tutta maschile e patriarcale dei fratelli del compositore che esercitarono violenza psicologica ai danni della moglie di Čajkovskij.
Buona accoglienza per “Le otto montagne” il film tratto dall’omonimo libro di Paolo Cognetti, diretto dai tedeschi Felix van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, co-produzione italo/belga/francese e interpretato da Luca Marinelli e Alessandro Borghi. Sono loro due gli amici del romanzo, che passano gli anni tra le montagne della Val d’Aosta in conflitto con le figure paterne e il loro futuro

Addio a Vangelis Papatanassiu

È morto il compositore greco Vangelis Papatanassiu, più semplicemente conosciuto come Vangelis, autore delle musiche di alcuni capolavori del cinema come Blade Runner e Momenti di Gloria. Ad annunciare la morte di Vangelis è stato il primo ministro greco Mitsotakis. “Vangelis non è più con noi. Il mondo della musica ha perso un artista internazionale”, ha detto Mitskotakis.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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