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Le pressioni su Draghi per seguire il modello austriaco, l’aumento delle restrizioni in Europa e le altre notizie della giornata

Vaccini COVID ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 18 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il governo ha rimandato al prossimo Consiglio dei Ministri l’obbligo di terza dose di vaccino per i sanitari e il “taglio” da un anno a nove mesi della durata del Green Pass, mentre crescono le pressioni affinché l’Italia adotti il modello “austriaco”. In Europa, invece, sono in aumento i Paesi che hanno deciso di imporre misure restrittive per i non vaccinati. Oggi in Lombardia ci sono stati due morti sul lavoro, un operaio edile di 63 anni a Milano e un camionista cinquantenne a Cesano Maderno. Sentenza del tribunale del lavoro di Torino a favore dei ciclofattorini di Uber Eats che hanno diritto al riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Le pressioni su Draghi per seguire il modello austriaco

Il governo ha rimandato al prossimo Consiglio dei Ministri i due provvedimenti già annunciati: l’obbligo di terza dose di vaccino per i sanitari, e il “taglio” da un anno a nove mesi della durata del Green Pass.
Ma crescono le pressioni su Draghi per prendere misure selettive contro chi non si vaccina, ed arrivano anche dall’interno stesso governo. Le regioni nell’incontro di oggi hanno insistito ancora per il modello “austriaco”, in questa direzione anche il ministro PD Dario Franceschini, ed il sottosegretario alla salute Andrea Costa, che ha ipotizzato che le restrizioni previste per le regioni che finiscono in zona arancione valgano solo per chi non è vaccinato.
Secondo il monitoraggio settimanale della fondazione Gimbe, i contagi sono cresciuti del 32%, era il 37% la scorsa settimana. Accelera invece la crescita dei ricoveri e delle terapie intensive, intorno al 15%. Friuli e Provincia Autonoma di Bolzano sono oltre la soglia critica per le rianimazioni. Sopra il 10% anche Sicilia e Calabria, appena sotto Campania e Lombardia. Il sottosegretario Costa ha anticipato che nessuna regione ha comunque parametri da zona gialla. I rianimatori chiedono misure stringenti sul Green Pass ed un’accelerazione della terza dose, altrimenti, scrivono, in un mese e mezzo le rianimazioni saranno al collasso. No vax, e calo della copertura su chi è vaccinato: sono questi i due elementi su cui deve lavorare il governo.
L’estrema riluttanza con cui Draghi sta valutando l’ipotesi di estendere anche all’Italia il cosiddetto lockdown per i non vaccinati, quello chiesto da diversi governatori e dal PD, ha tra le sue motivazioni anche la fiducia nell’effetto dei vaccini, fiducia basata su quelli che sono, ad oggi, i numeri, specie a confronto con Germania e Austria. Questi due Paesi, fortemente colpiti dalla quarta ondata, sono infatti rispettivamente al 56esimo e 58esimo posto al mondo per dosi somministrate in rapporto agli abitanti. L’Italia è invece al 31esimo posto, 25 posizioni più avanti: meglio, tra gli altri, di Francia, Danimarca e Giappone. Meglio ancora di noi, tra i paesi dell’Unione europea, fanno solo Spagna e Portogallo, che, come l’Italia, stanno subendo la quarta ondata molto meno di Germania, Austria ed est europeo. La scommessa di Draghi è insomma questa. Ma deve fare i conti col tempo e con i numeri: anche in Italia c’è una fetta consistente di non vaccinati – circa 8 milioni di persone – che scatenano le pressioni per introdurre misure selettive. Ma col tempo aumenta la quota di “vecchi vaccinati” cui scende la copertura. Sono queste due categorie che stanno entrando in ospedale in questi giorni. Da qui la necessità di correre sulle terze dosi per tutti. Entro l’anno serve il richiamo a 16 milioni di persone, in media oltre 350 mila al giorno. Restiamo comunque lontani dalla situazione dell’anno scorso: nel 2020 ad oggi i casi in Italia erano 25 mila, quest’anno 10 mila; i malati in intensiva un anno fa erano 3600, oggi meno di 500. Il contrario di Germania e Austria, dove i vaccinati sono molti meno che in Italia.

Le restrizioni per i non vaccinati prendono sempre più piede in Europa

Nel centro e nell’est Europa la crescita dei contagi continua a ritmi peggiori delle precedenti ondate. E la scelta dei governi è di prendere misure selettive verso chi non è vaccinato. Nel pomeriggio ha parlato Angela Merkel: la cancelliera tedesca ha annunciato che la Germania prenderà presto restrizioni più severe per chi non è vaccinato. Dopo l’Austria e la Slovacchia, la Germania sarà quindi il primo grande paese europeo a percorrere questa strada. “La situazione è molto difficile. È assolutamente tempo di agire”, ha detto Merkel. La conferenza Stato-Regioni ha deciso l’obbligo vaccinale per alcune categorie, ed ha stabilito delle “soglie” oltre le quali si ricorre a “misure che escludono in parte i non vaccinati dalla vita pubblica, nel caso in cui il tasso di ospedalizzazione salga oltre il 3 su livello regionale.
Oggi in Germania è stata superata quota 65.000 nuovi contagi, 10mila più di ieri, il doppio rispetti ai giorni peggiori di tutte le precedenti ondate. “C’è una grande emergenza, i numeri veri potrebbero essere il doppio di quelli ufficiali, le previsioni sono più che fosche” dice il capo dell’istituto Koch. La Sassonia va verso la chiusura di hotel, ristoranti e bar. Finiti i letti in rianimazione in Baviera, iniziato il trasporto di pazienti in Italia, il primo è già arrivato a Merano.
In Slovacchia il lockdown dei non vaccinati scatterà lunedì e durerà tre settimane. Ai ristoranti, ai centri commerciali, ai negozi con beni non essenziali, alle attività sportive e agli eventi pubblici potrà accedere solo chi ha ricevuto il vaccino o è guarito da meno di sei mesi. In Austria questo stesso provvedimento è stato approvato già una decina di giorni fa, ma non è stato sufficiente a scongiurare provvedimenti più drastici: nel salisburghese e nell’alta Austria, dove i casi sono più di 1500 per 100mila abitanti, da lunedì il lockdown riguarderà tutti, immunizzati e non. E il governo federale non esclude di estendere la misura a tutto il territorio nazionale.

Anche la Germania annuncia restrizioni contro la quarta ondata

La Germania conosce in questi ultimi giorni un aumento davvero significativo dei casi e, quel che è più grave, della pressione sugli ospedali. Una difficoltà a reggere questa quarta ondata, che è la più grave che ha investito il paese dall’inizio della pandemia e che ha reso necessario oggi iniziare a trasferire all’estero i pazienti che necessitano della terapia intensiva. Il primo paziente è arrivato oggi in Italia dalla Baviera.
Oggi nel paese si sono registrati oltre 65mila nuovi casi, il dato più alto di sempre, e quasi 264 morti. Il numero complessivo dei casi poi potrebbe essere anche più alto ha detto oggi il Koch Institute, perchè molti contagi non vengono intercettati. L’incidenza settimanale nel paese è di 336 per 100mila abitanti, quindi, alta. Ci sono molti distretti in cui scarseggiano già i posti letto in intensiva. I ricoverati in questi reparti sono ad oggi circa 3.400, meno dei seimila della seconda ondata e dei 5mila della terza, ma nel frattempo molte postazioni erano state, evidentemente in modo un po’ frettoloso, tagliate.
Comunque, il governo d’intesa con le regioni deve ora correre ai ripari. Stamattina il Bundestag ha approvato l’estensione della certificazione verde per l’accesso a luoghi di lavoro e trasporti (come in Italia quindi), ma di fatto questa decisione è stata superata dagli eventi. La cancelliera Merkel ha infatti annunciato che il paese introdurrà restrizioni differenziate per i non vaccinati. Concretamente quando si arriverà ad una incidenza di 3 ricoverati ogni 100mila abitanti scatterà a livello regionale il lockdown per i non vaccinati: bar, ristoranti, luoghi di svago, sport e cultura saranno accessibili solo a chi è vaccinato e guarito dal COVID. Se l’incidenza scenderà sotto questa soglia per 5 giorni consecutivi, le regole potranno essere allentate. Se l’incidenza dei ricoverati sale oltre i 6 ogni 100mila abitanti, verrà richiesto un test negativo anche a vaccinati e guariti per accedere ai luoghi pubblici. In Germania sarà anche imposto anche l’obbligo vaccinale per alcune categorie di sanitari, quelli più contatto coi pazienti vulnerabili, come succede in Italia e Francia.

I ciclofattorini di Uber Eats hanno diritto al riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato

Un’altra vittoria per i riders. I ciclofattorini di Uber Eats hanno diritto al riconoscimento del rapporto di lavoro subordinato: lo ha stabilito la sentenza con cui il tribunale del lavoro di Torino ha condannato una società collegata, Uber Italy, al termine di una causa promossa da 10 Rider. L’azienda dovrà corrispondere la retribuzione per l’attività svolta oltre alle relative indennità. Ricordiamo che una vicenda analoga aveva riguardato i riders di Deliveroo, mentre la stessa Uber è coinvolta in un’inchiesta della procura di Milano per caporalato.

Altri due morti sul lavoro in Lombardia in 24 ore

Oggi ci sono stati due morti sul lavoro in Lombardia, a Milano e a Cesano Maderno, in provincia di Monza e Brianza. A Milano un operaio edile è precipitato da un’impalcatura per la ristrutturazione di una villetta: dopo essere stato portato in ospedale è morto per il trauma cranico. Aveva 63 anni. L’altro incidente invece ha colpito un camionista cinquantenne: durante le operazioni scarico all’interno di un capannone, è stato travolto dalle merci, tre quintali, ed è rimasto schiacciato.
Nei primi 10 mesi dell’anno, in Lombardia c’è stato – dicono i sindacati – un aumento del 10% degli infortuni. Molto forte quello nell’edilizia con una vittima ogni 48 ore: la maggior parte sono per caduta dall’alto, e molti dei lavoratori colpiti hanno più di 50 anni.

Jane Campion torna con “Il potere del cane”

(di Barbara Sorrentini)

Jane Campion è tornata con un altro film da premio, questa volta Leone d’Argento all’ultimo festival del cinema di Venezia. Con “Il potere del cane” la regista neozelandese riprende con un altro ritratto di donna, che vive in una situazione oppressa e non certo favorevole. Il film è tratto dal romanzo scritto da Thomas Savage nel 1967 ed è ambientato nel West, tra i campi sterminati e aridi del Montana.
Se lo sguardo è benevolo e decisamente di parte nei confronti di Rose (l’attrice Kirsten Dunst), nel libro e nel film ci sono anche due uomini: i due fratelli Burbank diametralmente opposti nei caratteri. Phil (Benedict Cumberbatch) è il classico cowboy, burbero, solo, di poche parole e quelle poche sono grevi o crudeli; George è buono, altruista, attento e costruttivo. Quando George sposa Rose i tre convivono nella fattoria, anche con il figlio adolescente di Rose e la vita, già non del tutto semplice di Rose si trasforma in una sorta di schiavitù. La regista di film premiati come Un angelo alla mia tavola e Lezioni di piano sembra essere ancora affascinata da storie che mettono i personaggi in situazioni estreme, alla ricerca di ritratti psicologici raffinati che ancora una volta si concentrano nella descrizione della complessità femminile, in contrasto ad atteggiamenti convenzionalmente richiesti.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Oggi sono 10.638 i nuovi casi di COVID registrati in Italia. 69 i morti. Aumentano di 28 i posti letto occupati nei reparti ordinari, di 17 nelle rianimazioni dove i nuovi ingressi sono stati 55. Questi i numeri che preoccupano i medici per la tenuta delle rianimazioni.

https://twitter.com/MinisteroSalute/status/1461372715529560070

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    Gran Bretagna e Germania, i grandi malati d'Europa. Il primo ministro britannico Starmer e il cancelliere tedesco Merz sono entrambi proiettati in una rincorsa della destra estrema. Il laburista britannico Starmer, due settimane fa: «restauriamo ordine e controllo», titolo di un documento presentato alla Camera dei Comuni. Il democristiano tedesco Merz: ci vogliono «controlli ai confini e respingimenti» perchè «l’immigrazione ha un impatto sul paesaggio urbano». Proprio così. Germania e Gran Bretagna, due potenze economiche mondiali: la Germania (80 milioni di abitanti) con il terzo pil del mondo (dopo Stati Uniti e Cina); il Regno Unito (con 60 milioni di abitanti) con il sesto pil mondiale (dopo la Germania c’è il Giappone e l’India e poi il Regno Unito). La “malattia” (la rincorsa ad essere a volte più a destra delle destre) rischia di cambiare i connotati a tradizioni politiche europee centenarie: come il laburismo britannico, il popolarismo democristiano tedesco insieme alla socialdemocrazia, sempre in Germania. Pesa, inoltre, un discorso pubblico sempre più contaminato da un lessico guerresco. Che danni può provocare questa “malattia” in due paesi fondamentali del continente europeo? Pubblica ha ospitato la storica Marzia Maccaferri (Queen Mary, University of London) e il giornalista Michael Braun (corrispondente da Roma del berlinese Tageszeitung).

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