Approfondimenti

Leur cimetière, il loro cimitero

Copertina Libération, Grecia

Una foto di mare blu.Niente cielo o orizzonte solo mare calmo di un blu profondo, quasi scuro, a tutta pagina. E sopra a questo mare muto profondo, di fatto già funebre, il titolo pure a tutta pagina: LEUR CIMETIÈRE… IL LORO CIMITERO… e più in piccolo il sottotitolo racconta : – almeno 79 migranti morti nel Mediterraneo. Con centinaia di persone a bordo e soltanto 104 sopravvissuti il naufragio di un peschereccio al largo della Grecia è una delle peggiori tragedie degli ultimi anni – …e il sottotitolo finisce … – un dramma che dovrebbe spingere l’Europa a ripensare la sua politica d’accoglienza.-
Questa la prima pagina giovedì del quotidiano storico della gauche Libération. Una prima pagina dura, in qualche modo solenne per non dire tombale. Silente come può esserlo un camposanto. Perché le parole o mancano o sono ripetute, usurate, scadute da un quarto di secolo di una tragedia reiterata ogni stagione sotto i nostri occhi.
Il mare nostrum trasformato in valle di lapidi senza nome. Non il milite ignoto ma il profugo ignoto, il rifugiato ignoto, il migrante ignoto.
Almeno 27 mila morti accertati dal 2014. Accertati…cioè che il mare ha restituito a testimonianza terrena del lutto e magari della colpa. Ma quanti ne ha nascosti per sempre…? Ventisette mila morti moltiplicati per due… per tre… per dieci..?
E ognuno figlio, fratello, sorella di qualcuno che solo sa e ricorda un nome e un volto partiti per l’Europa per fuggire guerra, catastrofe o miseria. E mai arrivati.
Ricordiamoci erano ancora gli anni ´90 di un altro secolo. I primi a naufragare sotto i nostri occhi furono albanesi e kossovari. E già allora sdegno, pena e compassione. E da allora la litania dei morti non si è più fermata. Ne si è fermata la litania delle parole sempre le stesse appunto… ripetute, usurate, scadute.
Anche perché noi, in quel LORO CIMITERO blu, ci andiamo in vacanza. Panfili, velieri, pedalò, ombrelloni cocco bello e hotel vista mare. O dovremmo dire ..vista cimitero.
E se invece del canonico minuto di silenzio o della consueta seppur sincera e accorata omelia papale, decidessimo magari un ferragosto senza spiaggia ne gelato. Per prendere, almeno per difetto, la misura dell’abisso che separa la nostra fortuna di turisti dalla loro di naufraghi della miseria. Noi i cittadini di quell’Europa che, secondo Libération, questa ennesima tragedia dovrebbe spingere a ripensare la propria politica d’accoglienza…
Salvo che accade il contrario. I morti si accumulano e l’Europa non ne fa coscienza ma ne fa trincea per rendersi sempre più irraggiungibile, perché il prezzo per l’approdo sia sempre più alto. Aumentano i morti, le tariffe degli scafisti e i voti per i partiti xenofobi.
E da dieci anni ormai anche i non nazional populisti fanno lo stesso: alzano muri, barriere, fili spinati.
Da Macron a Orban, dalla Spagna alla Danimarca, dal centrodestra liberale al centrosinistra ecosostenibile condividono lo stesso non detto: il migrante buono è quello che non si vede… o cinico inconscio… quello che non approda!

  • Autore articolo
    Francesco Giorgini
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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