
Laura Boldrini, ex presidentessa della Camera dei Deputati e tuttora deputata per Liberi e Uguali, supporta la manifestazione in programma domani a piazza della Scala a Milano incentrata sulla lotta all’odio che purtroppo si sta facendo sempre più forte in Italia in questi ultimi anni.
Boldrini è stata oggetto di violenti attacchi personali da parte di leader politici come Matteo Salvini, è stata presa di mira con vere e proprie campagne d’odio online e non solo e si è sempre battuta per difendere chi, non forte di una posizione di rilievo come la sua, non ha e non aveva gli strumenti per affrontare bullismo e atti di odio.
Noi di Radio Popolare, media partner dell’evento di domani, abbiamo raggiunto al telefono Laura Boldrini affiancati da Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli di Milano che hanno organizzato la manifestazione.
Del suo trattamento da Presidente della Camera, lo stereotipo era quello basilare: essere una donna e ricoprire una carica di peso
Lo stereotipo era stato costruito in laboratorio. C’è una regia dietro tutto questo e la narrazione che è stata fatta circolare in questi anni, specialmente da chi vedeva in me un facile obiettivo, era quella che io volessi l’Italia invasa, che io volessi che tutti i migranti venissero in Italia e che quindi io fossi la responsabile di ogni malefatta che poi veniva fatta da un migrante. Mi spiego meglio: Salvini per tutti questi anni ogni volta che c’era un crimine commesso da un migrante, faceva l’hashtag #risorseboldriniane. Associava il mio nome alla criminalità commessa da migranti. E voi potete immaginare cosa ha significato questo nella mia vita, le reazioni che seguivano ogni post e ogni tweet di Salvini: arrivavano tonnellate di odio, minacce e volgarità contro di me e contro la mia famiglia. Questo perchè nella sua ottica povera, priva di contenuti, avere il nemico serviva a ricompattare i suoi.
Lo ha fatto Salvini, ma non solo: l’hanno fatto anche i 5Stelle, specialmente lo stesso Grillo quando poco dopo l’inizio della legislatura aizzò i suoi scrivendo nel suo blog “che cosa fareste alla Boldrini in macchina?“. E lì sempre l’aspetto sessista. Tutto ciò dimostra che per colpire una donna che ha una posizione di spicco e che ha motivazioni solide non si entra nel merito della questione. Io in campagna elettorale sono state l’unica a confrontarmi con Salvini e quando siamo entrati nel merito lui non sapeva che dire. Si è colpito me solo perchè ero donna e quindi attraverso le umiliazioni di natura sessuale, come se questo trattamento potesse indebolirmi o farmi paura. Questo ha dato la dimensione della loro pochezza. Loro si sono qualificati, i loro seguaci li hanno seguiti compiacendoli, ma questa marea di odio alla fine dimostra che nella nostra società c’è un problema. Io quindi mi sono detta – e me lo dicevo in quei giorni – “da Presidente della Camera, la donna che allora rivestiva la carica più alta, ho il dovere di fare una battaglia” in nome e per conto di tutte quelle persone che vengono prese di mira, perchè io vado nelle scuole a parlare ai ragazzi e dire di reagire al bullismo. Non potevo non ribellarmi e per questo a fine legislatura, proprio per non incappare nella critica dell’abuso di potere, ho deciso di denunciare. Da quando ho denunciato le cose sono cambiate: di fronte al fatto che ogni giorno c’erano decine di minacce di ogni genere, incluse quelle di morte, siamo passati a una situazione meno pesante. Questo l’ho fatto perchè in uno stato di diritto non si può pensare che ci sia l’impunità per chi ti rovina la vita. Io ritengo che l’attività di Paladini sia un’attività che rende un servizio alla nostra democrazia e alla nostra comunità perchè è mirata a debellare la violenza e sconfiggere lo squadrismo digitale. Questo è qualcosa a cui rendere merito.
Una domanda che avevo fatto anche a Luca Paladini tempo fa nei giorni in cui si lanciava la manifestazione di domani, quando a Napoli erano apparsi dei manichini di Salvini appesi a testa in giù con una svastica sulla maglia.
Secondo me quel messaggio è stato innescato dal loro meccanismo. A quel punto gli è sfuggito di mano. Io mi sono trovata col mio fantoccio bruciato in piazza a Busto Arsizio dal sindaco e dai giovani padani. Nel momento in cui tu che hai responsabilità pubblica dai il via a queste modalità – o comunque non ne prendi le distanze, perchè Salvini non prese le distanze neanche da quella roba lì e non lo fece quando un sindaco della Lega disse che gli stupratori di Rimini dovevano venire a casa mia per farmi tornare il sorriso – le cose sfuggono di mano.
Quando io racconto tutto questo all’estero le persone si indignano, non possono credersi. Purtroppo nel nostro Paese siamo arrivati all’accettazione di tutto questo come se fosse normale che delle figure istituzionali si esprimano in modo così violento ai danni di altre persone. All’estero quando ne parlo ci sono i boati delle persone che si indignano, che dicono che non è possibile. In Italia l’indignazione non c’è quasi più, siamo stati abituati al peggio. Nel momento in cui tutto questo viene accettato come possibile, anche la nostra società non sta bene ed è stata già contaminata. Come si fa a non sostenere manifestazioni di piazza come quella che ci sarà domani a Milano? È doveroso da parte di tutte le persone democratiche, libere, che temono anche di entrare adesso in una fase di oscurantismo, perchè non sappiamo se faranno questo governo cosa ci aspetterà nei termini di tutela di quello che abbiamo acquisito, ma anche di avanzamento, perchè non basta quello che abbiamo già acquisito. Certo, la legge sulle unioni civili è stata storica. Certo, io sono felice che sia andata così e che sono stata Presidente nella legislatura in cui l’abbiamo votata e resa legge. Tutto questo però può essere rivisto. E invece bisogna andare avanti, ce lo ricorda anche l’Europa. Non c’è una legge sull’omofobia nel nostro Paese. Il primo giorno di questa legislatura, insieme altri provvedimenti, ho depositato anche la legge contro l’omofobia: c’è un vulnus molto grave nel nostro ordinamento, non c’è una legge che punisca atti discriminatori.
E infatti quello è uno dei punti che smuoverà anche la piazza di domani
Luca Paladini è intervenuto nel corso dell’intervista a Laura Boldrini:
Se mi è permesso tornare sul tema della contaminazione della società e per come ormai si esprimono personaggi della politica da anni a questa parte. Lo riscontriamo anche noi nel nostro piccolo, anche dalla nostra parte a volte. Io sono il portavoce dei Sentinelli di Milano, noi abbiamo una pagina che ha 100mila follower e a volte a dei post che raggiungono il milione e tantissimi commenti. Quando ci capita di fare una critica politica a Salvini o ad Adinolfi, visto che è uno storico avversario del movimento LGBT, leggiamo dei commenti di una violenza inaudita e siamo costretti a moderare e cancellare dei messaggi. Il nostro lavoro deve essere anche quello di tenere più alto il livello del nostro modo di rispondere e temo che la contaminazione sia giunta a un punto tale che ha finito con l’arrivare anche vicino alle nostre cose. Il lavoro enorme da fare è anche dire a chi la pensa come noi che noi non possiamo avere lo stesso linguaggio che hanno loro. Salvini è un nostro avversario, ma non possiamo augurargli la morte.
La risposta di Laura Boldrini:
Non c’è dubbio, anche perchè sennò abbiamo perso a livello culturale. È per questo che io dico MAI ODIO. Ho istituito una commissione parlamentare contro i fenomeni dell’odio accogliendo la richiesta del Consiglio d’Europa. Siamo stati la prima Camera a farlo. L’ho voluta dedicare alla giovane deputata britannica uccisa dall’odio politico. Le risultanze della Commissione sono spaventose, l’odio è già nella nostra società. Le nostre modalità comportamentali sono dettate dall’odio e in quella relazione c’è la piramide dell’odio: al culmine della piramide ci sono proprio le persone che vengono colpite per il loro orientamento sessuale. La cosa pazzesca è che si colpiscono le donne, gli omosessuali, i transessuali. L’aggressione è basata sull’identità sessuale delle persone, è una cosa davvero incredibile. C’è una commissione parlamentare che ha fatto la radiografia alla nostra società.
Io ho scritto 14 lettere a tutte le Istituzioni competenti e mi hanno risposto soltanto quelle europee. Lì sottoponevo le raccomandazioni della commissione ad ogni dicastero dicendo “cercate di adoperarvi per mettere in atto quanto viene raccomandato prima che sia troppo tardi”.
Perché secondo lei le mancate risposte?
È come dire che i fenomeni sociali in fondo in fondo non sono cos centrali nel lavoro delle istituzioni e questo è gravissimo. Per questo ho istituito anche la commissione internet con il professor Rodotà. Abbiamo fatto una costituzione sui principi di Internet. Come si fa a rappresentare le istituzioni e non farsi carico delle grandi questioni sociali? Mi sarebbe sembrato una mancanza enorme. Siccome in Parlamento le commissioni parlamentari non si occupano di questi temi, ho voluto fare commissioni ad hoc: una su internet e una sui fenomeni di odio. Ora mi auguro che il nuovo Presidente, che ha la facoltà di istituire commissioni ad hoc, non perda questa buona e sana abitudine e continui ad occuparsi di questi temi.
Cito un messaggio che mi è arrivato: “Io sono gay, domattina prenderò un taxi per essere alla manifestazione perchè faccio fatica a camminare. Sto sentendo Laura Boldrini. Quando non si è nessuno come molti di me, il problema è che poi si rimane soli nella totale incomprensioni di tutti“.
Le persone non si devono sentire soli. Devono sapere che se vogliono, possono aggregarsi e avere un grande potere. Possono cambiare la situazione, ma devono dare tempo ed energie alla cosa comune. Devono credere che la società può migliorare e perseguire degli obiettivi, fare movimento, scendere in piazza in modo costruttivo, pacifico e perseverante. Credo molto nel fatto che dobbiamo svegliare una consapevolezza che negli anni è stata messa da parte. Ci siamo troppo abituati al peggio e meritiamo qualcosa di più. Penso che lo sforzo vada proprio in questa direzione. Senza mobilitazione non c’è traguardo, non c’è sviluppo.