Celebrare la memoria della Strage fascista con al Governo gli eredi dei fascisti: fatto!
Tra poche ora in piazza Fontana, e poi in un corteo da via Palestro, la Milano democratica ricorderà le vittime della bomba nella banca e sfilerà contro tutti i fascismi e contro tutte le guerre.
Per alcuni giorni gli organizzatori si sono domandati se dalle Istituzioni sarebbe stato mandato in piazza un rappresentante, e chi, e cosa si sarebbe dovuto fare in caso di presenze sgradite o addirittura provocatorie. Anpi, sindacati e familiari delle vittime erano pronti a lasciare la piazza.
Non verrà nessuno, del resto non succede spesso. Fu un’eccezione quattro anni fa la presenza di Roberto Fico, Presidente della Camera, che chiese scusa per la strage a nome dello Stato. Del resto le Stragi non esistono nella memoria della Presidente del Consiglio Meloni e di quello del Senato La Russa, che non le hanno nemmeno nominate nei loro discorsi di insediamento due mesi fa.
E come avrebbero potuto parlarne, in effetti? Il loro partito intitola sedi a Pino Rauti, implicato nelle indagini su Piazza Fontana (poi assolto) e fondatore di quel gruppo Ordine Nuovo il cui dirigente Carlo Maria Maggi è stato condannato per la strage di Brescia. Il loro partito esprime una sottosegretaria che si chiama Rauti e un’altra, Paola Frassinetti, che frequenta i raduni neofascisti al Campo X del cimitero Maggiore di Milano. Il partito di cui conservano orgogliosamente la fiamma, l’MSI, ha portato in parlamento generali golpisti e piduisti.
Oggi non si farà vedere nessuno, l’anno prossimo chissà. In nome di quella pacificazione che mette sullo stesso piano fascisti e antifascisti tutto, davvero, può succedere.
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