Il racconto della giornata di domenica 11 dicembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il porto d’armi negato, la pistola rubata in un poligono. Inizia così la storia di un uomo di 57 anni che questa mattina a Roma ha ucciso tre donne durante una riunione di condominio. Arresti convalidati a Bruxelles nell’ambito dell’inchiesta sui fondi dal Qatar per corrompere alcuni eurodeputati. Si tratta dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, il suo ex assistente Francesco Giorgi, la vice presidente greca del Parlamento europeo Eva Kaili e il responsabile della ong “No Peace without Justice” Niccolò Figà-Talamanca. L’idea di La Russa: la mini naja. Sul bonus 18enni la parola d’ordine ora è “rimodulare”. Il punto sulla guerra in Ucraina.
Che cosa è successo questa mattina a Roma
La strage di Roma: emergono altri dettagli sulla vicenda che ha portato alla sparatoria di questa mattina in cui sono morte tre donne e altre 4 persone sono state gravemente ferite a colpi di pistola. A sparare un uomo di 57 anni durante una riunione di condominio che si teneva in un gazebo esterno di un bar. La cronaca di Mauro Cifelli, vicedirettore di Roma Today arrivato sul posto poco dopo i fatti
Proprio nel rapporto con il consorzio sta la motivazione del delitto. L’entità della strage sarebbe potuta essere ancora più pesante. Sentiamo Ancora Mauro Cifelli
Le ultime sull’inchiesta sui fondi dal Qatar per corrompere alcuni eurodeputati
Arresti convalidati a Bruxelles nell’ambito dell’inchiesta sui fondi dal Qatar per corrompere alcuni eurodeputati. Si tratta dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, il suo ex assistente Francesco Giorgi, la vice presidente greca del Parlamento europeo Eva Kaili e il responsabile della ong No Peace without Justice Niccolò Figà-Talamanca. “Sono accusate di appartenenza ad una organizzazione criminale, riciclaggio di denaro e corruzione. Due persone sono state liberate dal giudice”, così in una nota la procura federale belga. Rilasciati invece il padre di Eva Kaili e il capo dei sindacati internazionali Luca Visentini. Intanto un altro eurodeputato socialista è finito nel mirino della magistratura. E’ stata perquisita l’abitazione di Bruxelles dell’eurodeputato socialista belga, di origini italiane, Marc Tarabella, che non è in stato di fermo.
L’inchiesta dunque procede e tutti si chiedono se e quanto si possa allargare, fino a che livello arrivare. Sentiamo Angela Mauro, inviata a Bruxelles dell’Huffington Post
La mini naja proposta da Ignazio La Russa
Ignazio La Russa rilancia la naja. O meglio, la mini naja: oggi il presidente del senato ha annunciato un disegno di legge. “Quando c’era il servizio militare – ha spiegato La Russa – il periodo di addestramento durava 40 giorni, allora noi crediamo che per venire incontro alle richieste arrivate dalle forze armate e soprattutto dagli alpini, sia giusto fare una legge che consenta, volontariamente a chi quindi lo desidera, di passare non tre settimane ma 40 giorni, nelle forze armate”.
E ancora: “A fronte di questa partecipazione noi prevediamo una serie di incentivi che possono essere punti per la maturità per tutti i tipi di scuola, una serie di incentivi per la laurea, come un esame in più o un vantaggio a livello di formazione – ha aggiunto La Russa – , e un punteggio aggiuntivo per tutti i concorsi pubblici. Ma naturalmente il vero incentivo resta la volontà di aiutare la propria patria”.
Questa la proposta di La Russa. Vedremo se diventerà davvero legge. Intanto il Pd attacca: “Considerato che in legge di bilancio non c’è nulla su scuola, cultura, istruzione e che è proprio di questi giorni la proposta di eliminare 18app, diventa chiara l’idea che il governo ha della gioventù: meno cultura, più naja”.
Salvini fa riaprire due seggiovie a Foppolo
(di Fabio Fimiani)
Salvini fa riaprire due seggiovie a Foppolo, tra gli impianti sciistici da attivare dopo le ristrutturazioni post Mottarone, e autorizza i direttori a essere i garanti delle prove annuali per sbloccare la situazione degli altri rimasti fermi. Il Ministro alle infrastrutture sabato ha mandato il direttore del settore funivie dell’Ansfisa, l’agenzia per la sicurezza delle infrastrutture, a collaudare le due strutture a fune nel comune bergamasco della Val Brembana, una tra le zone più leghiste della provincia.
Il segretario del Carroccio è stato messo alle strette dall’ex deputato orobico Daniele Belotti, la voce delle manifestazioni del partito a Pontida, non ricandidato il 25 settembre perché tra i dissidenti, che lo scorso fine settimana hanno vinto il congresso provinciale.
E’ stato comunque un bel ponte per i tanti sciatori che hanno portato il tutto esaurito in numerose località sciistiche, uno settori penalizzati dalla pandemia Covid, e con necessità di verifiche e adeguamenti alla sicurezza, emersi dopo la strage della funivia del Mottarone del 23 maggio dell’anno scorso. Non tutte le stazioni però erano aperte, e in alcuni casi non con tutti gli impianti di risalita. Nonostante numerosi finanziamenti nazionali e regionali, per cui gli esponenti della Lega al governo, e alla guida delle regioni del Nord, si sono prodigati in questi anni.
In Lombardia oltre alle due seggiovie bloccate a Foppolo, sono rimaste ferme in provincia di Sondrio la funivia di Chiesa Valmalenco, chiusa del tutto la stazione di Pescegallo vicino a Morbegno, mentre all’Aprica, tra Tirano e la Valcamonica, non ha funzionato un’altra seggiovia. Ci sono inoltre località che hanno deciso di rimanere ferme per tutto l’inverno 2022/2023 come Colere, in provincia di Bergamo.
Per sbloccare la situazione di lentezza del settore impianti a fune, su richiesta del ministro Salvini, sabato il direttore dell’Ansfisa Domenico Di Bartolomeo ha delegato i direttori degli impianti a condurre le prove annuali di sicurezza, l’agenzia potrà in seguito verificarne la correttezza. Tra gli imputati della strage del Mottarone c’è proprio il responsabile della funivia che autorizzò l’impianto a funzionare, aggirando le norme di salvaguardia. Il settore è stato riorganizzato dopo l’incidente e il personale degli impianti fissi, ex Ustif, spostato dal Ministero delle Infrastrutture all’agenzia.
Da mesi il personale dell’Ansfisa è in agitazione per la carenza degli organici, sono 300 per strade, ferrovie e impianti a fune, e per lunedì 12 dicembre è previsto un presidio sotto la sede del ministero organizzato dai sindacati confederali e autonomi.
Continuano gli scontri in Ucraina
(di Roberto Festa)
Infuriano, sempre più drammatici, violenti, distruttivi gli scontri in Ucraina. Nelle ultime ore soprattutto il Sud del paese appare segnato dai combattimenti. La Russia ha lanciato attacchi con droni su Odessa. Kiev ha risposto prendendo di mira Melitopol, che si trova sotto il controllo russo da marzo. Particolarmente duri appaiono i raid su Odessa, la città portuale dalla quale partono le spedizioni di grano. Secondo fonti ucraine, i russi avrebbero utilizzato droni di fabbricazione iraniana. A Odessa sarebbero state colpite diverse infrastrutture civili. Un milione e mezzo di persone sono senza elettricità. Ci sono anche interruzioni nella distribuzione dell’acqua. Gli ucraini hanno risposto con una controffensiva su Melitopol. Gli attacchi ucraini sono avvenuti grazie ai lanciarazzi Himars: ci sono almeno due morti civili e diversi feriti. Melitopol è importante perché se dovesse cadere l’intera linea di difesa russa nel Sud, fino alla Crimea, verrebbe messa a rischio.
Tre venerdì e sabato ci sono stati almeno 20 raid missilistici russi sulle cxittà ucraine. Sono state colpite Kyev e Kherson, dove ci sarebbero almeno altri due morti civili. E violenti combattimenti vengono segnalati anche nell’Est del Paese. I raid russi hanno ridotto la città di Bakhmut, nel Donbass a “un ammasso di rovine fumanti”, ha detto il presidente ucraino Zelensky.
C’è un’analisi che arriva dall’Instiute for the study of war, un think tank con base a Washington, che afferma che nelle ultime settimane i russi avrebbero nominato sempre più funzionari ceceni nelle aree sotto il loro controllo. Ceceni che hanno una particolare esperienza nella repressione, anche brutale, di proteste e rivolte della popolazione civile. C’è infine una dichiarazione dell’ex presidente russo Medvedev che su Telegram scrive che la Russia sta aumentando la produzione di armi di nuova generazione “per difendersi dai nemici in Europa, Stati Uniti e Australia”.