
Valditara e Frassinetti all’istituto Molinari per celebrare Ramelli. Il ministro ha fatto mettere una seconda targa dedicata al giovane del Fronte della Gioventù ucciso 50 anni fa da militanti di Avanguardia Operaia, contro il parere negativo del consiglio d’istituto che aveva chiesto altre iniziative per ricordare quegli anni.
È entrato alla chetichella, tra i fischi e le contestazioni dei collettivi studenteschi. Allo stesso modo se n’è uscito, quasi di soppiatto. Il ministro Valditara, accompagnato dalla sottosegretaria Paola Frassinetti, ha fatto la sua comparsata all’istituto Molinari di Milano. L’occasione, l’anniversario, il 50esimo, dell’aggressione a Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, il movimento giovanile missino, che il 13 marzo del 1975, fu aggredito da alcuni esponenti di Avanguardia Operaia. Morirà 47 giorni dopo, il 29 aprile.
Blindato all’interno dell’istituto, il ministro ha scoperto la nuova targa in ricordo di Ramelli, con le parole “ucciso per le sue idee”. Una scelta contestata da studenti e docenti, intanto perché una targa già c’era, messa due anni fa. Ma soprattutto per la palese strumentalizzazione che la destra sta facendo, non da ora, della figura di Ramelli.
Il consiglio d’istituto del Molinari aveva chiesto di non posare la nuova targa, ma di organizzare un percorso di approfondimento sugli anni Settanta. Proposta bocciata, probabilmente perché non adatta alla propaganda della destra che ovunque sul territorio sta portando avanti iniziative di questo tipo. E così Valditara e Frassinetti hanno potuto portare avanti il loro progetto revisionista, mentre fuori dalla scuola, tra fumogeni e cori, i collettivi studenteschi chiedevano maggiore attenzione al mondo della scuola.