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I gelsomini non profumano più

Cinque anni fa Mohamed Bouazizi, un 26enne venditore di strada, si dava fuoco in segno di protesta contro la polizia di Sidi Bouzid. Nel giro di pochi giorni, tutta la Tunisia era teatro di manifestazioni che chiedevano libertà, lavoro, la fine del corrotto regime di Zine El Abidine Ben Ali.

La rivoluzione dei gelsomini, come fu chiamata, si allargò ad altri Paesi del mondo arabo. La forza della delle “primavere arabe” sorprese, e in certi casi preoccupò, il mondo. In Cina si vietò la ricerca della parola “Egitto” nei motori di ricerca e la vendita del gelsomino.

Cinque anni dopo, la situazione è molto cambiata. I Paesi delle “primavere arabe”sono stati travolti, come nel caso dell’Egitto, da una dura repressione. In Siria gli iniziali movimenti di protesta sono degenerati in una guerra lunga, sanguinosa, tragica.

La Tunisia ha conosciuto un destino meno drammatico; ma anche qui, come altrove, le speranze iniziali non sono state mantenute. “La rivoluzione è scomparsa dalle strade”, dice ai microfoni di Chawki Senouci Debora Del Pistoia, cooperante dell’ong Cospe.

Debora Del Pistoia: “Cinque anni dopo”

La Tunisia ha conosciuto negli ultimi anni un lento ritorno a forme di repressione del dissenso e delle libertà civili. Gli oppositori, soprattutto nel caso di quelli che criticano l’esercito, subiscono forme di intimidazione. La libertà di parola, soprattutto in Rete, è sempre più limitata. Gli omosessuali vengono arrestati e condannati a pene dure. “Dopo l’attentato del 24 novembre, lo stato di emergenza e la repressione è esplosa, con arresti, perquisizioni, violazioni”, spiega ancora Debora Del Pistoia.

Debora Del Pistoia “E’ tornata la paura e la repressione”

Lo stato di polizia è quindi stato ripristinato. Ma non è solo la libertà a mancare nella vita quotidiana dei tunisini. La rivoluzione del 2010 chiedeva “pane e lavoro”, oltre che libertà. Oggi la disoccupazione dilaga e la corruzione ha ripreso piede. Ancora Debora Del Pistoia ai microfoni di Chawki Senouci.

Debora Del Pistoia:”La situazione economica è drammatica”

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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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