A un certo punto, quando ha spiegato che nella “fase 2” i funerali si potranno fare ma con pochi partecipanti e invece le messe saranno ancora sospese, Conte ha detto che il confronto con i consiglieri scientifici del governo è stato duro: “Il comitato tecnico scientifico non ha nascosto la propria rigidità” ha spiegato il presidente del Consiglio.
E’ il passaggio della conferenza stampa che tradisce la modalità con cui si è arrivati a definire il nuovo decreto. Un confronto teso non solo tra il governo e gli esperti ma anche tra componenti della maggioranza. Appena terminata la conferenza stampa, non a caso, i renziani sono partiti all’attacco: “Speravamo meglio, c’è stata eccessiva timidezza”.
Alla fine, per quanto riguarda il lavoro, è venuto fuori un testo somiglia molto a un compromesso tra i fautori della linea dura che temono di dare di nuovo via libera al virus e i fautori della ripresa che pensano si stia affossando del tutto l’economia: dal 4 maggio riapriranno le filiere della manifattura e delle costruzioni. Il commercio al dettaglio ripartirà il 18 maggio. Bar, ristoranti e cura alla persona riapriranno il primo giugno.
Il terrore di Conte e dei ministri che spingono per il rigore, da Boccia a Speranza, è che i tecnici abbiano ragione, che allentare la presa adesso consentirebbe alla curva dei contagi di tornare a schizzare. Le persone ricomincerebbero ad ammalarsi e a morire, e loro verrebbero travolti politicamente. Ecco perché il governo sta mettendo a punto, dice Conte, un meccanismo che consenta di fare marcia indietro se i contagi torneranno a salire.
Ed ecco perché le maglie sono rimaste strette laddove è più facile agire, senza interessi economici da tenere in considerazione, ossia per quanto riguarda la vita privata.
Più che “fase 2”, dal 4 maggio per tutti noi scatteranno due settimane di prova in cui si potrà fare qualcosa di più ma non molto. Fare sport ma da soli, tornare nei parchi ma a distanza (e i sindaci li potranno chiudere di nuovo se non ci si comporterà bene). E si dovrà giustificare sempre il motivo per cui si è per strada. Si potrà dire che si è in giro per fare attività motoria, cosa consentita, ma si dovrà in ogni caso avere l’autocertificazione. Si potranno andare a trovare i parenti ma -in teoria- solo loro e solo all’interno della regione di residenza e mantenendo le distanze anche in casa, e anche in casa niente feste e assembramenti.
La scommessa di Conte è che gli italiani continuino ad avere pazienza e a fidarsi della sua ostentata prudenza accompagnata da una corposa dose di retorica – “se ami l’Italia mantieni le distanze”; “sarà una intensa stagione di riforme per cambiare tutte le cose che non vanno” – e del suo tono paternalistico quando quando li invita a “scacciare via” i cattivi sentimenti.
La scommessa di Conte per la “fase 2” passa attraverso l’assunzione della responsabilità di scelte che cercano di accontentare tutti rischiando in realtà di non accontentare nessuno.
In diretta da Palazzo Chigi
Gepostet von Giuseppe Conte am Sonntag, 26. April 2020