Approfondimenti

Che cosa è successo oggi? – Lunedì 25 gennaio 2021

Variante Delta

Il racconto della giornata di lunedì 25 gennaio 2021 attraverso le notizie principali del giornale radio delle 19.30, dai dati dell’epidemia in Italia ai dubbi sui dati trasmessi dalle Regioni negli ultimi mesi per avere misure anti-COVID più morbide. In Europa si annunciano cause contro la Pfizer, ma la Commissione europea ha deciso di pagare l’azienda il 20% in più per il pasticcio dosi e fiale dei vaccini, anche se in presenza di ragioni importanti di salute pubblica gli Stati potrebbero chiedere o pretendere la licenza del farmaco per produrlo in grosse quantità. Cinque anni fa veniva rapito Giulio Regeni. Infine, i grafici del contagio nelle elaborazioni di Luca Gattuso.

I dati dell’epidemia diffusi oggi

Tornano sopra i 400 i morti per COVID nelle 24 ore: oggi ne sono stati registrati 420. 8.561 i nuovi test positivi. Il tasso di positività, compresi i test rapidi, sale oltre il 6%. Salgono i ricoveri in terapia intensiva e tornano a crescere anche quelli nei reparti ordinari. 21 in più quelli occupati nelle rianimazioni, i nuovi ingressi sono 150. Sono 8 le Regioni oltre la soglia critica del 30% di posti di terapia intensiva occupati da malati COVID.
A Varese intanto sarebbe stato sequenziato il primo caso di variante brasiliana del virus, spiega in una nota Ats Insubria.

Il Centro Europeo di Controllo delle Malattie Infettive intanto ha diffuso una prima simulazione sul sistema a zone discusso tra i governi europei, che prevede delle aree dove sarebbe vietata l’uscita senza prima un tampone e un periodo di quarantena, aree cosiddette rosso scuro. Nelle simulazioni finirebbero in questa casistica Friuli, Veneto Emilia-Romagna e Provincia autonoma di Bolzano.

L’errore della Lombardia non è un caso isolato? Dubbi sui dati forniti da altre Regioni

(di Massimo Alberti)

Se il caso Lombardo è deflagrato dopo un errore in eccesso, dallo scattare del sistema a zone sono poche le Regioni esenti da dubbi, problemi, addirittura indagini giudiziarie sui dati trasmessi a Roma. La Lombardia lo ha pagato con misure più restrittive, ma negli altri casi i dubbi sono su numeri, trasmessi dalle Regioni stesse, che hanno determinato misure più morbide.
La PA di Trento è stato forse il caso più eclatante. I dati sulla mortalità e le ospedalizzazioni incompatibili con i contagi hanno insospettito un gruppo di scienziati, secondo cui, per mantenere bassi i nuovi positivi la Regione eseguiva prima un test rapido, che non veniva conteggiato, e solo a negativizzazione presumibilmente avvenuta eseguiva il tampone che abbassava il conto ufficiale comunicato a Roma. [CONTINUA A LEGGERE]

Big Pharma ricatta e l’Europa paga i vaccini

(di Claudio Jampaglia)

In Europa si annunciano cause contro la Pfizer, ma la Commissione europea ha deciso di pagare l’azienda il 20% in più per il pasticcio dosi e fiale dei vaccini. Cosa c’è scritto nei contratti, quanti soldi si spendono e perché l’Europa è così debole con queste aziende? Lo spiega l’eurodeputato del Gue/Sinistra Unita Marc Botenga, tra i pochi ad aver avuto accesso al contratto con Pfizer. [LEGGI L’INTERVISTA]

Vaccini e ritardi: i Paesi possono pretendere la licenza dei farmaci

I vaccini e i ritardi nelle consegne: l’Unione Europea intende indagare sull’ipotesi che i ritardi delle case farmaceutiche siano dovuti alla vendita ad altri Paesi delle dosi contrattate: fonti di Bruxelles hanno fatto trapelare che si sta lavorando per istituire un apposito registro per capire che fine abbiano fatto i vaccini tagliati. L’Italia invece sta per presentare un esposto contro Pfizer al Consiglio di Stato.
Resta però il problema di come far fronte materialmente ai ritardi, che hanno frenato la campagna di vaccinazione in tutta Europa, ed in Italia – parola del viceministro Sileri – hanno provocato un ritardo di un mese.
Due autorevoli esperti, il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta ed il presidente dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini, invitano a lasciar perdere le vie legali, giudicate uno spreco di tempo denaro, e invitano a sfidare direttamente i brevetti:
“Se ci sono ragioni importanti di salute pubblica, gli Stati possono chiedere o pretendere la licenza del farmaco per produrlo in grosse quantità” sono le parole del Professor Garattini. “Garattini ha ragione, i governi si muovano” dice a Radio Popolare Laurent Manderieux, esperto di proprietà intellettuale al Dipartimento di Studi Giuridici della Bocconi di Milano:


 

5 anni dal rapimento di Giulio Regeni

Cinque anni fa esatti, alle 19.41 del 25 gennaio 2016, Giulio Regeni inviò il suo ultimo sms dal Cairo. Poco dopo fu rapito e nei giorni seguenti venne torturato e ucciso. Il presidente della repubblica Mattarella ha commentato l’anniversario ricordando il lavoro della procura di Roma: il 29 aprile ci sarà un’udienza sulla richiesta di processare quattro agenti dei servizi segreti egiziani. Sempre oggi il caso Regeni è stato discusso dai ministri degli esteri europei, su richiesta di quello italiano Di Maio. “E’ una questione grave per l’intera Unione”, ha detto il commissario Borrell, ma è da capire se le istituzioni di Bruxelles e quelle nazionali faranno pressione seriamente sulle autorità egiziane, che finora si sono rifiutate di collaborare. Ai nostri microfoni Silvia Stilli, portavoce dell’associazione delle ong che fanno cooperazione all’estero, rilancia la richiesta della famiglia Regeni al governo: richiamare subito l’ambasciatore al Cairo.


 

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    Maria Antonietta e Colombre hanno annunciato un joint album. Lo hanno fatto con l'uscita di un singolo, "Signorina Buonasera", che racconta proprio di un primo passo, di un incontro, il loro incontro, che li ha portati a diventare coppia. Coppia che ora si unisce artisticamente per dar vita ad un lavoro che parte da una scoperta quasi archeologica che li proietta nel loro personale pleistocene, e li porta a riscoprirsi e mettersi in gioco. Questo e tanto altro hanno raccontato oggi a Matteo Villaci nell'intervista andata in onda a Jack.

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    Nel corso della storia, la comparsa e la diffusione su larga scala di tecnologie che hanno contribuito a riplasmare la rappresentazione di sé e del mondo hanno sempre generato paure e previsioni "apocalittiche". È andata così con la scrittura alfabetica, con la fotografia, con il cinema, con la televisione e anche con Internet. Senza eccezione, ogni rivoluzione tecno-scientifica ha partorito profeti di sventura e cantori dei disastri che le "macchine" avrebbero prodotto sugli individui e sulla società. Oggi l'atteggiamento prevalente non è cambiato. Sul banco degli imputati abbiamo il digitale - e in particolare la sua declinazione ritenuta più pericolosa, soprattutto per i giovani: lo smartphone. Disattenzione, ansia, isolamento sociale, sindrome da ritiro sono solo alcuni dei sintomi con cui si tende a diagnosticare la morbosa dipendenza dalla tecnologia più temuta e più utilizzata. C'è chi rimpiange un'umanità perduta e chi invece rincorre "patenti" o divieti. Saranno queste le soluzioni più efficaci? E, ancor prima, sono attendibili le analisi, le argomentazioni e le narrazioni che sembrerebbero legittimare questi rimedi? Gli autori di questo libro partono da qui. Smascherando false ideologie e inutili scorciatoie, fanno il punto sullo stato dell'arte della ricerca neuroscientifica per arrivare a prospettare orizzonti culturali e educativi in grado di fare i conti con le sfide e le criticità che una società digitalizzata inevitabilmente porta con sé. Il libro "Oltre la tecnofobia. Il digitale dalle neuroscienze all’educazione", edito da Raffaello Cortina Editore, è stato scritto a tre mani da Vittorio Gallese, Pier Cesare Rivoltella e Stefano Moriggi. Quest'ultimo è stato ospite di Ira Rubini oggi a Cult.

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