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Dichiarato lo stato di emergenza

Nuove violenze, scontri, manifestazioni si allargano a Charlotte, North Carolina. Il governatore dello Stato, Pat McCrory, ha dichiarato lo stato di emergenza. C’è un ferito grave, si chiama Ramsey Horta. E’ in sala di rianimazione. La polizia dice che è stato colpito da un altro civile. In un primo tempo, l’uomo era stato dichiarato morto.

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Le proteste sono esplose dopo l’uccisione di Keith Lamont Scott, 43 anni, un nero che si trovava nel parcheggio del condominio dove abitava, nel settore orientale di Charlotte. Il sindaco della città, Jennifer Roberts, ha detto di voler prendere visione del video della sua uccisione, ma che al momento non ha alcuna intenzione di renderlo pubblico.

La polizia dice di aver sparato dopo aver intimato più volte all’uomo di far cadere il fucile che aveva tra le mani. Gli agenti erano alla ricerca di un uomo armato nella zona, e avrebbero erroneamente scambiato Scott per il sospetto. La famiglia del nero ucciso ha una versione completamente differente. Scott sarebbe stato nella sua macchina, a leggere un libro, in attesa della figlia. Scott, che era disabile, non sarebbe stato in possesso di alcuna arma da fuoco. In un video postato su Facebook Live dalla figlia Lyric, si sente la ragazza urlare agli agenti di non piazzare un fucile accanto al padre, per avvalorare la tesi che l’uomo fosse armato.

Gli incidenti di questa notte sono scoppiati nel quartiere degli affari Uptown. La folla ha spaccato vetrine e appiccato piccoli fuochi. Ci sono stati anche alcuni saccheggi di negozi.

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La polizia ha usato pallottole di gomma e gas lacrimogeni. C’è però il caso dell’uomo ferito durante gli incidenti. Un portavoce della polizia dice che è stato ferito da un altro civile. Alcuni dimostranti dicono invece che gli agenti hanno usato veri proiettili.

Bottiglie e sassi e almeno una molotov sono stati lanciati contro gli agenti. Tra di loro, ci sono quattro feriti lievi.

La polizia ha affrontato i manifestanti in assetto antisommossa, una misura che è stata spesso criticata perché darebbe l’impressione di una militarizzazione che può condurre a ulteriori incidenti. Il governatore McCrory ha anche chiamato la Guardia Nazionale in aiuto della locale polizia.

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    Per i lavoratori dei musei civici di Milano prima vittoria: 300 euro in più al mese e maggiori tutele

    I lavoratori e le lavoratrici dei musei civici milanesi hanno vinto la loro battaglia: ora saranno assunti con il contratto nazionale Federculture e non più quello Multiservizi. Significa, ad esempio, 300 euro al mese in più in busta paga e migliori tutele. I primi a beneficiare del cambio di contratto, dopo scioperi e proteste, saranno i lavoratori e le lavoratrici delle biglietterie. “Dopo due anni di lotta serrata all’interno dei Musei Civici di Milano arrivano le certezze sull’applicazione del CCNL Federculture nel primo appalto che va in scadenza, ovvero le biglietterie” spiega il sindacato USB Lavoro Privato che ha seguito la vertenza. “Dopo l’uscita del bando non solo con l’indicazione del Federculture, ma con anche tutte le altre garanzie fondamentali che abbiamo rivendicato con scioperi e in tutti gli incontri avuti con i consiglieri e con gli Assessori alla Cultura e al Bilancio, è stata data comunicazione ai lavoratori che quanto scritto nel bando troverà corrispondenza nel cambio appalto di settembre”. L’obbiettivo di sindacato e lavoratori è ora quello di cambiare il contratto in tutti gli altri bandi in scadenza, a partire da quello degli operatori di sala che scadrà a maggio 2026. Roberto Maggioni ha intervistato Elena Lott di USB Lavoro Privato.

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