L'Ambrosiano

Quaresima

La realtà impone che alla Quaresima appena iniziata sia dato un valore speciale: coi lutti che viviamo è penitenza tutto l’anno senza intravedere le luci della Pasqua. Nel 2023 sarà Pasqua se le settimane prossime saranno usate per far cessare il fuoco in Ucraina, abbattere i patiboli in Iran, riportare a scuola e al lavoro le donne afghane, costruire due stati: Israele e Palestina, non perseguitare più i Curdi in Turchia e Siria; da noi per abolire la Bossi-Fini, smettere di proiettare le cause dei guai sui migranti, ridare vita dignitosa ai poveri, punire in modo esemplare i picchiatori di Firenze. Pasqua, rialzarsi dopo ogni caduta, è dell’uomo tout court, nel mondo intero: i cristiani ne son solo depositari (talvolta immeritevoli). In una rinascita pasquale han bisogno di tornare a sperare uomini e donne, bambini e anziani, giovani, lavoratori, cassintegrati, disoccupati, precari, insegnanti, medici, poeti, artisti, politici: sì, anche questi vivaddio: basta sfiducia, delegittimazione, profanazione del “servizio” del governo della cosa pubblica, basta ideali annacquati, etica prêt-à-porter, bullismo di parole, basta sondaggi e like invece di rispetto, dibattiti, progetti, visioni di futuro. Milioni di persone ripercorrono “vie crucis” ogni giorno, come fossero nate solo per portare su fragili provate spalle i pesi di ingiustizie di cui non han colpa e non riescono a immaginare che dopo il Calvario un’aurora pasquale spunti. Far vittime con scelte sbagliate o criminali (guerre, sfruttamenti, diritti violati) è colpa di certi governanti, ma nessuno può chiamarsi fuori, credere di cavarsela, evitare di esser coinvolto nelle responsabilità comuni se si tien stretto e difende coi denti ciò che ha e non si carica anche lui nel suo piccolo la sua croce, non fa qualcosa per portare il cero pasquale a illuminare con coscienza le tenebre di sopraffazioni, violenze, sfruttamenti, discriminazioni. Raccontano i vangeli che Gesù cacciò Pietro quando lo sentì opporsi al Golgota e alla Croce; lo bollò col peggiore degli epiteti: Satana; aveva mostrato di pensarla come gli uomini che si combattono, dividono, cercano scorciatoie non invece come il Dio che sognò uomini fratelli, liberi, generosi operatori di pace e di giustizia.

  • Marco Garzonio

    Giornalista e psicoanalista, ha seguito Martini per il Corriere della Sera, di cui è editorialista, lavoro culminato ne Il profeta (2012) e in Vedete, sono uno di voi (2017), film sul Cardinale di cui firma con Olmi soggetto e sceneggiatura. Ha scritto Le donne, Gesù, il cambiamento. Contributo della psicoanalisi alla lettura dei vangeli (2005). In Beato è chi non si arrende (2020) ha reso poeticamente la capacità dell’uomo di rialzarsi dopo ogni caduta. Ultimo libro: La città che sale. Past president del CIPA, presiede la Fondazione culturale Ambrosianeum.

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    "Le barche non bastano per accogliere tutti quelli che vorrebbero portare aiuti a Gaza”: intervista a Maso Notarianni

    C’è anche un pezzetto di Milano in una delle oltre 50 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, il convoglio umanitario che sta cercando di raggiungere la Striscia di Gaza per rompere l’assedio israeliano e consegnare aiuti umanitari. A bordo di una di queste barche ci sono anche Maso Notarianni, presidente provinciale dell'Arci Milano, e il consigliere regionale del PD Paolo Romano. La loro imbarcazione partirà il 4 settembre dal porto di Catania ed è tra quelle di supporto. Arriverà fino a un certo punto e poi tornerà indietro per proseguire il suo lavoro di soccorso in mare con il progetto “Tutti gli occhi sul Mediterraneo”. Ascolta l’intervista di Roberto Maggioni a Maso Notarianni.

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