DisOrdine internazionale

Il futuro si gioca ora

Com’è inevitabile che sia, la lotta contro il Covid-19 e lo sforzo di realizzare un’efficace campagna di vaccinazione globale dominano le preoccupazioni di tutti gli attori della politica internazionale: a cominciare ovviamente dalle “grandi potenze”. La posta in gioco va però oltre la pandemia: si tratta infatti di determinare non solo chi, ma anche sulla base di quali principi e attraverso quali regole governerà il sistema internazionale, una volta che la fuoriuscita dalla dimensione sanitaria dell’emergenza si sarà consolidata. È questo l’oggetto del contendere molto serrato tra Stati Uniti, da un lato, e Cina e Russia dall’altro. Le accuse di voler cambiare le regole del gioco che entrambe le parti si sono reciprocamente rinfacciate con molta rudezza nelle ultime settimane vertono proprio su questo.
È così si spiega anche l’ostentato interesse che l’America di Biden è tornata a mostrare verso l’Europa. Joe Biden vuole mettere in evidenza che un mondo a guida cinese, con la Russia inevitabilmente relegata a junior partner, funzionerebbe sulla base di principi molto lontani da quelli che, con tutti i loro limiti e le loro contraddizioni, hanno contrassegnato l’egemonia americana. La violenza con cui si scaglia contro “l’assassino Putin” e le repressioni cinesi a Hong Kong e nello Xian mira a far emergere il deficit normativo delle grandi potenze autoritarie e a riproporre la leadership americana come “il male minore”. Questo stana anche l’Europa, affinché provi ad andare oltre ai tatticismi e agli opportunismi. Biden ha poi chiaro che la sfida che Pechino porta al ruolo degli Usa non può essere vinta solo in termini strategico-militari e normativi. Serve che il modello occidentale torni ad essere attrattivo e vincente. Anche dal punto di vista politico-economico. Per fermare la Cina nell’Indo-Pacifico occorre che l’economia atlantica ricominci a crescere. Nella consapevolezza, però, che il modello occidentale deve innanzitutto essere rilanciato al suo interno, per ritrovare il perduto equilibrio tra le ragioni dei “molti” e quelle dei “pochi”. Deve cioè tornare a essere distinguibile – e preferibile – rispetto a quello cinese per una rinnovata compatibilità tra democrazia e mercato, contrastando le spinte oligarchiche che hanno caratterizzato l’una e l’altro a partire dagli anni ’80.
Biden vuole un’Europa che non sia più la zavorra deflazionistica che è stata da quando è partito l’euro. E presenta il suo piano di recovery da 1900 miliardi di dollari come la più grande manovra “progressista” dai tempi della Great Society di Johnson, quella che mise a tema – concretamente – la questione dei diritti civili, politici, economici e sociali dei neri. Non sappiamo se ci riuscirà, ma sappiamo che è la cosa più “di sinistra” che abbiamo sentito negli ultimi trent’anni e che potrebbe consentire una svolta anche all’agenda europea.

 

 

  • Vittorio Emanuele Parsi

    Insegna Relazioni Internazionali e Studi Strategici all’Università Cattolica a Milano, dove dirige l’ASERI – Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali – e all’USI di Lugano. Si occupa da molti anni dello studio delle trasformazioni del sistema globale, al crocevia tra politica ed economia e tra ambito domestico e internazionale. Ultimi volumi: Vulnerabili: come la pandemia sta cambiando la politica e il mondo (2021), The Wrecking of the Liberal World Order (2021).

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    1) 25 novembre, quando lo stupro è un’arma di guerra. Nel Sudan sconvolto dalla più grave crisi umanitaria al mondo, migliaia di donne e bambini sono vittime di violenza di genere. (Stefano Piziali - Cesvi) 2) Ucraina, mentre i negoziati per un accordo tra Mosca e Kiev continuano, il piano per la pace Statunitense spacca l’amministrazione americana. (Roberto Festa) 3) La peggiore crisi economica mai registrata. L’occupazione israeliana in Cisgiordania e la distruzione e Gaza hanno provocato un crollo senza precedenti nell’economia palestinese, riportando il paese indietro di decenni. (Allegra Pacheco - West Bank Protection Consortium) 4) “A Dankirque non si vive, si sopravvive”. Sulle coste francesi la situazione umanitaria delle persone migranti peggiora giorno dopo giorno e lo stato non si assume le sue responsabilità. (Veronica Gennari) 5)Lo scandalo di pedofilia che ha sconvolto il vescovo di Cadice è un caso senza precedenti nella chiesa spagnola. (Giulia Maria Piantedosi) 6) Rubrica sportiva. Dopo 52 anni, la nazionale di calcio di Haiti si qualifica per i mondiali. Un risultato storico e prezioso per un paese distrutto dalla violenza. (Luca Parena)

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

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    Oggi a Cult Mary Sarnataro ci ha parlato di “Zitte mai!”, la serata speciale in scena al teatro Lirico di Milano, che un gruppo di comedians, capitanate da Deborah Villa, dedica all'associazione Cerchi nell'Acqua, che da anni è vicina alle donne vittime di violenza. A partire dalla libertà di esprimersi, la prima che viene a mancare quando una relazione diventa prevaricante, l'appuntamento sarà l'occasione per riflettere sulla violenza sulle donne, usando lo strumento della comicità. L’intervista di Ira Rubini.

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    Celebriamo la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne con una selezione musicale quasi esclusivamente al femminile, tra novità degli ultimi giorni e brani più storici. Nella seconda parte Corrado Nuccini ci parla di Solido Festivalino di Ferrara, che andrà in scena questo weekend, e ospitiamo Marco Giudici che ci racconta e suona alcuni pezzi del suo nuovo album "Trovarsi soli all'improvviso".

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