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Addio Conte due, ma ora gli scenari non sono migliori

conte

Non era certamente il migliore dei governi possibili e nasceva da un peccato originale: il premier, cioè Conte, era lo stesso che fino al giorno prima governava non solo con Salvini, ma proprio sotto Salvini, Salvini con le sue politiche razziste e i suoi ammiccamenti alle peggiori destre mondiali.

Poi si sa però come è andata: dopo il Papeete Salvini si è suicidato e Renzi – lo stesso Renzi che oggi fa crollare tutto – si è inventato la mossa del governo giallorosso.

Da quel momento Conte, il Conte Zelig, il trasformista Conte, si è davvero trasformato:

Non solo nelle alleanze politiche ma anche nella sicurezza in se stesso: non più pulcino bagnato nelle mani dei vicepremier ma capo di governo vero, decisionista, protagonista in Europa e presenzialista sui media, perfino un po’ troppo, tanto da irritare i comprimari, compreso il Pd, compreso Di Maio, figuriamoci Renzi che vuole i riflettori tutti per sé.

Non era il migliore dei governi possibili ma è stato il governo che ha invertito, dopo 40 anni di tagli, la rotta sul welfare, sulla sanità, sugli aiuti alla base della piramide sociale,

Complice il Covid, certo, e niente di rivoluzionario, ma comunque cose che andavano nella direzione opposta rispetto ai decenni di egemonia economica liberista, privatista, individualista.

Non era il migliore dei governi possibili ma ha affrontato con coraggio e tutto sommato pochi errori la prima fase della pandemia, quella di 10 mesi fa, per scivolare invece sulla gestione della seconda ondata, quella iniziata a ottobre.

Il Conte due non era il migliore dei governi possibili ma onestamente è difficile dire che almeno negli ultimi dieci anni in Italia si sia visto qualcosa di meglio – Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, il Conte uno – e allora ci si chiede se davvero a questo punto qualcosa di meglio potremo vedere.

Perché a occhio gli scenari sono uno più brutto dell’altro.

Un instabile e debole Conte ter tenuto in piedi da una banda di cosiddetti responsabili, insomma diciamocelo, gli Scilipoti di sinistra.

Oppure un altro governo con la stessa maggioranza di adesso ma un altro premier e con un potere di ricatto di Renzi, il liberista Renzi, molto maggiore nelle scelte economiche.

O ancora un governo tecnico centrista a maggioranza nuova e tutta da costruire, con Berlusconi e Renzi come epicentri e poi chi ci sta ci sta, probabilmente il Pd, magari pezzi di Lega vicini a Giorgetti e Zaia, e poi le solite truppe sparse in Parlamento.

Fino all’ipotesi più spaventevole, la situazione che sfugge di mano a tutti e quindi le elezioni a maggio.

Vale a dire l’Italia senza un governo per mesi nel mezzo della pandemia, poi gli elettori chiamati a votare nelle scuole con il virus ancora in circolazione, e infine una probabile maggioranza Salvini Meloni, con il successore di Mattarella scelto dalla destra, anzi dalla destra estrema quale ancora è quella italiana.

Ecco, il Conte due non era il migliore dei governi possibili ma ora ci si chiede se questa crisi non rischia di portarci verso il peggiore degli scenari possibili .

  • Autore articolo
    Alessandro Gilioli
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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