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“La felicità al potere” secondo Pepe Mujica

Pepe Mujica non è più presidente dell’Uruguay. Dal 1° marzo 2015 è tornato a coltivare i fiori nella sua fattoria alla periferia di Montevideo, pur continuando l’attività politica come senatore. Ma il suo esempio ha segnato profondamente il suo Paese ed è di ispirazione a molti, in tutto il mondo.

Per questo il libro La felicità al potere, uscito un anno fa per Editori Riuniti, verrà ristampato da Castelvecchi a marzo, visto il successo della prima edizione (17mila copia vendute). Si tratta di una lunga intervista a Mujica realizzata da Cristina Guarnieri. In più raccoglie i discorsi più importanti di Mujica e una sua biografia, scritta da Massimo Sgroi partendo dalle dichiarazioni pubbliche del presidente-guerrigliero.

Ne parliamo con l’autrice di La Felicità al potere Cristina Guarnieri, a Milano per presentare il libro.

Quando lo hai incontrato, Mujica aveva da tempo la fama di “presidente più povero del mondo”. Che personaggio ti aspettavi?

Mi aspettavo un’icona del pauperismo, del sacrificio e della rinuncia. Ma la sorpresa è stata ritrovarsi invece con un cantore del desiderio, del godimento della vita. Con lui ho scoperto il significato profondo della parola sobrietà, ben lontano da quello di austerità, parola che in Europa è stata prostituita. La sobrietà è piuttosto una sorta di opera di liberazione del tempo finalizzata a far sì che il tempo si riempia di quello che ognuno profondamente desidera.

Ma come mai possedere poche cose comporta l’avere più tempo? Come spiega Mujica questo concetto?

Questo aspetto è molto interessante ed è stato per me una rivelazione. Non è un concetto poetico, è un calcolo crudamente ragionato. Per esempio: nel momento in cui io sono sobrio, invece di avere una casa enorme avrò una casa di poche stanze. Dunque avrò una casa più piccola da pulire, da gestire, da amministrare, cose che comportano molto tempo. E quindo avrò del tempo libero per fare quello che a me piace. Nel caso di Mujica, quello che gli piace è coltivare la terra, occuparsi dei fiori, dalle cose più importanti della vita: le relazioni umane, un amore, il rapporto con un figlio, un’amicizia, un hobby, una passione. Questo non vuol ire che tutti debbano regalare il 90 per cento del proprio stipendio o abitare in una fattoria di 50 metri quadri. Lui ripete sempre: ‘Non fate come me’. Ciascuno dovrebbe cercare di reperire la propria cifra soggettiva per capire che cosa lo rende vivo.

Ascolta tutta l’intervista a Cristina Guarnieri, autrice di “La felicità al potere

Ascolta l’intervista a Cristina Guarnieri

 

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    Michela Sechi
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

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