Approfondimenti

Lo storico addio di Ellen DeGeneres al suo talk show

Ellen DeGeneres

Ellen DeGeneres dice addio al suo talk show quotidiano Ellen: la diciannovesima stagione, che partirà il prossimo autunno e si concluderà nel 2022, sarà l’ultima. Un annuncio che per gli spettatori statunitensi è stato una sorta di terremoto: la popolarità di Ellen e la presenza nell’immaginario collettivo del suo programma sono seconde solo a quelle dell’ancora incontrastata regina Oprah Winfrey.

La notizia sarebbe arrivata ancor più inaspettata se l’ultimo anno non fosse stato, per Ellen DeGeneres, particolarmente difficile, dal punto di vista dell’immagine pubblica: circa un anno fa un’inchiesta di “BuzzFeed News” aveva rivelato che dietro le quinte del suo show vigeva un clima lavorativo fatto di abusi e minacce, oltre che di orari assurdi, contratti discutibili e piccole angherie quotidiane. Un’inchiesta interna del network ha individuato, ufficialmente, i responsabili nei tre produttori esecutivi principali, storici collaboratori di DeGeneres, che sono stati licenziati; e la prima puntata della nuova stagione del talk show, qualche mese fa, in cui la presentatrice ha esordito con un monologo di scuse, ha fatto segnare alti ascolti.

Le accuse avevano, però, fatto ancor più scalpore perché il motto sostenuto con pervicacia da Ellen DeGeneres era sempre stato “Be Kind”, “siate gentili”: nel suo studio dalle poltrone candide accoglie ogni pomeriggio ospiti famosissimi (non c’è star che non si sia accomodata negli anni di fronte a lei) e gente comune, piccoli fenomeni virali o locali e persone in gravi difficoltà; raramente li punzecchia, ogni tanto fa qualche scherzo, spesso distribuisce regali o fa grandi donazioni in beneficenza. Con la zazzera bionda cortissima, gli occhi azzurrissimi, il sorriso caldo e aperto, in completo elegante giacca-pantaloni-camicia-gilet ma con immancabili scarpe da ginnastica, la tendenza a ballare molto e a far ballare tutti, e a sedersi a gambe incrociate o di sghimbescio, come una ragazzina, nonostante i 60 anni compiuti qualche anno fa, Ellen è sempre stata la padrona di casa da cui andare per sentirsi a proprio agio. Nonostante, di motivi per non essere troppo gentile con Hollywood, in teoria, Ellen ne avesse eccome: di professione stand-up comedian, fu la prima donna invitata a sedersi al tavolo del late show di Johnny Carson dopo un esilarante monologo, nel 1986; negli anni 90 ebbe un gigantesco successo con una sitcom che si chiamava anch’essa Ellen, almeno fino al suo storico doppio coming out, nel 1997: doppio perché lo fecero, contemporaneamente, sia lei sia il suo personaggio, con un’ospitata da Oprah, una celebre copertina del “TIME” e un doppio episodio speciale con co-protagonista Laura Dern.
Un momento storico per la televisione e la storia dei diritti civili, ma che a DeGeneres costò tutto: gli ascolti calarono, gli sponsor si ritirarono, lei perse il lavoro e ogni altro ingaggio, da amata battutista si trasformò nel bersaglio di pessime battute di chi la chiamava “DeGenerate”, per qualche anno la sua carriera sembrò definitivamente naufragata.

La rinascita comincia, piano, nel 2001, quando viene scelta per condurre la delicatissima cerimonia degli Emmy dopo l’11 settembre: “Cosa potrebbe dare più fastidio ai talebani di una donna gay in giacca e cravatta circondata di ebrei?” è la battuta con cui rompe definitivamente il ghiaccio e fa scoprire alla platea, in sala e a casa, che la sua presenza non è aliena o diversa, anzi è la più rassicurante possibile.
Oggi Ellen DeGeneres è a capo di un impero mediatico sconfinato, ha dato la voce originale alla pesciolina Dory della Pixar, ha sposato l’attrice Portia De Rossi in una cerimonia da sogno, ha accumulato oltre 3.000 puntate del proprio programma, produce alcuni dei reality più di successo della tv Usa, ha ricevuto la Presidential Medal of Freedom da Barack Obama, è tornata a fare stand-up comedy (c’è un suo spettacolo su Netflix), ha costruito un impero sulla gentilezza che le era stata negata e, secondo qualcuno, su un po’ di ipocrisia.Eppure non si può negare che nella sua biografia si possa osservare il progresso collettivo. Sarà interessante scoprirne la prossima tappa.

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 18/09 12:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 18-09-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 18/09 18:31

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 18-09-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 18/09/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 18-09-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 18/09/2025 delle 07:15

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 18-09-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Alessio Lega ricorda Fausto Amodei: "Sublime la sua scrittura, una persona tenera e ironica"

    È morto a 91 anni Fausto Amodei, figura cruciale per la canzone popolare italiana che alla fine degli anni cinquanta aveva contribuito a fondare il Cantacronache, il primo esperimento di canzone politica “d’autore” in Italia. Tra i suoi capolavori 'Per i morti di Reggio Emilia', una delle canzoni popolari e politiche più suonate nelle piazze d’Italia. Ma "le sue canzoni sono riuscite ad andare ben oltre il suo nome” diventando parte dell’immaginario collettivo, ricorda il cantautore Alessio Lega ai microfoni di Radio Popolare. Ascolta l'intervista di Niccolò Vecchia.

    Clip - 18-09-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 18/09/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 18-09-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 18/09/2025

    Inizia la Milano Green Week! gli eventi e iniziative le presenta l'assessora al verde, Elena Grandi. Rachele di Magiafiori, la nostra chef vegetale ci sugegrisce poi un menù tutto...green. Marcello ed Elisa, infine, ascoltatori/educatori ci han scritto per raccontarci La Rosa dei Venti, l'associazione che da anni nel comasco, lavora per l'inclusione di persone con disturbi di personalità. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 18-09-2025

  • PlayStop

    Volume di giovedì 18/09/2025

    In compagnia di Niccolò Vecchia telefoniamo ad Alessio Lega per ricordare, nel giorno della sua scomparsa, Fausto Amodei, un vero simbolo della canzone politica d’autore italiana. Segue mini live in studio con il giovane jazzista Francesco Cavestri in vista del suo concerto al Blue Note di martedì prossimo. Nella seconda parte siamo in compagnia di Piergiorgio Pardo, nostro ospite fisso per la rubrica LGBT, con cui parliamo del film “I segreti di Brokeback Mountain” e alcuni eventi del weekend. Concludiamo con una telefonata a Marina Catucci da New York, per commentare l’improvvisa sospensione dello show di Jimmy Kimmel dalla rete Abc, a seguito di una frase “scomoda” su Charlie Kirk detta dal conduttore in trasmissione.

    Volume - 18-09-2025

  • PlayStop

    Il drammaturgo Christopher Adams vince il Premio Annoni sfidando gli stereotipi della mascolinità

    Venison è il testo teatrale che si è aggiudicato il Premio Annoni per la Drammaturgia LGBTQ+ 2025 nella sezione in lingua inglese. Il suo autore, il drammaturgo angloamericano Christopher Adams, porta sulla scena una storia d'amore queer fra due giovani uomini, le cui vicissitudini professionali finiscono per scatenare dinamiche di competizione e predominio, tipiche di una mascolinità stereotipata. Il testo li consegna a una specie di resa dei conti nel cuore di una foresta, vicino a un capanno da caccia. Lo abbiamo intervistato mentre, a Londra, era appena uscito da un corso di tip tap. L'intervista di Ira Rubini.

    Clip - 18-09-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 18/09/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 18-09-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 18/09/2025

    Ritorna la rubrica mensile con Stefania Ferroni e Riccardo Vittorietti di @Officina del Planetario di Milano sul cielo e gli animali. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 18-09-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 18/09/2025

    Oggi a Cult, il quotidiano culturale di Radio Popolare: Saul Beretta sui prossimi appuntamenti di La città che sale; Fondazione Feltrinelli organizza in tre quartieri di Milano e a Pavia la due giorni "L'isola che non c'è" dedicata ai giovanissimi; il drammaturgo angloamericano Christopher Adams ha vinto il Premio Annoni per la DRammaturgia LGBTQ+ 2025 per la sezione in inglese con il testo "Venison"; la rubrica di classica e lirica di Giovanni Chiodi...

    Cult - 18-09-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 18/09/2025

    Stati Uniti, la politica della guerra civile. Perchè l'assassinio di Charlie Kirk è una svolta in questa guerra civile? Le identità politiche della vittima e del suo assassino. Kirk era un "political performer". Tyler Robinson appartiene al mondo dei gamer online. Benvenuti "nel nuovo mondo", ha scritto l'ospite di Pubblica Mattia Diletti, sociologo politico, studioso della politica americana, autore di «Divisi. Politica, società e conflitti nell’America del XXI secolo», pubblicato da Treccani.

    Pubblica - 18-09-2025

  • PlayStop

    A come Africa di giovedì 18/09/2025

    A cura di Sara Milanese. Puntata dedicata alla guerra in corso in #Sudan e alla situazione umanitaria; con #IrenePanozzo facciamo una fotografia del conflitto sul campo e degli interessi regionali; con #ClaudiaPagani di #Emergency raccontiamo la situazione a #Khartoum.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 18-09-2025

  • PlayStop

    Come voleva Silvio, la separazione delle carriere è (quasi) legge

    Il Senato approva in seconda lettura la riforma della giustizia della destra. Per Meloni serve a "liberare la magistratura da quella degenerazione correntizia", mentre Antonio Tajani parla di "battaglia storica fatta non per Berlusconi, che ci guarda da lassù, ma per ogni cittadino italiano". In primavera il referendum confermativo della riforma. I magistrati si preparano a mobilitarsi per il “no”. Per le opposizioni lo scopo finale della riforma è mettere la magistratura inquirente sotto il controllo politico del governo. Sul modello Trump. Ai nostri microfoni il Vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati, Marcello De Chiara: “Questa riforma cambierà l'assetto costituzionale del nostro Paese di fatto introducendo un quarto potere". Lo scopo finale della riforma non è togliere potere ai PM ma metterlo sotto il controllo politico per farlo diventare strumento delle politiche del governo. Come già fa Trump negli USA. L’intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli.

    Clip - 18-09-2025

Adesso in diretta