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Ricandidatura di Sala. Zingaretti: “Lo decideranno lui e i milanesi”

Nicola Zingaretti

Il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti, tornato in Lombardia per sostenere i candidati sindaci che tra qualche giorno affronteranno il ballottaggio dopo il voto del 20 e 21 settembre scorsi, è intervenuto a Radio Popolare e ha parlato dei cambiamenti in arrivo nel governo dopo il risultato alle regionali, lo smantellamento dei decreti Sicurezza di Matteo Salvini e della possibile ricandidatura di Beppe Sala a sindaco di Milano.

L’intervista di Alessandro Braga a Prisma.

Prima delle elezioni regionali alcuni leader della destra dicevano “finirà 7-0”. È finita 4-3. Questo è l’esempio più concreto, più che un’opinione, che in gran parte il risultato elettorale è figlio anche della battaglia politica che si fa in queste ore. E questo è un bene perché è il segnale di una democrazia che si sta liberando e di un Paese molto più critico e intelligente e mobile di quanto si pensi. E quindi sono ore molto importanti per una mobilitazione generale che, soprattutto nei ballottaggi come prevede la legge, unisca un popolo per fermare le destre.

Le regionali, ma anche queste comunali, già al primo turno hanno dimostrato una forza che forse non ci si aspettava del Partito Democratico. Anche a livello nazionale cosa cambia con gli alleati del Movimento 5 Stelle?

Io sono molto contento che sta avvenendo qualcosa che io credo sia molto importante e che richiedo dal primo giorno della formazione del governo: si governa da alleati e non da avversari. Quello che è accaduto in queste settimane è una maggiore consapevolezza della necessità di collaborare e unire per fare una comune proposta all’Italia. Ora c’è il Recovery Fund che, al di là delle belle parole, è una visione: è un modello possibile per permettere a questo Paese di rialzarsi in piedi, di creare lavoro, di creare benessere, di investire su quei punti di fragilità del sistema italiano dei quali parliamo da anni, che sono la Green Economy, l’investimento sul digitale, la scuola, la formazione, la conoscenza e la sanità. Ora ci sono le condizioni per farlo e quindi le forze politiche che sostengono il governo non possono vivere in una perenne condizione di diffidenza. Tanto è vero che sono state premiate, nelle ultime ore della campagna elettorale delle regionali, proprio quelle figure che più hanno scommesso sulla necessità di unire l’elettorato. Io sono convinto che il popolo e le persone del centrosinistra che governano l’Italia sono molto più unite dei vertici. E questa è una bella notizia.

Per noi milanesi c’è una sfida l’anno prossimo con le elezioni comunali di Milano. Oggi ha incontrato Giuseppe Sala qui a Legnano. Il sindaco non ha ancora sciolto le riserve sulla sua candidatura. Cosa ne pensa?

Innanzitutto, e non si può dire ovunque, Milano ha un grande sindaco che ha garantito in uno dei momenti più drammatici della storia di Milano e di altre città italiane una qualità di tenuta, di presenza e di governo eccezionale. Io non credo, e noi non lo faremo mai, che i candidati sindaco si decidano a Roma nelle stanze della spartizione tra partiti. Lo decideranno lui e i milanesi. Lo decideranno nelle prossime settimane. È giusto che si prenda non tanto il tempo, ma si rifletta sulle modalità per arrivare alla candidatura. Se posso dire una cosa, dobbiamo smetterla anche noi di essere ossessionati da questo tema della candidatura. Io non conosco, perché non c’è, un nome e un cognome di un candidato in una città italiana del centrodestra per le amministrative del 2021. Adesso facciamo le amministrative del 2020, vinciamole e dopo cominciamo a pensare a quelle del 2021. Non creiamo problemi lì dove i problemi non esistono.

I decreti Sicurezza. Quando li cambiamo o li cancelliamo?

Quelli di Salvini non sono decreti sicurezza, sono i decreti della paura, utilizzati da Matteo Salvini, pessimo ministro degli Interni, per parlare alle paure degli italiani. Abbiamo discusso per mesi e nel programma di governo ora c’è un accordo per fare decreti che finalmente uniscono legalità e umanità, integrazione e sicurezza. Io sono convinto che nelle prossime ore verranno approvati, perché l’Italia ha bisogno di decreti che garantiscono la sicurezza, perché non l’ha garantita Salvini checché se ne dica. Noi dobbiamo evitare di essere subalterni culturalmente all’agenda che la destra ha imposto all’Italia. Con la sicurezza quei decreti non c’entravano niente e lo dico da amministratore.

Intanto a Milano riapre un CPR.

Per questo è importante che nelle prossime ore vengano approvati i decreti.

Foto dalla pagina Facebook di Nicola Zingaretti

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    Violenza stradale, numeri un po' in calo. Il rimedio: l’educazione e diminuire la velocità

    L’Istat ha pubblicato i report sugli scontri stradali, su base regionale (relativi al 2024) e anche alcuni dati sui primi sei mesi di quest’anno. Ci sono meno feriti e meno vittime sulle strade, anche se i numeri restano ancora drammaticamente elevati. Secondo l’Istituto di Statistica nel primo semestre del 2025 i morti sono stati 1310 (si parla di morti per scontri stradali se il decesso avviene entro 30 giorni dall’evento, quindi sono escluse le persone che muoiono, nonostante la causa siano le conseguenze dello scontro, oltre quel limite temporale) contro i 1406 dello stesso periodo dell’anno precedente. I feriti sono stati 111090, anche in questo caso in calo rispetto al 2024, quando erano stati 112428. Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di riferimento, che è il 2019. In Italia al momento registriamo una diminuzione del 4,5% (in Lombardia del 12,6). Bisogna ancora fare molto per riuscire a raggiungere l’obiettivo. Uno degli aspetti fondamentali, oltre la diminuzione della velocità, è l’incremento dell’educazione stradale. Stefano Guarnieri, padre di Lorenzo, morto nel 2010 a causa di un omicidio stradale a Firenze ha fondato l’associazione Lorenzo Guarnieri, che da anni si impegna a portare avanti un discorso di educazione. Alessandro Braga lo ha intervistato nella trasmissione Tutto Scorre.

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