Approfondimenti

L’Innovazione modello Amazon

Renzi ha deciso: il vice presidente di Amazon Diego Piacentini sarà il nuovo Commissario del governo per il Digitale e l’Innovazione. Inizierà nel corso del 2016, e non avrà alcun compenso per due anni. Una scelta suggellata dallo scambio di tweet tra il Presidente del Consiglio e il numero uno di Amazon, Jeff Bezos, invitato in Italia da Renzi a parlare di Innovazione. Piacentini, in un comunicato-intervista pubblicato sul sito dell’azienda, annuncia che “porterà con sé molte lezioni da Amazon”.

Quali lezioni?

Senza dubbio Amazon è una delle imprese che corrono più veloce: dall’uso dei droni, alla consegna in un’ora, la crescita costante e le continue novità indicano che il modello-Amazon sul mercato funziona, genera profitti.

A quale prezzo, però? Su cosa si fonda l’innovazione del modello-Amazon?

Innanzitutto il modello commerciale: prezzi bassi che hanno l’effetto di azzerare la concorrenza, non solo sul “virtuale” della rete, ma anche nei territori dove amazon opera, uccidendo il piccolo commercio e standardizzando l’offerta culturale. “È il mercato, bellezza!”, si potrebbe osservare. Se da un lato questo dovrebbe portare a chiedersi se davvero è un modello sostenibile ed auspicabile, l’altro interrogativo è come Amazon può permetterselo. Una delle risposte sta nel modello produttivo, criticato e messo sotto accusa per le dure condizioni di lavoro e l’assenza dei diritti sindacali, negli Usa e nelle diverse parti del mondo dove ha dislocato i propri centri di logistica, Italia compresa.Con dei tratti costanti: ritmi di lavoro infernali, ossessione del controllo.

Tra le prime inchieste a rompere il silenzio su Amazon risale al 2011, pubblicata dal The Morning Call che va a parlare con i lavoratori del magazzino situato nella Lehigh Valley, in Pennsylvania. Un capannone gigante dove le temperature ragiungono i 45 gradi, al punto da rendere necessario l’intervento di associazioni sanitarie per obbligare Amazon a piazzare almeno dei ventilatori, e disporre un servizio di ambulanze e di primo soccorso per far fronte ai ripetuti malori dei dipendenti, sottoposti a ritmi di lavoro incessanti e pause ridotte per ottimizzare i tempi di gestione degli ordini.

Il primo vero scandalo mondiale lo crea il giornalista francese Jean-Baptiste Malet. Siamo nel novembre 2012, Malet ha 26 anni e si fa assumere da un’agenzia di lavoro interinale che lo spedisce a lavorare nei depositi di Amazon per 3 mesi. Il risultato sarà il libro “En Amazonie”. Un infiltrato nel “migliore dei mondi”.

“Svolgevo esclusivamente i turni di notte. Cominciavo alle 21 e 30 e il mio lavoro terminava alle 4 e 50. Ufficialmente, secondo l’agenzia interinale, camminavo più di 20 km a turno”, racconta Malet. “Gli operai non hanno accesso a nessun luogo che non gli competa, tutto è registrato tramite l’uso di badge di identificazione. Amazon non vuole che qualcuno possa raccontare quello che succede all’interno della fabbrica, che possa descrivere il suo modello di gestione, la pressione è tale che numerosi lavoratori soffrono di mal di schiena e di depressione”. In diverse interviste Malet spiega: “Il mio lavoro di giornalista è quello di descrivere il mondo, di descrivere la sofferenza della gente, non per voyeurismo o sensazionalismo, ma per prenderne coscienza”.

Nel 2013 il secondo scandalo. La rete televisiva tedesca ARD svela le politiche lavorative nei magazzini tedeschi: lavoratori stranieri costretti a contratti a tempo a 9 euro lordi l’ora, stipati in 7 per camerata in vecchi alberghi in disuso, sorvegliati da vigilantes arruolati tra le file della destra neonazista.

La terza tegola per Amazon arriva da uno dei più prestigiosi quotidiani del mondo, il New York Times, che nell’agosto del 2015 pubblica un’inchiesta altrettanto dura.

Il quotidiano intervista più di cento dipendenti ed ex dipendenti, e i racconti sono ancora gli stessi: turni massacranti, controlli ovunque dentro e fuori dal lavoro. Gli impiegati raccontano di lavorare senza sosta più di 80 ore a settimana, di notte, nel fine settimana e durante le vacanze. Chi non tiene questo ritmo viene di fatto isolato e mobbizzato dagli stessi colleghi, grazie ad un modello basato su una competitività esasperata che spinge i lavoratori stessi a criticare i colleghi, impedendo così la creazione di qualsiasi legame di solidarietà. “Anytime feedback tool” è il nome del sistema di valutazione usato: è ciascun lavoratore a valutare il collega, scrivendolo direttamente ai dirigenti, con un confine tra vita privata e lavorativa inesistente, fino ad arrivare a casi di isolamento di dipendenti malati di cancro, perchè giudicati troppo deboli dai loro stessi colleghi. Stavolta Amazon reagisce, ed in modo scomposto: il NYT viene accusato di scarsa etica giornalistica e di aver condotto una inchiesta superficiale. Poi, il fondatore Jeff Bezos risponde con un’email ai suoi dipendenti, dicendo di non riconoscersi nel contenuto dell’articolo, e scrivendo che “chiunque lavori in un’azienda come quella descritta dal New York Times sarebbe un pazzo a restarci”.

E In italia? Intanto c’è da dire che Amazon ha iniziato a pagare le tasse in Italia solo dal maggio 2015, prima le versava in Lussemburgo. Ma il centro di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, ha aperto nel 2011, e occupa circa 800 persone. Controllo e ritmi di lavoro, la musica non cambia.

«Ogni magazziniere gira con uno scanner, i responsabili sanno quello che hai fatto e quanto ci hai messo. Se non rispetti i tempi previsti, sul display dello scanner arriva un messaggio: devi andare più veloce. Se sbagli collocazioni, dopo 5 errori vieni richiamato», raccontava un lavoratore – ovviamente in forma anonima – al Corriere della Sera.

Racconta un altro lavoratore, sempre in forma anonima, nel 2014 al sito Connessioni precarie. “Credono di essere furbi, organizzano dei party: affittano delle discoteche, pagano ristoranti e tutte queste cose qua: il giorno dopo licenziano tutta la gente. Il giorno dopo, il giorno stesso in cui scadono i contratti, licenziano metà delle persone che stanno lì dentro. Poi magari dopo un mese ritorna a esserci il lavoro e li riassumono per un’altra settimana, fanno contratti di tre giorni, quattro giorni, una settimana e poi li rimandano a casa. Lo fanno non per le persone che vengono licenziate, in realtà anche per loro perché poi le riassumono per poco tempo e poi le licenziano, ma soprattutto per gestire il malcontento che c’è tra le persone che lavorano li dentro perché effettivamente quelli che rimangono sono quelli che devono farsi un mazzo così per gestire il lavoro, perché effettivamente di lavoro ce n’è”.

Una dura lettera firmata “i lavoratori di Amazon” e spedita agli organi di stampa locali nel 2014 si conclude così: “Amazon crede di poter spremere fino all’osso chi produce la sua ricchezza e la sua fama. Non chiediamo di certo privilegi ma semplicemente la possibilità di lavorare nel rispetto della dignità. Troppe volte dietro l’ostentazione di efficienza ed etica le multinazionali nascondono al proprio interno l’esatto opposto. Oggi scopriamo un’altra multinazionale che, sebbene non sconfini mai nell’illegalità (grazie anche alle leggi che gli ultimi governi bipartisan hanno sfornato contro i lavoratori), rende le nostre condizioni non certo idilliache.”

“Amazon è una realtà a luci e ombre. Ma speriamo che non sia questo il modello di innovazione che il governo ha in testa”, dice preoccupato ai nostri microfoni Fiorenzo Molinari, che per la Filccams-Cgil di Piacenza segue l’azienda. O almeno ci prova, a seguirla. “Non abbiamo mai fatto un’assemblea sindacale dentro Amazon. Abbiamo alcuni iscritti, ma non siamo “dentro” in modo strutturale, e l’azienda fa di tutto per ostacolarlo”.

In che modo l’azienda impedisce l’ingresso del sindacato? La risposta è indicativa del clima che si respira nel magazzino: “Questo non posso dirglielo, dovrei citare dei casi specifici, ma non è il momento”, osserva. Molinari descrive Amazon come “una famiglia al contrario”: “In una famiglia i più deboli vengono aiutati, in Amazon i più deboli vengono messi da parte. È un’azienda darwinista, di selezione della specie. Se per innovazione si intende la massima efficienza, il modello americano, beh, speriamo che non sia questo il modello di innovazione che si intende importare”.

La ripetitività delle inchieste, gli elementi comuni, la diffusione in tutti i territori in cui Amazon opera mostrano che questo modello, nel tempo, non è cambiato, e neppure le denunce pubbliche e le inchieste lo hanno scalfito. È davvero il modello di Innovazione che vuole il Governo?

Ascolta l’intervista completa a Fiorenzo Molinari

Fiorenzo Molinari

  • Autore articolo
    Massimo Alberti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio mercoledì 29/10 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 29-10-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve mercoledì 29/10 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 29-10-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di mercoledì 29/10/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 29-10-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di mercoledì 29/10/2025 delle 19:47

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 29-10-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 29/10/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 29-10-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di mercoledì 29/10/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni mercoledì approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 29-10-2025

  • PlayStop

    Il giusto clima di mercoledì 29/10/2025

    Ambiente, energia, clima, uso razionale delle risorse, mobilità sostenibile, transizione energetica. Il giusto clima è la trasmissione di Radio Popolare che racconta le sfide locali e globali per contrastare il cambiamento climatico e ridurre la nostra impronta sul Pianeta. Il giusto clima è realizzato in collaborazione con è nostra, la cooperativa che produce e vende energia elettrica rinnovabile, sostenibile, etica. In onda tutti i mercoledì, dalle 20.30 alle 21.30. In studio, Elena Mordiglia e Marianna Usuelli.

    Il giusto clima - 29-10-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte delle Venti di mercoledì 29/10/2025

    A fine giornata selezioniamo il fatto nazionale o internazionale che ci è sembrato più interessante e lo sviluppiamo con il contributo dei nostri ospiti e collaboratori. Un approfondimento che chiude la giornata dell'informazione di Radio Popolare e fa da ponte con il giorno successivo.

    L’Orizzonte delle Venti - 29-10-2025

  • PlayStop

    Rio de Janeiro. La polizia sotto accusa dopo i blitz antidroga nelle favelas

    Sono oltre 130 le persone uccise a Rio de Janeiro, in Brasile, nell’operazione di polizia più violenta nella storia recente del paese. Molti dei cadaveri vengono recuperati in queste ore nelle foreste che si trovano dietro le favelas in cui è avvenuto il blitz della polizia. Ieri oltre 2.500 agenti hanno preso d’assalto le favelas dei complessi di Alemao e Penha trasformando Rio de Janeiro in una vera e propria zona di guerra. Obiettivo i narcotrafficanti del “Comando Vermelho”, uno dei più potenti del paese. Secondo diverse testimonianze alcuni corpi presentano segni di colpi d’arma da fuoco alla nuca.  Claudio Castro, governatore di destra dello Stato di Rio, ha rivendicato la bontà dell’operazione affermando che sospetti criminali sono stati “neutralizzati”. Il nostro collaboratore dal Brasile Luigi Spera.

    Clip - 29-10-2025

  • PlayStop

    Esteri di mercoledì 29/10/2025

    Il giro del mondo in 24 ore. Ideato da Chawki Senouci e in onda dal 6 ottobre 2003. Ogni giorno alle 19 Chawki Senouci e Martina Stefanoni selezionano e raccontano fatti interessanti attraverso rubriche, reportage, interviste e approfondimenti. Il programma combina notizie e stacchi musicali, offrendo una panoramica variegata e coinvolgente degli eventi globali.

    Esteri - 29-10-2025

  • PlayStop

    L'Orizzonte di mercoledì 29/10 18:33

    L'Orizzonte è l’appuntamento serale con la redazione di Radio Popolare. Dalle 18 alle 19 i fatti dall’Italia e dal mondo, mentre accadono. Una cronaca in movimento, tra studio, corrispondenze e territorio. Senza copioni e in presa diretta. Un orizzonte che cambia, come le notizie e chi le racconta. Conducono Luigi Ambrosio e Mattia Guastafierro.

    L’Orizzonte - 29-10-2025

  • PlayStop

    "Ha cambiato faccia alla musica napoletana": Daniele Sepe racconta James Senese

    James Senese, sassofonista e anima dei Napoli Centrale, è morto oggi all'età di 80 anni: con la sua musica ha portato la cultura musicale napoletana a incontrarsi e incrociarsi con il soul, il jazz e il funk, aprendo la strada a molti altri musicisti che sono stati ispirati dal suo lavoro. Tra questi, anche il sassofonista e compositore Daniele Sepe, che ai nostri microfoni ha raccontato il lavoro di Senese. L'intervista di Niccolò Vecchia.

    Clip - 29-10-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 29/10/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 29-10-2025

  • PlayStop

    Amazon: la corsa all'intelligenza artificiale licenzia

    14mila licenziamenti annunciati da Amazon per i colletti bianchi nelle sedi amministrative e gestionali e altrettanti in previsione a breve. Le piattaforme spremono da sempre il lavoro con la tecnologia. Ma secondo Dario Guarascio, docente di politica economica alla Università la Sapienza di Roma, nella corsa agli investimenti di intelligenza artificiale, dimostrano la loro fondamentale natura antidemocratica: “Quando una impresa acquisisce un potere economico come quello di Amazon è ovviamente un vettore diretto di diseguaglianze”. L'intervista di Cinzia Poli e Claudio Jampaglia.

    Clip - 29-10-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di mercoledì 29/10/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 29-10-2025

  • PlayStop

    Duperdu, una vita di teatro e di Niguarda

    Marta Marangoni e Fabio Wolf, in arte Duperdu, hanno dedicato la vita al teatro e alla musica, a partire dalla loro casa e dal loro laboratorio artistico nel cuore del quartiere milanese di Niguarda. Oltre a una lunga e felice collaborazione con il Teatro della Cooperativa di Renato Sarti, i Duperdu hanno stabilito legami con molte realtà di Niguarda, creando progetti di spettacolo che coinvolgono decine di cittadine e cittadini. I Duperdu ne hanno parlato a Cult, intervistati da Ira Rubini in occasione della tappa del tour “Falla con noi” di Radio Popolare nei quartieri di Milano.

    Clip - 29-10-2025

  • PlayStop

    Volume di mercoledì 29/10/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 29-10-2025

Adesso in diretta