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5 anni di Mariage Pour Tous

semafori LGBTQ

Esattamente 5 anni fa, il 23 aprile 2013, la Francia ha legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Ci sono volute quasi 200 ore di discussione parlamentare ma la legge Taubira, dal nome della ministra della giustizia che l’ha proposta, è stata approvata con 331 voti a favore, 225 contrari e 10 astenuti.

Sono passati 5 anni e la feroce opposizione che ha portato per le strade migliaia di conservatori sotto le bandiere della Manif pour tous, al grido di slogan omofobi virulenti, sembra un lontano ricordo. La manifestazione più imponente aveva riunito 340.000 persone, 1 milione secondo gli organizzatori, appartenenti soprattutto agli ambienti cattolici e dell’estrema destra.

All’epoca, in molti avevano fatto il paragone con le proteste contro i PACS, le unioni civili, adottati dal governo di Lionel Jospin nel 1999. Oggi come allora, preannunciavano, non bisognerà aspettare molto perché i francesi si accorgano che la nuova legge non stravolgerà la società.

E con un ritmo costante di 7000 matrimoni l’anno, 40.000 coppie di uomini e donne che dal 2013 ad oggi si sono potuti legalmente sposare, sembra proprio che avessero ragione. Certo, i matrimoni tra persone dello stesso sesso rappresentano solamente il 3% di tutti i matrimoni francesi, che del resto continuano a diminuire mentre aumentano costantemente le coppie “pacsate”. Ma la legge Taubira ha permesso anche l’adozione del figlio del congiunto, un diritto molto atteso dalla comunità LGBT.

Al di là dei militanti, che hanno scelto di sposarsi anche per celebrare un nuovo passo verso il riconoscimento di pari diritti per tutte le coppie e il successo di una lotta durata anni, i primi dati raccolti dall’istituto di statistica confermano che sono soprattutto le “vecchie coppie”, quelle che aspettavano l’occasione di legalizzare la loro situazione familiare o di celebrare la loro unione, che hanno fatto il grande passo.

Il primo anno erano soprattutto i gay di quasi 50 anni e le lesbiche di circa 43 anni ad andare all’altare. Oggi si è scesi a un’età media di 44 anni per gli uomini e di 39 per le donne. Al momento non ci sono invece dati disponibili sul numero di divorzi tra coppie dello stesso sesso.

5 anni sono insomma bastati per rendere il matrimonio per tutti un dato di fatto. Persino la presidentessa della Manif pour tous ammette che “oggi il matrimonio gay non è più in discussione” e nessun partito politico si azzarda a proporre di abolirlo, come invece si chiedeva a gran voce 5 anni fa. Anche le resistenze passive, ad esempio di quei sindaci che si rifiutavano di celebrare le unioni omosessuali, sono ormai storia antica.

Il movimento, indebolito ma sempre attivo, preferisce concentrare le sue energie nella lotta contro l’apertura della procreazione medicalmente assistita (PMA) a tutte le donne. Promessa di campagna di François Hollande abbandonata pochi giorni dopo l’adozione della legge sul matrimonio per tutti, la PMA in Francia è riservata alle coppie composte da un uomo e da una donna in età di procreare ma che hanno problemi di infertilità o di salute.

Oggi se ne discute attivamente agli Stati generali della bioetica, indetti da Macron per preparare la riforma della normativa prevista per fine anno, e le conclusioni del comitato dovrebbero essere rese note entro l’estate.

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  • Autore articolo
    Luisa Nannipieri
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    Aree interne, non piace il riferimento del governo al declino demografico: per Legambiente nell’Oltrepo pavese c’è un’inversione di tendenza

    Nuova strategia e organismi di gestione per i fondi per le aree interne fino al 2027. Lo ha deciso il governo, con poca convinzione nella possibilità di invertire lo spopolamento e il declino economico di ampie zone d’Italia, più al sud che nel centro nord. In tutto ci vivono oltre 13 milioni di persone. In Lombardia le aree interne sono Valcamonica e Valcamonica in provincia di Brescia, Val d’Intelvi in quella di Como, e l’Oltrepo pavese. Per supportare questi territori ci saranno strutture dalla presidenza del consiglio alle regioni, passando per gli enti territoriali comprensoriali che dovranno attivarsi per coordinare il lavoro in rete. Come nella precedente strategia rimangono centrali i servizi per chi vive in questi territori, dalla sanità alla scuola, passando per le connessioni digitali e i trasporti. L’invecchiamento della popolazione, secondo il documento del governo, appare maggiore in questi territori, i migranti possono aiutare a diminuire questa prospettiva, così come ci sono segnali di ripresa del commercio in alcuni territori. Fabio Fimiani ha sentito Patrizio Dolcini di Legambiente Oltrepo pavese, una delle aree interne della Lombardia.

    Clip - 01-07-2025

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    Jazz in un giorno d'estate di martedì 01/07/2025

    “Jazz in un giorno d’estate”: il titolo ricalca quello di un famoso film sul jazz girato al Newport Jazz Festival nel luglio del ’58. “Jazz in un giorno d’estate” propone grandi momenti e grandi protagonisti delle estati del jazz, in particolare facendo ascoltare jazz immortalato nel corso di festival che hanno fatto la storia di questa musica. Dopo avere negli anni scorsi ripercorso le prime edizioni dei pionieristici festival americani di Newport, nato nel '54, e di Monterey, nato nel '58, "Jazz in un giorno d'estate" rende omaggio al Montreux Jazz Festival, la manifestazione europea dedicata al jazz che più di ogni altra è riuscita a rivaleggiare, anche come fucina di grandi album dal vivo, con i maggiori festival d'oltre Atlantico. Decollato nel giugno del '67 nella rinomata località di villeggiatura sulle rive del lago di Ginevra, e da allora tornato ogni anno con puntualità svizzera, il Montreux Jazz Festival è arrivato nel 2017 alla sua cinquantunesima edizione.

    Jazz in un giorno d’estate - 01-07-2025

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    Poveri ma belli - 01-07-2025

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    Almendra è fresca e dolce. Almendra è defaticante e corroborante. Almendra si beve tutta di un fiato. Almendra è una trasmissione estiva di Radio Popolare in cui ascoltare tanta bella musica, storie e racconti da Milano e dal mondo, e anche qualche approfondimento (senza esagerare, promesso). A luglio a cura di Luca Santoro, ad agosto di Dario Grande.

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    E’ morto l’architetto Francesco Borella, per tanti il papà del Parco Nord Milano. Lo ha diretto per venti anni dagli inizi degli anni ‘80, quando lo ha progettato insieme al paesaggista Adreas Kipar. Cava dopo cava, orto spontaneo dopo orto spontaneo, aziende agricole in dismissione dopo aziende agricole a fine ciclo, ha rigenerato e riconesso con percorsi ciclopedonali l’ampia area che tra Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo si estende a Cusano Milanino, Cormano e ai quartieri milanesi di Affori, Bruzzano, Niguarda e Bicocca. Un parco che negli anni ‘70, quando è stato voluto con le mobilitazioni popolari, sembrava impensabile che potesse avere le presenze che ha il più noto e storico Parco di Monza. Fabio Fimiani ha chiesto un ricordo dell’attuale presidente del Parco Nord di Milano, Marzio Marzorati. Radio Popolare si stringe affettuosamente con un abbraccio ai figli Joanna, Cristiana, Giacomo e Sebastiano Borella.

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    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi. Enrico Gabrielli è stato il secondo ospite che ha raccontato quali sono i suoi vinili di riferimento: polistrumentista, compositore e arrangiatore, ha collaborato con artisti come Muse e PJ Harvey, e fa parte dei gruppi Calibro 35, Winstons e Mariposa (in passato anche negli Afterhours). Complessivamente compare in oltre 200 dischi. Ha anche suonato il flauto traverso nella sigla di Dodici Pollici.

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