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La breve estate del mondo dello spettacolo è già finita

mondo dello spettacolo

L’estate sta finendo e con essa i pochissimi spiragli per il mondo dello spettacolo. Molti locali stanno pensando di non aprire da qui a dicembre. I teatri continueranno con numeri ridotti. Fiere e convegni arrancano.

Un mondo, quello dello spettacolo, che nonostante muova diversi milioni di euro ogni anno, oltre a creare economie secondarie (ristoranti, hotel, viaggi) è stato definito “non essenziale”. Senza aiuti sostanziali, quelli che sono mancati fino ad ora, il futuro dello spettacolo in Italia rischia, e molto. Molti artisti e con loro moltissimi tecnici hanno già dovuto trovare altri lavori per sopravvivere e il rischio che, anche davanti ad un ripartenza, non si torni indietro è reale. Certo in questo 2020 abbiamo visto qualche spettacolo in giro per la Penisola, ma nessuna tournée internazionale. Proprio i tour mondiali degli artisti stranieri paiono i più lontani: si confida nel 2021, ma ancora non ci sono certezze. 

Tutto resta appeso al vaccino? Forse, sicuramente anche alle scelte politiche e culturali delle diverse istituzioni italiane, quelle che ritengono gli artisti “quelli che tanto ci fanno divertire ed emozionano”. Nell’immediato vediamo che quei pochi spazi di spettacolo che hanno vissuto una stagione, seppur breve, in estate, hanno goduto di finanziamenti pubblici oppure hanno generato una nuova crescita del biglietto d’ingresso. Un rischio che era già stato anticipato da Radio Popolare in primavera. 

Quello che osserviamo oggi è che diverse migliaia di persone hanno ricevuto qualche piccolo supporto d’ammortizzazione sociale, moltissimi invece non sono riusciti ad accedervi. I piani di supporto al mondo dello spettacolo si stanno lentamente allargando anche al mondo degli impresari, grandi e piccoli, ma anche in questo caso con fondi insufficienti.

Joe Strummer diceva che “il futuro non è scritto”, oggi quello dello spettacolo lo è meno che mai.

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    Andrea Cegna
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    E’ da poco uscito “In Fatti Ostili”, nuovo album della storica formazione milanese Delta V. Durante il tour promozionale del disco, Martina e Carlo sono passati a Volume per raccontarcelo e suonarci alcuni pezzi dal vivo. A legare le nuove tracce, raccontano, “è stato il senso di spaesamento” ma anche “la sensazione di vivere in un mondo sempre più ostile e rivolto unicamente a se stesso”. Nella forma di un elegante cantautorato elettronico, l’album offre una lucida fotografia della società di oggi, in cui concetti di fiducia, altruismo e speranza paiono sempre più lontani. La metafora che la band utilizza per affrontare questi temi è spesso quella della città da cui proviene: “Milano ricorda molto Dorian Grey, si specchia e si vede sempre bella e giovane ma manca sempre più di sostanza”. Ascolta l’intervista e il MiniLive dei Delta V, a cura di Dario Grande.

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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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