Approfondimenti

Un bilancio sugli IDays al parco di Monza

Era dagli anni dell’Idroscalo che a Milano mancava una location per festival degna di essere così chiamata. Il parco di Monza che dal 15 al 18 giugno ha ospitato gli IDays finalmente torna ad essere quel luogo: bello, verde, con fontanelle lungo la strada d’ingresso al concerto, alberi, spazi verdi, insomma il giusto posto per festival e concerti per migliaia di persone.

Il cast e gli artisti degli Idays 2017 ci han messo del loro per rendere tutto anche più bello, i quattro headliner han fatto bei concerti. Green Day, Radiohead, Linkin’ Park e Bieber han ripagato il pubblico di energie e soldi spesi per godere dei loro show. Palco, maxischermi e impianto di amplificazione hanno sicuramente aiutato.

L’uso di cannoni spara acqua nelle vicinanze del mainstage ha supportato i fan che non volevano perdere i posti in prima fila, rinfrescandoli.

Oltre agli headliner sono da segnale le esibizioni di Rancid e Sun41. Suonare nel caldo pomeriggio di Monza non è facile, loro l’han fatto bene, sono stati potenti e presenti, spiritosi e bravi. E poter finalmente scrivere bene di uno show dei Rancid nel nostro paese non è cosa banale: Tim e Lars, le due ultime icone del punk mondiale, sono in grande forma e per i 70 minuti di palco segnano il tempo, facendo dimenticare che invecchiano anche loro.

Molte cose belle in questi quattro giorni, tra queste il servizio navetta parco-stazione e parco-stadio. Funzionale, puntuale e molto utile. Una vera manna dal cielo che può, in futuro, spingere tante e tanti, a lasciare la macchina a casa e non avere la pretesa di entrare al concerto in autovettura.

Tra le tante cose belle non abbiamo potuto non notare alcune storture nell’organizzazione. No, non parliamo delle code all’ingresso perché sappiamo bene che nell’era dell’isteria collettiva e della paura di massa da “attentati” le code sono un danno collaterale, generato per rispondere alla psicosi generalizzata. I controlli di polizia non servono a prevenire attentati o calamità, servono al massimo a tranquillizzare l’opinione pubblica.

Parleremo in specifico di due cose: la gestione del percorso per raggiungere l’ingresso e quella dei bar.

Arrivare in biglietteria e agli ingressi dell’Idays non è facile. Occorre camminare molto, spesso sotto al sole. Non ci è capitato di notare che ci fosse un servizio interno che permettesse a chi ha problematiche di mobilità e/o difficoltà fisiche di essere accompagnato Tutte e tutti si cammina fuori e dentro il parco di Monza per molto. Se per giovani, e meno giovani, in forma non è certo un problema camminare, può esserlo per altri soggetti. Se è vero che camminare non è un problema è anche vero che qualche chilometro sotto al sole di metà giugno può essere difficile per tante persone e quindi cannoni spara acqua o nebulizzatori sarebbero potuti essere posti lungo il percorso e non solo vicino al palco.. Sono più consigli che critiche ma se il parco di Monza vuole diventare un posto per concerti di ogni tipo non bisogna lasciare nulla al caso.

La gestione fastidiosa dell’organizzazione è però legata ai bar. Buona l’idea di non utilizzare contanti ma di fornirsi di moneta alternativa. Molto meno buona l’obbligo di dover “acquistare” un minimo di 15 euro di Token e l’impossibilità di averne un rimborso a fine serata. Siamo onesti: 1 Token aveva il valore di 3 euro, quindi per poter bere e mangiare si doveva acquistare almeno 5 token. Un’acqua aveva il valore di mezzo token. Una furbata fastidiosa che non trova nessuna giustificazione di sorta. Se ti aspetti non meno di 30mila persone allora devi anche disporre un numero di postazioni di mescita che soddisfino il pubblico. A parte per il giovedì e la domenica, gli altri due giorni sono stati segnati da code chilometriche, e molte lamentele.

Sappiamo che organizzare un festival non è semplice, ma davanti all’esperienza degli organizzatori e alla cura con cui hanno comunicato anche i minimi dettagli nei giorni precedenti ci saremmo aspettati la cura anche dei più piccoli dettagli. Detto ciò la musica è stata bella, gli spettacoli godibili e la produzione tecnica precisa….ma un festival è fatto anche dei contorni che lo possono far raccontare in tante maniere differenti.

Nel bene o nel male gli Idays 2017 saranno un punto di partenza per la futura concezione e gestione di festival nel nostro Paese.

  • Autore articolo
    Andrea Cegna
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    con Kaohuter Ben Hania su "The Voice of Hind Rajab"; Leonardo Di Costanzo su "Elisa"; Jasmine Trinca attrice in "La Gioia" di Nicolangelo Gelormini e firmataria dell'appello di Venice4Palestine. Ospite in studio: Tomaso Pessina regista del documentario "Incanto". Tra le uscite: "Francesco De Gregori. Nevergreen" di Stefano Pistolini; "Lo spartito della vita" di Matthias Glasner.

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