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Turchia, le intimidazioni contro l’HDP

Istanbul

Nonostante ai suoi danni sia in corso ormai da 3 anni una pesante operazione di demolizione da parte di Erdogan, l’HDP, il partito libertario filocurdo, rappresenta ancora una delle maggiori insidie di questo appuntamento elettorale. Se il partito superasse la soglia di sbarramento del 10%, come è possibile succeda, Erdogan perderebbe la maggioranza assoluta. Per questo motivo, ci spiega il vice presidente della circoscrizione HDP di Istanbul, sta cercando di impedirlo in ogni modo.

Nel corso di questa campagna elettorale come sempre si sono verificati danneggiamenti alle sedi, attacchi a banchetti e militanti, boicottaggio dei comizi. Ma le operazioni di disturbo sono andate oltre. La decisione avvenuta una paio di settimane fa da parte della Suprema Corte Elettorale di spostare e accorpare i seggi nel sud est a maggioranza curda, renderà più complesso andare a votare per più di 100 mila persone. In più per la prima volta sarà consentito l’ingresso dei militari nei seggi se qualcuno ne farà richiesta.

Il sud est, dove l’HDP arriva a percentuali superiori all’80%, è una zona di voto cruciale, e quanto il livello di intimidazione e tensione in queste zone sia alto si è manifestato con il cruento episodio di pochi giorni fa, quando leader locali dell’AKP dopo una sparatoria hanno ucciso, inseguendoli fino nell’ospedale dove erano stati ricoverati, dei commercianti curdi che non li avevano ricevuti nel loro negozio.

La volontà di intimidire gli elettori dell’HDP anche ad Istanbul si è palesata in un video realizzato a insaputa di Erdogan durante un incontro privato in cui istruiva i leader locali del suo partito sulle tattiche da utilizzare durante le elezioni, fra cui, testuali parole, “prendere gli elenchi elettorali, individuare gli elettori dell HDP e fare quello che devono fare”.

In risposta a questa campagna di intimidazione e all’altissima possibilità di brogli, l’HDP schiera i suoi volontari, tanti nonostante tutto, che vigileranno durante le operazioni di voto. Ed assieme agli altri partiti di opposizione si è formato un vero comitato di vigilanza sul voto, chiamato ”Gli Angeli del voto”. Chiedendo al vicesegretario se tutta questa apertura e collaborazione verso il suo partito mostrata dagli altre forze dell’opposizione lo convince o si tratta di propaganda elettorale, risponde che no, non lo convince del tutto, ma che sicuramente siamo in presenza di un momento nuovo, in cui Erdogan è più debole e l’opposizione più forte e unita.

Istanbul

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    Serena Tarabini
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    Tre anni di Chat Gpt. Il 30 novembre 2022 la società californiana Open AI metteva a disposizione degli utenti, gratuitamente, il primo software di intelligenza artificiale (IA). A distanza di tre anni c’è una bolla speculativa, generata dagli investimenti multi-miliardari nell’IA, che rischia di scoppiare su Wall Street. Non è escluso, però, che si sgonfi lentamente, senza provocare grossi danni. Un’ipotesi che i capi di Big Tech (le grandi società tecnologiche da Apple a Microsoft, da Google a Amazon, a Meta e a diverse altre) sembrano escludere, preferendo messaggi allarmistici. Sundar Pichai, amministratore delegato di Google-Alphabet qualche giorno fa ha detto: se scoppiasse una bolla nel settore dell'IA «nessuna azienda ne sarebbe immune, inclusi noi». Pubblica ha ospitato il giornalista e saggista Michele Mezza e la filosofa della scienza Teresa Numerico.

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    Al via le prove sulle tre materie del semestre filtro (chimia, fisica e biologia) per tutti i pre-iscritti a Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Veterinaria, poi per tutti quelli che avranno passato i tre testi (scritti a risposta multipla) andranno in una graduatoria dove poi verranno ammessi a numero chiuso (per le università private e telematiche invece è rimasto lo sbarramento del test d’entrata). “Era difficile fare peggio del numero chiuso, ma la ministra c’è riuscita. Il numero chiuso spostato da settembre a gennaio è una ingiustizia in più e un favore ai privati”. Alessandro Bruscella, Coordinatore nazionale Unione degli Universitari, presenta il ricorso collettivo che da oggi verrà annunciato sotto il ministero con una manifestazione con Rete degli Studenti e altre organizzazioni. “Ci vuole un investimento strutturale, corsi di accesso aperti e poi specializzazioni anche a numero chiuso. Invece ci sono tagli ovunque”. Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli ad Alessandro Bruscella.

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