Approfondimenti

Stati Uniti, lo scontro senza fine sull’aborto

La Corte Suprema degli Stati Uniti non accetta casi relativi al diritto di aborto dal 2007.

Troppo divisivi, e sensibili politicamente, pensa probabilmente la maggioranza dei nove giudici.

Il silenzio della Corte è però finito. L’estate prossima i giudici emetteranno una sentenza nel caso Whole Woman’s Health v. Cole, relativo alla legge votata dal Texas che pone una serie di vincoli molto severi alle cliniche abortista dello Stato. I dottori che praticano in queste cliniche devono possedere un incarico in un ospedale vicino; le sale dove si praticano gli aborti sono costrette a rispettare gli stessi standard delle sale operatorie più sofisticate.

La legge ha avuto un effetto dirompente su molte cliniche. Nel 2013 c’erano in Texas circa 40 strutture dove poter abortire. Oggi sono 19.

87448018

La Corte dovrà dunque decidere sulla costituzionalità della legge del Texas. Un sentenza della stessa Corte, del 1992, stabilisce che sulle donne che vogliono abortire non deve essere posto “un peso eccessivo“. E, ai gruppi pro-choice, quello del Texas sembra davvero un “peso eccessivo”. Molte donne sono infatti costrette a viaggiare centinaia di chilometri, per veder riconosciuto quel diritto all’aborto stabilito in una sentenza storica della Corte, la Roe v. Wade del 1973.

Qualunque sia la decisione dei giudici nel caso del Texas, una cosa sembra certa. La battaglia sull’aborto si è riaperta negli Stati Uniti. E’ una battaglia, in realtà, che non si è mai chiusa. Sul diritto di aborto, infatti, si è giocata buona parte di quello scontro culturale, e quel tentativo di rivoluzione conservatrice, che i gruppi della destra americana, con il sostegno dei settori cristiani, hanno condotto a partire dagli anni Ottanta.

598291-20131115_protest003-1024x576

E’ però vero che, negli ultimi anni, lo scontro si è fatto sempre più aspro. I gruppi anti-abortisti hanno cambiato strategia. Non più l’attacco di principio alla Roe v. Wade, bensì una serie di ostacoli legali, nei singoli Stati, che rendano “di fatto” difficile abortire.

In questi anni le assemblee legislative di Alabama, North Carolina, Mississippi, Virginia, Wisconsin, oltre che ovviamente il Texas, hanno approvato leggi che vanno dal numero di miglia minimo entro cui un dottore deve vivere all’obbligo di periodi di attesa o ultrasuoni obbligatori per le donne, sino all’ampiezza dei corridoi delle cliniche abortiste e agli obblighi di smaltimento dei rifiuti.

Sono standard difficili da rispettare, che infatti hanno portato alla chiusura di decine di cliniche, soprattutto negli Stati del Midwest e del Sud. Recentemente, poi, la battaglia politica si è concentrata soprattutto su Planned Parenthood, il gruppo che offre servizi legati alla salute delle donne – tra cui l’aborto, che non è comunque l’attività principale di Planned Parenthood. I repubblicani vogliono da tempo cancellare i fondi federali per il gruppo.

L’estate scorsa, la polemica è scoppiata più violenta che mai.  Con una videocamera nascosta e montata sulle camicie, fingendosi rappresentanti di un’azienda che commercia in tessuti umani per la ricerca scientifica, attivisti anti-aborto  hanno ripreso lunghe conversazioni con membri di Planned Parenthood.

In nessuno di questi video i membri di Planned Parenthood affermano di commerciare parti dei feti degli aborti – ciò che è proibito dalla legge degli Stati Uniti; ma nel video parlano comunque, in modo piuttosto libero, dei feti e del fatto che Planned Parenthood fa pagare una quota per la loro conservazione e la spedizione agli istituti di ricerca (cosa consentita dalla legge). In un frammento di girato, un medico di Planned Parenthood dice che gli aborti vengono realizzati in modo da mantenere il feto intatto per futuri scopi di ricerca.

“In nessun momento delle registrazioni emerge qualcosa di illegale”, ha detto Cecile Richards, presidente di Planned Parenthood. La furia di repubblicani, conservatori, gruppi cristiani è comunque esplosa in modo plateale. La Richards ha dovuto testimoniare davanti al Congresso. Da più parti sono arrivate le richieste di de-finanziare il gruppo. Lo scontro, ancora una volta, è stato reso più aspro dall’imminente campagna per la presidenza 2016.

1035x699-antiabortion-1800-1393424896

L’aborto riprende dunque il suo posto al centro del dibattito politico americano. Una centralità che, in un Paese con un’antica tradizione millenarista e permeato da una cultura religiosa che ne accompagna la nascita, non ha mai davvero perso.

Radio Popolare, nei mesi scorsi, è andata a Wichita, Kansas, teatro di uno degli scontri più violenti sull’aborto. Quello che segue è il reportage che racconta idee e progetti del gruppi anti-abortisti.

Gli anti-abortisti d’America

  • Autore articolo
    Roberto Festa
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 11/12 12:31

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 11-12-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 11/12 17:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 11-12-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 11/12/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 11-12-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 11/12/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 11-12-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 11/12/2025

    Vieni con me è una grande panchina sociale. Ci si siedono coloro che amano il rammendo creativo o chi si rilassa facendo giardinaggio. Quelli che ballano lo swing, i giocatori di burraco e chi va a funghi. Poi i concerti, i talk impegnati e quelli più garruli. Uno spazio radiofonico per incontrarsi nella vita. Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa o raccontare una storia? Scrivi a vieniconme@radiopopolare.it o chiama in diretta allo 02 33 001 001 Dal lunedi al venerdì, dalle 16.00 alle 17.00 Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni La sigla di Vieni con Me è "Caosmosi" di Addict Ameba

    Vieni con me - 11-12-2025

  • PlayStop

    Volume di giovedì 11/12/2025

    Dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 16.00, Elisa Graci e Dario Grande vi accompagnano alla scoperta del suono di oggi: notizie, tendenze e storie di musica accompagnate dalle uscite discografiche più imperdibili, interviste con artisti affermati e nuove voci, mini live in studio e approfondimenti su cinema, serie TV e sottoculture emergenti. Il tutto a ritmo di giochi, curiosità e tanta interazione con il pubblico. Non fartelo raccontare, alza il Volume!

    Volume - 11-12-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 11/12/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 11-12-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 11/12/2025

    Noi e altri animali È la trasmissione che da settembre del 2014 si interroga su i mille intrecci di una coabitazione sul pianeta attraverso letteratura, musica, scienza, costume, linguaggio, arte e storia. Ogni giorno con l’ospite di turno si approfondisce un argomento e si amplia il Bestiario che stiamo compilando. In onda da lunedì a venerdì dalle 12.45 alle 13.15. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 11-12-2025

  • PlayStop

    Cult di giovedì 11/12/2025

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 11-12-2025

  • PlayStop

    Pubblica di giovedì 11/12/2025

    La legge elettorale e l'oro di Bankitalia. Le manovre diversive della maggioranza di destra, mentre i conti della legge di bilancio fanno fatica a tornare. Pubblica ha ospitato la costituzionalista Roberta Calvano e l’economista Sandro Trento.

    Pubblica - 11-12-2025

  • PlayStop

    A come Africa di giovedì 11/12/2025

    A cura di Sara Milanese.

    A come Atlante – Geopolitica e materie prime - 11-12-2025

  • PlayStop

    LORENZA GENTILE - LA VOLTA GIUSTA

    LORENZA GENTILE - LA VOLTA GIUSTA - presentato da Ira Rubini

    Note dell’autore - 11-12-2025

  • PlayStop

    Tutto scorre di giovedì 11/12/2025

    Sguardi, opinioni, vite, dialoghi al microfono. Condotta da Massimo Bacchetta, in redazione Luisa Nannipieri.

    Tutto scorre - 11-12-2025

  • PlayStop

    Presto Presto - Interviste e Analisi di giovedì 11/12/2025

    Francesco Sacchi Capo-progetto Emergency Gaza ci racconta la situazione drammatica degli abitanti della Striscia tra mancanza di farmaci, cibo, restrizioni, attacchi e adesso pure il maltempo che travolge tende e accampamenti. Doron Meinert, colonnello in pensione dell'esercito israeliano e militante di spicco di "Guardare l'occupazione negli occhi" racconta l'attività di Protective Presence con cui si frappongono fisicamente tra le comunità palestinesi e la crescente violenza dei coloni ormai dilagata nella Valle del Giordano (intervista di Martina Stefanoni). Vittorio Agnoletto, dopo il caso San Raffaele, analizza la quantità di disservizi e mancanze della sanità privata senza che la Regione intervenga mai veramente: nel nome della sanità devoluta al profitto. Infine un appello per almeno un gesto di clemenza e umanità per le carceri italiane, lanciato da venti associazione e raccontato per noi da Caterina Pozzi, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità Accoglienti-CNCA: al presidente della Repubblica perché eserciti una consistente concessione di grazie come alcuni dei suoi predecessori e ai magistrati di sorveglianza affinché concedano per questo Natale tutti i giorni di permesso premio disponibili ai detenuti che già ne godono (oltre a continuare a invitare il ministero della Giustizia a umanizzare, come sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni per i diritti dell'uomo, e modernizzare l'esecuzione della pena, e ad aprire il più possibile il carcere al mondo del volontariato, alle associazioni, alle cooperative, agli enti locali, alle scuole, alle università).

    Presto Presto – Interviste e analisi - 11-12-2025

Adesso in diretta