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SKAM Italia e Summertime, le serie Netflix per teenager

Summertime Netflix

Se siete adolescenti, o ci convivete, è molto probabile che abbiate sentito almeno pronunciare questa parola: SKAM. Anzi, meglio, SKAM Italia: uno di quei fenomeni per teenager che crescono inizialmente lontani dai radar dei seriosi adulti, per poi esplodere nel momento in cui ci si accorge che sono seguitissimi dai ragazzi. SKAM Italia, come dice anche il titolo, è la versione italiana di un progetto multimediale nato in Norvegia e di cui, negli anni, sono state prodotte moltissime variazioni nazionali.

I protagonisti sono ragazzi come tanti, il tentativo degli autori è quello di rimanere il più vicino possibile alla verità dei teenager contemporanei, e questo si rispecchia anche nella particolare modalità di diffusione. Le prime tre stagioni di SKAM Italia, ognuna dedicata a un diverso personaggio principale, sono state prodotte e distribuite da TIMVISION, ma accanto alle puntate vere e proprie ci sono tanti contenuti extra pubblicati online tra un episodio e l’altro, clip aggiuntive e conversazioni scambiate dai protagonisti via WhatsApp, oltre alla creazione di profili Instagram fittizi dei personaggi.

Per questo è stata più volta definita una “serie social”, ed è anche in questo modo, innovativo e “virale”, che si è propagato il tam tam tra i giovani spettatori, facendo raggiungere a SKAM un grande successo. Tanto che l’annuncio della cancellazione della serie, la scorsa estate, aveva gettato nello sconforto i suoi tantissimi fan, anche perché la quarta annata sarebbe stata dedicata a Sana, una ragazza italo-tunisina di religione musulmana, praticamente un unicum per la tv italiana.

Dopo qualche tempo, però, Netflix Italia ha annunciato che avrebbe collaborato con TIMVISION per produrre gli agognati nuovi episodi. E così la quarta e ultima stagione, con Sana protagonista, arriverà su Netflix e TIMVISION il prossimo 15 maggio. Nel frattempo, però, Netflix ha pescato anche nel vivaio di apprezzati attori e sceneggiatori di SKAM per creare una sua nuova serie originale tutta italiana, Summertime, che sarà disponibile sulla piattaforma da mercoledì 29 aprile.

Tutta ambientata e girata sulla riviera romagnola, Summertime si svolge durante una di quelle estati cruciali dell’adolescenza, quelle che, grazie a un indimenticabile primo amore, segnano uno spartiacque dell’esistenza. Anche Summertime è un unicum: la sua protagonista, Summer, è una ragazza nera italiana, come ce ne sono tante nel nostro paese, anche se in tv non si vedono quasi mai.

Confezionata con grande attenzione a regia, fotografia, ambientazioni e casting, Summertime non sfigura accanto agli ormai tantissimi prodotti che Netflix dedica, con grande successo, al pubblico più giovane, mescolando i generi con uno stile accattivante e riconoscibile: dai fenomeni Stranger Things e Sex Education, alle acclamate The End of the F***ing World e I’m Not Okay with This, fino alle meno note, ma meritevolissime, On My Block e The Get Down. Tutte serie che sanno parlare contemporaneamente ai teenager e agli spettatori più adulti, grazie all’irresistibile forza della nostalgia, ma anche alla capacità di prendere la materia sul serio: ci sarà pure una ragione se, accanto alle tante serie adulte che amiamo, ognuno di noi conserva nel cuore un posto per gli Happy Days, i Beverly Hills 90210 e i Dawson’s Creek…

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
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    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

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    È appena uscito “Trovarsi soli all’improvviso”, il nuovo album del musicista e produttore milanese Marco Giudici, oggi ospite di Volume. “Volevo fare dalla musica ambient, come atto terapeutico per me stesso… ma poi si è trasformata in qualcos’altro”, racconta il cantautore sulla genesi dei brani. Il disco, che per il titolo trae ispirazione da una poesia scritta dal nonno dell'artista, è un racconto intimo e delicato che parla di solitudine, fragilità e distacco, ma anche del coraggio di andare avanti e di cambiare, lasciando indietro alcune parti di sé. L'intervista e il MiniLive di Marco Giudici.

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