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Il corteo di Fridays For Future sfida la Cop26, le pillole anti-COVID sempre più vicine e le altre notizie della giornata

Corteo Fridays For Future ANSA

Il racconto della giornata di venerdì 5 novembre 2021 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Oggi a Glasgow, a cinque giorni dall’inizio della Cop26, i giovani di Fridays For Future sono scesi in strada insieme a Greta Thunberg contro il “bla bla bla” dei leader della Terra. Il governo italiano, intanto, sulle concessioni balneari e sul commercio ambulante ha trovato una soluzione a metà, come aveva già fatto con il catasto. All’Elfo Puccini di Milano, invece, si è tenuto l’incontro “Non ci fermiamo, per i diritti contro l’odio” per dire che una legge contro l’omotransfobia deve andare avanti con Alessandro Zan, Beppe Sala, Monica Romano e Pierfrancesco Majorino. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia, con una pillola contro l’infezione approvata nel Regno Unito e una versione prodotta da Pfizer già in fase di sperimentazione.

Migliaia di giovani a Glasgow contro il “bla bla bla” della Cop26

“La Cop26 è il fastival del green washing, è chiaro a tutti che sia un fallimento: è una celebrazione di due settimane del business – come sempre e del bla bla bla”. Greta Thunberg ha descritto così la Cop26 dal palco del corteo organizzato da Fridays For Future a Glasgow oggi.
A cinque giorni dall’inizio della conferenza ONU per il clima, almeno 10mila ragazzi e ragazze – ma non solo – hanno sfilato oggi per le strade della città scozzese, mentre i leader della terra facevano quello che l’attivista svedese ha definito ancora un volta “bla bla bla”.
In testa al corteo i giovani delle popolazioni indigene dell’Amazzonia e attivisti da tutto il mondo. Sul palco, oltre a Greta Thunberg, anche ragazzi dal sud del mondo, dal Pakistan all’Uganda, che hanno accusato i paesi ricchi di sfruttare quelli più poveri con il loro capitalismo sfrenato. Noi a Glasgow abbiamo raggiunto l’attivista di Fridays for future Sofia Pasotto, che ha partecipato alle manifestazioni di oggi:


 

La soluzione a metà su concessioni balneari e commercio ambulante

(di Anna Bredice)

Sulle concessioni balneari e sul commercio ambulante il governo ha trovato la soluzione a metà, come con il catasto: non potendo affrontare e risolvere la questione subito, conta sull’indignazione pubblica e dopo semmai si interviene con la legge. Per ora c’è una specie di mappatura, come appunto con il catasto, per far emergere quanto poco pagano i gestori degli stabilimenti balneari oppure gli ambulanti per l’occupazione del suolo pubblico, questi ultimi sempre gli stessi da decenni. Ma questo però si sa da tempo, tanto che da undici anni c’è una direttiva europea che impone al governo italiano di aprire le gare per la concessione degli stabilimenti e per il commercio a chiunque voglia e possa farlo, anche in Europa. È la direttiva Bolkenstein che il governo italiano non ha mai recepito, anzi anni fa ha prorogato le concessioni fino al 2032. Ora l’Europa fa sapere che non è contenta, ed è una assoluta novità nei rapporti tra Bruxelles e Draghi. Per la prima volta il presidente del Consiglio delude l’Unione Europea, non rispettando una direttiva e nello stesso tempo presentando una riforma essenziale per il Recovery Fund, quella della concorrenza, incompleta. Spiagge e ambulanti sono due settori che appaiono intoccabili, difesi dai partiti, in particolare dalla Lega che si è sempre opposta al rispetto della direttiva Europa. Sono circa 30mila le concessioni balneari, un numero che cresce di anno in anno e di questi due terzi pagano un affitto inferiore ai 2.500 euro all’anno, niente rispetto a ciò che guadagnano. Gli ambulanti, a Roma in particolare, hanno protestato in maniera anche forte, con sit-in, bloccando il traffico, per difendere le loro licenze, 12mila a Roma le attività di ambulanti nei mercati e in particolare davanti ai monumenti, questi ultimi controllati da una famiglia, i Tredicine, di cui due fratelli sono finiti anni fa indagati per una sorta di racket delle bancarelle, si facevano pagare dagli ambulanti per avere un posto.

Le pillole anti-COVID, da Merck a Pfizer

(di Guglielmo Vespignani)

Si chiama Molnupiravir e si prende per bocca due volte al giorno per cinque giorni la pillola anti-COVID approvata ieri nel Regno Unito e in attesa di autorizzazione da parte dell’EMA. Secondo la Merck, casa farmaceutica americana che l’ha sviluppata, dimezzerebbe il rischio di ospedalizzazione e di morte nei malati di COVID.

Quando arriverà in Italia, però, ancora non si sa. Il responsabile vaccini dell’Agenzia europea del farmaco Marco Cavaleri ha detto che i tempi per il via libera “non sono prevedibili ma quella della Merck non è l’unica pillola anti-COVID in arrivo. Oggi la Pfizer ha presentato infatti il suo prodotto, il Paxlovid, che secondo l’azienda avrebbe una capacità di ridurre il rischio di ospedalizzazione o morte addirittura dell’89%, con particolare efficacia nei pazienti trattati entro tre giorni dall’insorgenza dei sintomi.

Le sperimentazioni del Paxlovid sono ancora in corso, ma questo non ha impedito ai vertici della Pfizer di esibire oggi un po’ di trionfalismo: “Questa è una svolta nella lotta contro la pandemia – ha detto Albert Bourla, presidente e amministratore delegato dell’azienda americana.

Nel frattempo l’annuncio ha già avuto il suo effetto in Borsa, con il titolo di Pfizer che è subito salito di diversi punti percentuali mentre quello di Merck, che ieri aveva toccato il suo record storico, è sceso in poche ore di quasi il 9%.

I numeri del reddito di cittadinanza

(di Massimo Alberti)

Furbetti, ferraristi, fannulloni: uno dei pretesti con cui una parte della politica vorrebbe abolire il reddito di cittadinanza è che la legge non funzioni nel dare un lavoro. Ma un’attenta analisi dei numeri dice esattamente il contrario: chi prende il reddito di cittadinanza trova lavoro più facilmente degli altri disoccupati, per quanto sempre lavori precari. Numeri che indicano anche che la stretta del governo non serviva. Il cosiddetto reddito di cittadinanza mescola un intervento contro la povertà all’avviamento al lavoro. Un punto critico, secondo molti esperti, perché riguarda persone diverse con problemi diversi: infatti su circa 3,5 milioni di beneficiari, i cosiddetti “occupabili” sono solo un terzo. [CONTINUA A LEGGERE SUL SITO]

“Non ci fermiamo, per i diritti contro l’odio”: l’evento al teatro Elfo Puccini

(di Barbara Sorrentini)

L’Elfo Puccini è pienissimo. In tante e tanti, di diverse generazioni sono usciti di casa per ascoltare Alessandro Zan a pochi giorni dall’affossamento del suo disegno di legge. Molti gli interventi, Michele Albiani consigliere LGBT che invoca le piazze come risposta potente per rivedere il disegno e riportarlo al voto; Monica Romano prima consigliera comunale transgender che descrive il tormento della comunità gay di fronte a discriminazioni e violenze. Luca Paladini dei Sentinelli che sprona a superare il lutto per ritornare a lottare perché siamo di più, più di prima. Pierfrancesco Majorino che ha organizzato la serata con Casa Comune, invoca il superamento dell’oscurantismo in Italia, e non solo, con l’aiuto dell’Europa. Cecilia Strada testimone dei soccorsi, in mare e nelle guerre. Testimone di negazione dei diritti. Il sindaco di Milano Beppe Sala che si affida totalmente i giovani e alla libertà di essere e di amare. E Alessandro Zan che ricorda il suo ddl contro i crimini d’odio e per la dignità. Riassume l’estenuante gioco politico che lo ha affossato ricordando che chi è contro va a braccetto con l’estrema destra d’Europa che può ancora colore molte persone.

La Germania dice sì alla terza dose per tutti, non vaccinati a rischio restrizioni

(di Martina Stefanoni)

In Germania proprio oggi i Ministri della Salute – sia quelli regionali che il ministro federale Jens Spahn – hanno annunciato alcune misure per contenere la nuova ondata di casi che sta colpendo il paese. In particolare è stata presa una decisione importante sulla terza dose, che verrà fatta a tutti – non solo alle categorie a rischio – a sei mesi dalla seconda. Oltre a questo, Spahan ha anche spiegato che l’uso del pass sanitario – come il nostro Green Pass – che ora viene usato per ristoranti e eventi all’interno sarà sempre più importante man mano che l’inverno si farà più rigido ed è stata avanzata anche l’ipotesi di renderlo obbligatorio nei luoghi di lavoro nelle regioni più a rischio. A livello federale non sono previsti lockdown o altre misure restrittive, ma alcune regioni si stanno già organizzato per introdurre restrizioni più rigide per i non vaccinati. Il presidente della Turingia, Bodo Ramelow, ha minacciato di non curare più i non vaccinati negli ospedali se dovesse salire eccessivamente la pressione sulle strutture sanitarie, mentre la Sassonia sarà il primo Land tedesco a limitare, da lunedì prossimo, l’accesso a ristoranti, bar ed eventi culturali solo agli immunizzati, a chi cioè è vaccinato o guarito dal COVID, escludendo la possibilità del tampone come lasciapassare.
In Francia, invece, il tasso di vaccinati è più alto che in Germania. Qui il governo, per il momento, ha stabilito che a ricevere la terza dose saranno le persone con più di 65 anni e le persone considerate fragili che però hanno ricevuto la seconda dose più di 6 mesi fa. Non è obbligatoria invece per il personale sanitario, ma consigliata. Su tutte le altre categorie la Francia non si è ancora espressa, ma potrebbe farlo nel prossimo futuro.
Per quanto riguarda la vaccinazione dei più piccoli, invece, per il momento a vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni sono solo gli Stati Uniti, mentre in Europa si attende la decisione dell’ema che dovrebbe arrivare a dicembre.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

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    “Quelle che arrivano dalla maggioranza sono delle sciocchezze, che sarebbero grottesche se non fossero pericolose perché tradiscono una chiara volontà di creare un clima di paura e di allarme, criminalizzando tutta la galassia dell’opposizione”. Così Benedetta Tobagi, intervistata da Luigi Ambrosio all'Orizzonte delle Venti, sui reiterati attacchi del Governo alle opposizioni accusate di fomentare la violenza. “Anche per ciò che porto nel mio nome, l’Italia ha nella sua storia una sinistra antifascista e democratica che non è mai stata violenta. Figure come mio padre e Aldo Moro sono state colpite addirittura dal terrorismo di sinistra. Questa è la storia che vergognosamente Meloni, Tajani e Salvini non riconoscono e che, invece, deve essere la nostra forza”.

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