Approfondimenti

Lo strappo di Conte alla Camera, il taglio delle forniture di gas all’Europa e le altre notizie della giornata

Voto Camera ANSA

Il racconto della giornata di lunedì 11 luglio 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Mario Draghi è salito al Quirinale per consultare Mattarella dopo quello che è accaduto oggi in Parlamento: lo strappo netto di Giuseppe Conte alla Camera con i deputati dei Cinque Stelle che sono usciti e non hanno votato il DL Aiuti. Intanto sale la preoccupazione in Europa per la guerra del gas di Putin dopo che oggi Gazprom ha chiuso i rubinetti del Nord Stream 1, ufficialmente per manutenzione. L’area di maggior intensità del conflitto in Ucraina continua a rimanere l’est del paese, in particolare la regione di Donetsk: non sembrano esserci movimenti di avanzamento da parte delle truppe russe, ma i bombardamenti continuano ad essere frequenti e distruttivi. Stipendi più bassi del reddito di cittadinanza, e sotto il salario minimo. Nel suo rapporto annuale l’Inps fotografa il lavoro povero in Italia. Infine, l’andamento della pandemia di COVID-19 in Italia.

Lo strappo di Conte alla Camera: Draghi sale al Quirinale

Mario Draghi è salito al Quirinale per consultare Mattarella dopo quello che è accaduto oggi in Parlamento: lo strappo netto di Giuseppe Conte alla Camera con i deputati dei Cinque Stelle che sono usciti e non hanno votato il DL Aiuti. Il passaggio fondamentale, però, è il Senato, nei prossimi giorni, dove il Movimento potrebbe uscire dall’Aula al momento del voto di fiducia. Cosa si dicono Draghi e Mattarella? Quali sono le mosse che potrebbe portare Draghi davanti al presidente della Repubblica? Da Roma Anna Bredice:

In questa situazione tutto si è complicato quando Silvio Berlusconi ha chiesto una verifica di governo e cioè, in sostanza, che Conte decida se stare dentro o fuori dall’esecutivo. Una richiesta che ha messo in difficoltà soprattutto Draghi, perché ha anticipato ogni possibile sua mossa distensiva nei confronti di Conte. Michele Migone ha intervistato Alessandro Cattaneo di Forza Italia, secondo il quale il suo partito non ha paura di andare a votare:


 

Ridotte ancora le forniture di gas. L’UE si dice pronta a ogni scenario

Sale la preoccupazione in Europa per la guerra del gas di Putin. Non siamo in uno scenario avverso, ma i rischi di andarci stanno crescendo, ha detto il Commissario all’Economia Gentiloni. Le preoccupazioni riguardano le decisioni del Cremlino sulle forniture di gas. Da oggi Gazprom ha chiuso i rubinetti del Nord Stream 1, il gasdotto che trasporta il gas russo in Germania. Ufficialmente la chiusura è di una decina di giorni per manutenzione. Ma nelle principali capitali europee nessuno ci crede. A Parigi il ministro dell’Economia ha detto che lo scenario più probabile è un taglio totale delle forniture di gas dalla Russia. Altrettanto preoccupato il suo omologo a Berlino, che teme una chiusura definitiva del Nord Stream 1. In Italia l’Eni ha fatto sapere che con lo stop di oggi Gazprom ha tagliato di un terzo le forniture verso l’Italia. A fronte di questa situazione, i governi europei tentano di correre ai ripari. In Italia lo stoccaggio di gas è arrivato al 64%. Lele Liguori ha intervistato Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club:


 

Le ultime notizie dal campo in Ucraina

L’area di maggior intensità del conflitto continua a rimanere l’est del paese, in particolare la regione di Donetsk. Al momento non sembrano esserci movimenti di avanzamento da parte delle truppe russe, ma i bombardamenti continuano ad essere frequenti e distruttivi. A essere colpita, oltre alla città di Sloviansk da giorni al centro degli obiettivi russi, oggi è stata anche Kharkiv, dove i morti sarebbero almeno 6. Continua invece a salire il bilancio delle vittime dell’attacco di ieri su Chasiv Yar, che ha distrutto un palazzo residenziale uccidendo almeno 30 persone.
Sul fronte sud, invece, l’esercito ucraino starebbe organizzando una controffensiva per riprendere l’area di Kherson e Zaporizhia. In quest’ottica, Zelensky avrebbe anche chiesto ai vertici militari del paese di costruire un esercito di un milione di soldati per riprendere il sud conquistato dai russi utilizzando le armi fornite dall’occidente.

Un lavoratore su 4 guadagna meno del Reddito di Cittadinanza

Un lavoratore su 4 guadagna meno del Reddito di Cittadinanza. Oltre 3 milioni sono sotto la soglia ipotetica del salario minimo. L’Inps fotografa il lavoro povero in Italia, tra precarietà e salari bassi. “Serve il salario minimo, ma 9 euro l’ora con l’inflazione non bastano più” chiede il presidente Inps Tridico. Mentre i redditi dei top manager sono arrivati ad essere 649 volte lo stipendio di un operaio.

(di Massimo Alberti)

Stipendi più bassi del reddito di cittadinanza, e sotto il salario minimo. Nel suo rapporto annuale l’Inps fotografa il lavoro povero in Italia. Mentre i redditi dei manager continuano a crescere.
Dall’Inps arriva l’ennesima conferma di un problema strutturale e che peggiora, in un mondo lavoro italiano fondato su precarietà, salari bassi, part time involontario, che le martellanti campagne stampa del ristoratore di turno non posson più mascherare. Un lavoratore su 4 guadagna meno di 780euro al mese, meno della soglia massima del reddito di cittadinanza. Tra i percettori del reddito, 1 su 5 già lavora ma comunque ha bisogno del sussidio. Dati che smentiscono mesi di narrativa tossica. I dipendenti che prendono meno di 9 euro lordi l’ora, la miglior proposta in parlamento sul salario minimo, sono 3,3 milioni. Quei 9 euro – che garantirebbero pensioni di 750 euro – sottolinea Inps, non son già più sufficienti, perché il reddito reale è calato rispetto a 2 anni fa e l’inflazione dovrà concorrere a determinare la soglia del salario minimo. Che però la politica neppure vuole, e su cui anche i sindacati latitano. C’è poi il problema del precariato, che grazie a leggi come il Jobs Act porta 9 milioni e mezzo di persone, in forte crescita, a lavorare solo una parte dell’anno, ed è ormai equivalente alla quota di chi lavora l’anno intero, che diventa una minoranza se consideriamo anche i part-time. La retribuzione media complessiva è pari a 24100 euro con un calo dello 0,2% sul 2019. Non va meglio per chi è in pensione: su 16 milioni di pensionati, il 40% ha un reddito lordo sotto i 12.000 euro. Una situazione che, in questo quadro di lavoro povero, è destinata a peggiorare nei prossimi anni. Una vergogna inaccettabile se si pensa che mentre i salari calano, gli emolumenti dei top manager sono arrivati ad essere 649 volte lo stipendio di un operaio. Erano circa 50 volte negli anni 80. Sulle spalle di chi sia avvenuto questo aumento, è piuttosto evidente.

Interessi criminali dietro l’emergenza incendi a Roma?

A Roma oggi nella zona del maxi incendio di sabato nell’aria c’era un livello di diossina oltre i limiti. La Asl dovrà valutare se applicare delle misure restrittive o se con il passare delle ore la diossina prodotta dai roghi si sarà dispersa. Almeno fino al prossimo incendio. In procura oggi c’è stato un vertice delle forse di polizia ed è stato creato un coordinamento.
La Procura di Roma avvierà delle verifiche sulla gestione del verde pubblico e accumuli di rifiuti abbandonati in primo luogo nelle aree dove si sono verificati i
quattro max incendi nell’ultimo mese.
Il sindaco Gualtieri ha parlato anche di interessi criminali dietro l’emergenza incendi nella capitale. Abbiamo chiesto un’opinione a Danilo Chirico, giornalista e attivista antimafia a Roma, presidente dell’Associazione A Sud:


 

Addio a Angelo Guglielmi, storico direttore di Rai3

(di Ira Rubini)

“Quella” RAI3, quella pilotata con piglio inconfondibile da Angelo Guglielmi, quella che gli invidiosi temevano e fingevano di non capire, in fondo era durata quanto un matrimonio che va in crisi: sette anni dal 1987 al 1994. Guglielmi ne aveva assunto la direzione quando gli ascolti erano risibili e tranquillizzanti per i nemici del “comunismo”. Lui veniva dalla cultura con la C maiuscola, dalla critica letteraria, dalla comunanza con gli intellettuali veri. Eppure aveva intuito che anche una rete di sinistra doveva essere popolare, sia pure a modo suo. L’importante era dare spazio all’ingegno, possibilmente addirittura all’intelligenza, e soprattutto a quello che in televisione ancora non c’era. Un approccio da BBC, più che da RAI di quegli anni. E così, anche la mentalità televisiva pan-nazionale, fondata su una rigida lottizzazione, cominciò a indebolirsi, sia pure in modo scomposto. Per questo, la RAI3 di Guglielmi finirà per infastidire e dovrà essere fermata, ma questa è un’altra storia. A leggere in fila alcuni dei titoli delle trasmissioni di quegli anni, vengono le vertigini, soprattutto pensando all’offerta attuale della RAI: Blob, Chi l’ha visto, La tv delle ragazze, Samarcanda, Telefono giallo, Linea rovente, Storie maledette, Un giorno in pretura, Magazine 3. Colpiva, in chi quegli anni televisivi li ha vissuti da dentro oltre che da spettatore, l’understatement un po’ sprezzante con cui le eccellenze gugliemine sfidavano i salamelecchi del mainstream, consapevoli di essere togliattianamente i Migliori. “La cultura non esiste, la cultura è un modo di fare le cose”, dicevano e la frase divenne un tormentone, oggi noleggiato anche da molti intellettuali a libro paga dei talk show. Un fare che valse a Guglielmi e ai suoi lodi ma anche molte antipatie. Ma tant’è: il tempo, galantuomo ma soprattutto poco preoccupato delle elezioni di turno, ha emesso la sentenza: la tv di Guglielmi resiste anche adesso. Quell’altra è chiusa nelle teche.

L’andamento dell’epidemia di COVID-19 in Italia

Sono 37.756 i nuovi casi da COVID registrati nelle ultime 24 ore, poco più di 1.500 rispetto a 7 giorni fa, segno che ormai, per quanto riguarda i contagi, l’ondata in corso ha praticamente raggiunto il picco. Diversa la situazione per i ricoveri che continuano a salire: 410 in più di ieri i letti occupati nei reparti ordinari, 10 in più in terapia intensiva. Sale, e di molto, il numero dei morti: 127 nelle ultime 24ore. Oggi il centro per la prevenzione e il controllo delle malattie e l’Agenzia europea del farmaco hanno dato il via libera alla quarta dose di vaccino per gli over 60. La commissaria europea alla Salute ha esortato gli Stati a fare presto. Subito il Ministero della Salute e l’Agenzia Italiana del Farmaco hanno aggiornato le linee guida. Il Lazio è la prima regione ad annunciare che il 14 luglio riapriranno gli hub vaccinali.
Gli organismi europei hanno invitato inoltre gli Stati a combinare per questo autunno i vaccini antinfluenzale e anti-COVID, ed hanno reso noto che stanno esaminando due vaccini aggiornati ad Omicron per un possibile via libera a settembre.

  • Autore articolo
    Redazione
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 03/07 07:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 03-07-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 03/07 09:29

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 03-07-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 03/07/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 03-07-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di martedì 01/07/2025 delle 19:46

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 01-07-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    È morta Patrizia Arnaboldi. Femminista, militante comunista, è stata tra le fondatrici di Radio Popolare

    È morta Patrizia Arnaboldi. Aveva 78 anni. Storica militante comunista, protagonista del femminismo a Milano e del movimento studentesco, negli anni Ottanta è stata deputata per Democrazia Proletaria. Legata a Rifondazione Comunista, negli ultimi anni ha partecipato a molte battaglie a difesa della città. Una delle ultime, quella legata agli alberi di piazzale Baiamonti. Patrizia Arnaboldi, 50 anni fa, è stata anche una delle firmatarie, davanti al notaio, dell’atto di nascita di Radio Popolare. Ecco il ricordo di Matteo Prencipe, segretario lombardo di Rifondazione Comunista, e di Basilio Rizzo, storico consigliere comunale milanese.

    Clip - 03-07-2025

  • PlayStop

    Fa troppo caldo: scioperano i lavoratori della Emmegi, che costruisce condizionatori a Cassano d’Adda

    Troppo caldo, lavoratori in sciopero. 36 gradi nel capannone dove si producono componenti per i condizionatori. Il paradosso è che, in quella ditta, si producono scambiatori di calore, componente fondamentale per gli impianti di climatizzazione. Che però, nei capannoni della Emmegi di Cassano d’Adda, non ci sono. La conseguenza, temperature roventi, che superano i 36 gradi, e condizioni di lavoro inaccettabili. Per questo lavoratori e lavoratrici stanno scioperando, per ottenere almeno un po’ di refrigerio, che però al momento viene negato dalla proprietà, che anzi ha incaricato un consulente per farsi dire che “la temperatura è acettabile”. Maurizio Iafreni è Rsu Fiom alla Emmegi e responsabile della sicurezza: (foto Fiom Cgil)

    Clip - 03-07-2025

  • PlayStop

    Summertime di giovedì 03/07/2025

    Summertime è il nostro “contenitore” per l’informazione delle mattine estive. Dalle 7.45 alle 10, i fatti del giorno, (interviste, commenti, servizi), la rassegna stampa, il microfono aperto, i temi d’attualità. E naturalmente la musica. Ogni settimana in onda uno dei giornalisti della nostra redazione.

    Summertime - 03-07-2025

  • PlayStop

    Apertura Musicale di giovedì 03/07/2025

    Svegliarsi con la musica libera di Radio Popolare

    Apertura musicale - 03-07-2025

  • PlayStop

    Canzoni di mercoledì 02/07/2025

    Canzoni vuole essere un programma sulla musica italiana cantautorale e non, aperta soprattutto a quelle realtà, già molto note a un pubblico attento e in qualche modo di culto, che però faticano ad avere uno spettro di ascolto più ampio. Sono in genere gruppi, ma anche singoli artisti che sanno giocare molto bene sulla parola e costruiscono testi intelligenti e molto piacevoli da ascoltare. Il programma prevede molte ospitate in cui si ascolteranno i loro repertori, ma anche quelle musiche che li hanno influenzati creando così un ampio cerchio di ascolto. Dal 2 luglio al 3 settembre 2025 dalle ore 23.00 alle ore 24.00. Per coloro che non tirano tardi la sera sarà possibile ascoltare il programma in podcast già dal mattino successivo.

    Canzoni - 02-07-2025

  • PlayStop

    News della notte di mercoledì 02/07/2025

    L’ultimo approfondimento dei temi d’attualità in chiusura di giornata

    News della notte - 02-07-2025

  • PlayStop

    Conduzione musicale di mercoledì 02/07/2025 delle 21:00

    Un viaggio musicale sempre diverso insieme ai nostri tanti bravissimi deejay: nei giorni festivi, qua e là, ogni volta che serve!

    Conduzione musicale - 02-07-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di mercoledì 02/07/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 02-07-2025

  • PlayStop

    Dodici Pollici del 2/7/25 - Ricky Gianco

    Il podcast di Francesco Tragni e Giuseppe Fiori registrato dal vivo a Germi e dedicato al mondo dei vinili. Oggi è di scena Ricky Gianco: cantante, chitarrista e compositore, ha iniziato la sua carriera negli anni ’60 col primo nucleo dei Dik Dik, collaborando poi coi Ribelli e coi Quelli (in seguito diventati PFM), nonché con artisti come Tenco e Jannacci. Negli anni ’70, Ricky porta avanti alcuni progetti musicali (e in seguito teatrali) con il cantautore Gianfranco Manfredi, e parallelamente fonda come discografico la Intingo e La Ultima Spiaggia. Complessivamente ha inciso oltre 20 album come solista. Sul palco si è esibito assieme al musicista Stefano Covri.

    A tempo di parola - 02-07-2025

Adesso in diretta