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Tre operai morti sul lavoro in 24 ore, i negoziati per un cessate il fuoco e le altre notizie della giornata

protesta morti sul lavoro

Il racconto della giornata di giovedì 2 maggio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Si continua a negoziare per un cessate il fuoco, ma a Gaza i raid aerei continuano. Oggi tre operai sono morti sul lavoro, tutti nel settore delle costruzioni, ma il governo continua a ignorare il problema della sicurezza di chi lavora. Nel corso del sopralluogo effettuato il 10 febbraio del 2016 sul luogo dove venne trovato il corpo di Giulio Regeni dai due team investigativi era presente anche uno degli 007 imputati nel processo a Roma. In Georgia è partita la mobilitazione contro le legge sulle cosiddette influenze straniere voluta dal partito filo-russo “Sogno Georgiano”. Meryl Streep sarà l’ospite d’onore della cerimonia di apertura del 77° Festival di Cannes, il 14 maggio 2024.

I raid aerei su Gaza continuano senza sosta

A Gaza i raid aerei oggi pomeriggio hanno colpito un campo profughi nel centro della Striscia, provocando almeno 5 morti, tra cui un bambino; nelle ultime ore sono oltre 30 le vittime dei bombardamenti israeliani. Si continua intanto a negoziare per un cessate il fuoco: Hamas ha annunciato che una sua delegazione tornerà presto in Egitto per ulteriori colloqui; 
Ismail Haniyeh, capo politico del movimento, ha chiesto al Qatar di mediare ulteriori modifiche alla proposta israeliane, ma ha anche affermato di essere ottimista sul raggiungimento di un’intesa.
Sulle trattative pesa la posizione del premier israeliano Netanyahu, che intervenendo ad una cerimonia ufficiale oggi ha dichiarato: “Faremo ciò che è necessario per vincere e sconfiggere il nostro nemico, anche a Rafah”. Sulla città meridionale della Striscia, nella quale sta cercando riparo più di un milione di persone, grava la minaccia dell’attacco di terra militare; la popolazione non ha però nessun altro posto dove rifugiarsi.
La situazione umanitaria a Gaza resta grave. “La portata della distruzione è enorme e senza precedenti” hanno dichiarato oggi le Nazioni Unite; secondo le stime dell’Onu la ricostruzione della Striscia di Gaza, devastata dalla guerra tra Israele e Hamas, costerà tra i 30 e i 40 miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti intanto hanno comunicato che la costruzione del molo temporaneo al largo della costa di Gaza è stata completata e che nel giro di pochi giorni la struttura verrà utilizzata per far arrivare maggior aiuti ai civili. Nonostante si sia realmente registrato un aumento dell’ingresso di convogli umanitari, le necessità della popolazione restano insoddisfatte.

Le proteste nei campus negli Stati Uniti contro la guerra

Negli Stati Uniti intanto la protesta contro la guerra a Gaza nei campus universitari continua. All’alba di oggi a Los Angeles la polizia ha fatto irruzione nell’ateneo e ha sgomberato l’accampamento pacifico pro-palestinesi; gli agenti in tenuta anti-sommossa, accusati di aver sparato anche proiettili di gomma, hanno rimosso tenda per tenda, e stanno effettuando gli ultimi arresti ancora in questi minuti.
Oggi pomeriggio, a poche ore dallo sgombero dell’università di Los Angeles, il presidente Biden ha rilasciato una dichiarazione sulle proteste contro la guerra a Gaza nei campus universitari. Biden ha detto che sono tutelate “le proteste pacifiche”, ma non “il vandalismo e le proteste violente”; ha aggiunto che l’antisemitismo non deve entrare nelle università, e che è contrario agli interventi della guardia nazionale nei campus.

Tre operai morti sul lavoro in 24 ore, ma i provvedimenti per la sicurezza sono ancora lontani

Oggi tre operai sono morti sul lavoro, tutti nel settore delle costruzioni. Le tragedie sono avvenute a Floridia, in provincia di Siracusa, e in due comuni del napoletano, Lettere e Casalnuovo. Tutti e tre i lavoratori avevano circa 60 anni ed erano impegnati appunto in cantieri edili. Nicola Ricci, segretario generale della Cgil Napoli e Campania:


 

(di Anna Bredice)

Suviana, Brandizzo e Firenze commemorati con un minuto di silenzio in Parlamento perché si trattava di stragi, con vittime e feriti. Impossibile per il governo far finta di niente in questi casi, seguono visite sul luogo e promesse. Lo stillicidio quotidiano di morti sul lavoro invece passa ormai quasi inosservato. Sono tanti, a volte anche due o tre vittime in un giorno. Al punto che nei soli primi due mesi di quest’anno la percentuale era aumentata del 20% rispetto ai primi mesi del 2023. E la tendenza rimane questa anche per i prossimi mesi. Accadono soprattutto nel comparto edile con operai che a volte superano i 60 anni di età e che molto spesso appartengono ad altre ditte. Si tratta di lavoro in subappalto e la logica degli appalti al massimo ribasso, risparmi e tagli che spesso incidono sulla mancata sicurezza di chi lavora. Un problema che il governo non sembra voler limitare per evitare altre morti. Anzi, nel nuovo codice degli appalti è stato eliminato il divieto dei subappalti a catena, una serie di passaggi che come nel caso di Firenze ha impedito di capire per molti giorni dove e per chi lavorassero le vittime. Oltre a questo, l’altra trovata del governo è stata la patente a punti nel settore edile, a cui devono sottoporsi le imprese se non vogliono incorrere in sanzioni e multe. Nel caso di morte, si legge nel decreto, si tagliano venti punti, come fosse la guida di una macchina e il passaggio con il semaforo rosso. Del tutto insufficienti, hanno commentato subito i sindacati che chiedono che venga riconosciuto il reato di omicidio sul lavoro. I sindacati ormai con il governo Meloni sanno che vengono convocati il giorno precedente al 1° maggio per dimostrare di concedere qualcosa ai sindacati sui salari e sulla sicurezza. Non ci sono confronti continui, c’è il tavolo a Palazzo Chigi e un video di Giorgia Meloni che arriva sui social il 1° maggio. Per sentire parole concrete e forti sui morti sul lavoro c’è come al solito Mattarella: “Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse – anche una sola – è inaccettabile”.

Omicidio di Giulio Regeni, uno degli imputati ha partecipato alle presunte indagini

(di Alessandro Principe)

È la cronaca dei depistaggi quella che è emersa nell’udienza per l’omicidio di Giulio Regeni. Fino alla rivelazione: uno degli imputati dalla Procura di Roma per l’assassinio ha partecipato in prima persona alle presunte indagini iniziali insieme agli agenti italiani arrivati al Cairo. A dirlo in Aula è stato il colonnello del Ros Loreto Biscardi. Uhsam Helmi – questo il nome dell’agente dei servizi del Cairo – era presente al sopralluogo del 10 febbraio 2016 con i team investigativi italiano ed egiziano lungo la strada dove fu ritrovato il corpo. Inoltre, ha partecipato anche a quasi tutti gli incontri successivi. Usham Helmi è uno dei quattro agenti dei servizi egiziani imputati di omicidio. E’ la prima volta che un testimone dichiara formalmente quello che le ricostruzioni giornalistiche e degli avvocati della famiglia Regeni avevano spiegato: che fin da subito era stata costruita una falsa verità. E a farlo erano i diretti responsabili della morte. “All’inizio ci fu un’apparente collaborazione”, hanno detto gli agenti italiani in Tribunale. La tesi egiziana era “morte per incidente stradale”. “Mano a mano che si andava avanti – hanno raccontato – ci furono prospettate altre ipotesi come il coinvolgimento di Giulio Regeni in un traffico di opere d’arte rubate, altre che riguardavano la sua sfera sessuale, poi quella di uno scontro fisico con una persona davanti all’ambasciata”. Tutto falso, mentre a Roma non si volevano rovinare i rapporti con il Cairo. E si faceva finta di crederci.
 

L’esercito russo avanza nell’est dell’Ucraina

In Ucraina le ultime ore vedono un’ulteriore avanzata dell’esercito russo nell’Est. In Donetsk i combattimenti sono intensi ma le truppe di Mosca sembrano avere la meglio: sono stati conquistati altri villaggi nella zona della città di Avdiivka.
La città di Chasiv Yar, bombardata per mesi dalle forze russe, oggi appare completamente carbonizzata, come mostra un filmato ripreso da un drone e pubblicato dall’Associated Press. Gli edifici sono praticamente carbonizzati. La cattura totale della città consentirebbe all’esercito del Cremlino il controllo della collina da dove attaccare il cuore della difesa ucraina.
In questa situazione, molto difficile per Kiev, gli Stati Uniti hanno accusato Mosca di usare armi chimiche contro i combattenti nemici, cosa che il Cremlino ha negato.
Intanto il presidente francese Macron ha rilanciato l’ipotesi di inviare truppe di terra in Ucraina. “Se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina – cosa che oggi non avviene – dovremmo legittimamente porci la domanda”, ha detto Macron, che aveva ventilato questa possibilità già a febbraio, raccogliendo peraltro ben pochi appoggi, almeno ufficialmente dagli alleati europei. “Come ho già detto non escludo niente – ha detto oggi Macron – perché abbiamo di fronte qualcuno che non esclude niente”.

La protesta in Georgia contro la legge sugli “agenti stranieri”

In Georgia oggi la seduta del parlamento è stata sospesa quando i manifestanti hanno tentato di fare irruzione. Ci sono stati scontri con le forze di polizia e alcuni feriti. La mobilitazione è contro le legge sulle cosiddette influenze straniere. Una legge che qualifica come “agenti stranieri” le organizzazioni, le Ong, i media, che ricevono finanziamenti dall’Estero. Si tratta in gran parte di sostegni da Europa e Stati Uniti. La legge è voluta dal partito filo-russo “Sogno Georgiano”. Ricordiamo che la Georgia ha lo status di candidato a entrare nell’Unione europea. Questa protesta sta catalizzando la parte più europeista della società georgiana, come spiega Marilisa Lorusso dell’Osservatorio Balcani e Caucaso:


 

Cannes 2024, Palma d’Onore a Meryl Streep

(di Barbara Sorrentini)

Sarà l’ospite d’onore della cerimonia di apertura del 77° Festival di Cannes, il 14 maggio. Meryl Streep riceverà la Palma d’Onore consegnata negli anni, tra gli altri, a Jeanne Moreau, Catherine Deneuve, Jean-Pierre Léaud, Jane Fonda, Agnès Varda, Marco Bellocchio e Jodie Foster. Non si vedeva a Cannes dal 1989, quando vinse il Premio come miglior attrice per “Un grido nella notte”, in cui interpretava Lindy Chamberlain.
Come ha detto Thierry Fremaux annunciando la notizia: “Tutti abbiamo qualcosa di Meryl Streep in noi. Un’attrice che ha attraversato quasi 50 anni di cinema e ha incarnato innumerevoli capolavori, Meryl Streep fa parte del nostro immaginario collettivo, del nostro amore condiviso per il cinema”.
Già molto premiata: con tre Oscar nel 2012 per “The Iron Lady” in cui era Margaret Thatcher, per “La scelta di Sophie” nel 1983 e “Kramer contro Kramer” nel 1980, per cui a inizio carriera si era riscritta un monologo per non far ruotare tutto il film sul personaggio maschile interpretato da Dustin Hoffman.
Il suo impegno per i diritti delle donne è infatti ancora molto attivo, così come le sue posizioni politiche contro i Presidenti conservatori che hanno sostenuto le guerre. “Vincere un premio a Cannes, per la comunità internazionale degli artisti, ha sempre rappresentato il massimo risultato nell’arte cinematografica. Essere all’ombra di coloro che sono stati premiati in precedenza è umiliante ed emozionante in egual misura”. Ha detto Meryl Streep, che nella sua filmografia vanta anche qualche commedia, già a partire da “Manhattan” di Woody Allen nel 1979, fino al “Diavolo veste Prada” e “Mamma Mia!”. Tra i diversi film pluri-premiati c’è “Il Cacciatore” di Michael Cimino, accanto a Robert De Niro, con cui ha interpretato molte altre opere memorabili.
 

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    Redazione
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