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La sentenza della Corte Costituzionale sugli obblighi vaccinali, 6 milioni di persone senza corrente in Ucraina e le altre notizie della giornata

Corte Costituzionale ANSA

Il racconto della giornata di giovedì 1° dicembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. In serata è arrivato il verdetto della Corte Costituzionale su una serie di ricorsi che riguardavano gli obblighi vaccinali legati alla pandemia. A Ischia sono stati trovati i corpi di tre delle quattro persone che erano ancora disperse dopo la frana di sabato. Ora le vittime accertate sono 11, e resta appunto una persona ancora da trovare. I raid russi hanno lasciato senza corrente e riscaldamento sei milioni di persone in Ucraina e molto spesso la gente cerca di riscaldarsi con metodi di fortuna, senza rispettare le regole di sicurezza. Per la prima volta infatti, stasera sarà un’arbitra, la francese Stéphanie Frappart, a dirigere una partita della Coppa del Mondo maschile da centro campo.

La sentenza della Corte Costituzionale sugli obblighi vaccinali

In serata è arrivato il verdetto della Corte Costituzionale su una serie di ricorsi che riguardavano gli obblighi vaccinali legati alla pandemia. La Camera di Consiglio si era riunita già ieri, ma la riunione era stata interrotta ed è ripresa stamattina.
In attesa del deposito delle sentenze l’Ufficio comunicazione e stampa della Corte costituzionale ha diffuso una nota ufficiale per spiegare che i giudici hanno ritenuto inammissibili e non fondate le questioni poste da cinque uffici giudiziari.
La Corte, si legge nella nota, ha ritenuto inammissibile, per ragioni processuali, la questione relativa alla impossibilità, per gli esercenti le professioni sanitarie che non abbiamo adempiuto all’obbligo vaccinale, di svolgere l’attività lavorativa, quando non implichi contatti interpersonali.
I giudici hanno ritenuto non irragionevoli, né sproporzionate, le scelte del legislatore adottate in periodo pandemico sull’obbligo vaccinale del personale sanitario. Ugualmente non fondate sono state ritenute anche le questioni proposte con riferimento alla previsione che esclude, in caso di inadempimento dell’obbligo vaccinale e per il tempo della sospensione, la corresponsione di un assegno a carico del datore di lavoro per chi sia stato sospeso. Questo, secondo i giudici, vale sia per il personale sanitario sia per il personale scolastico.

Una persona ancora dispersa a Ischia, quasi 300 gli sfollati

A Ischia sono stati trovati i corpi di tre delle quattro persone che erano ancora disperse dopo la frana di sabato. Ora le vittime accertate sono 11, e resta appunto una persona ancora da trovare. Quelle sfollate sono quasi 300, ma il loro numero potrebbe aumentare, dato che al momento la zona non è completamente in sicurezza e che nel fine settimana sono attese forti piogge.
Oggi il prefetto di Napoli ha annunciato che almeno mille abitanti dovranno lasciare le loro case se sarà emessa un’allerta meteo gialla o arancione. Lo stesso prefetto ha detto che l’accoglienza sarà fatta principalmente – se non esclusivamente – attraverso gli alberghi, usando palestre o palazzetti dello sport solo in caso di necessità.

6 milioni di persone senza corrente e riscaldamento in Ucraina

Il Ministro degli Esteri russo Lavrov, ha accusato l’Occidente di essere parte attiva della guerra in Ucraina e ha detto che i raid contro le infrastrutture energetiche puntano anche a bloccare i rifornimenti di armi a Kiev.
Lavrov ha poi ribadito che allo stato attuale non è possibile riprendere il dialogo sulle armi nucleari con gli Stati Uniti, che sarebbe dovuto ripartire proprio questa settimana. “Gli americani – ha commentato – ci vogliono distruggere”.
I raid russi hanno lasciato senza corrente e riscaldamento sei milioni di persone. A Kiev la temperatura scende ormai di diversi gradi sotto lo zero. Molto spesso la gente cerca di riscaldarsi con metodi di fortuna, senza rispettare le regole di sicurezza. Nelle ultime 24 ore sarebbero morte per incendi improvvisi almeno nove persone. Il racconto da Kiev di Natalia, una cittadina ucraina:


 

Un trio arbitrale tutto al femminile alla Coppa del Mondo di Qatar 2022

(di Luisa Nannipieri)

La partita per le qualificazioni tra Costa Rica e Germania non è forse una delle più attese del Mondiale ma entrerà di sicuro nella storia. Per la prima volta infatti, stasera sarà un’arbitra, la francese Stéphanie Frappart, a dirigere una partita della Coppa del Mondo maschile da centro campo. Per essere precisi, è la prima volta che il trio arbitrale di un mondiale è tutto femminile, visto che la Frappart potrà contare sulla brasiliana Neuza Back e la messicana Karen Díaz Medina come guardalinee.
Le tre trentottenni hanno già sfondato diverse porte nella loro carriera: Neuza Back è stata tra le prime donne a integrare la federazione brasiliana e ad arbitrare delle partite alle Olimpiadi di Rio mentre Diaz è stata la prima guardalinee in una finale del campionato messicano nel 2020. E cosa dire di Frappart, se non che è un vero e proprio simbolo per l’arbitraggio femminile? Prima donna in maglia nera nella serie A francese, prima ad arbitrare una finale della Supercoppa europea, prima in Champions League, prima donna in campo in Qatar e stasera anche prima fischietto a capo di un inedito trio. Lei però, che ama più il campo che le luci della ribalta, preferisce che ci si concentri sulle sue competenze, più che sul suo genere. E dice di sperare in un Mondiale riuscito. Uno di quelli in cui si parla delle partite e non di chi le ha arbitrate. Purtroppo per lei, e per fortuna per noi, il suo nome è ormai indissolubilmente legato alla storia del calcio.

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    “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Secondo episodio: La guerra non è popolare. L’Europa si riarma con 800 miliardi. In questi anni aveva già raddoppiato la propria quota di spese militarti, soprattutto comprando dagli Stati Uniti. Lo faremo di più, visto che Trump disinvestirà dalla Nato e dall’Europa. E’ la “fine delle illusioni”, come dice Von der Leyen, di essere garantiti dalla pace, perché d’ora in poi bisognerà usare la forza. E intanto si educa la popolazione con manuali che dicono: “In caso di guerra…”. La propaganda è altissima perché non c’è nulla di più antipopolare e antidemocratico della guerra e la militarizzazione d’Europa è tutta sulle spalle dei suoi cittadini. Con Michele Paschetto di EMERGENCY vi racconteremo come in Afghanistan in più di venti anni di guerre le cure abbiamo svolto un ruolo straordinario di mediatore. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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