
“Una nuova alba storica” è il messaggio che Donald Trump, i suoi alleati occidentali e arabi hanno mandato al mondo da Sharm el-Sheikh.
Ma una nuova alba storica per chi?
Sicuramente non per i palestinesi.
I gazawi dovrebbero accontentarsi del cessate il fuoco e di un’assistenza umanitaria permanente.
A tutto il resto – al business della ricostruzione in particolare – ci penserà un board composto da Trump stesso e l’ex premier britannico Tony Blair.
L’espansione delle colonie in Cisgiordani? Mai menzionata.
La violenza dei coloni e dell’esercito israeliano? Idem.
Il ritiro dai territori occupati? Non è in agenda.
Un ruolo per l’ANP? Si ma prima dovrà riformarsi.
È la pax trumpiana, che legittima il genocidio, calpesta il diritto internazionale, esclude i palestinesi da qualsiasi decisione riguardante il loro destino.
Oggi in Egitto la visione imperiale di Trump è stata ampiamente condivisa dai leader europei.
Prima perché avevano bisogno della foto opportunity per ripulire le loro immagini di fronte a un’opinione pubblica che li accusa di complicità nel genocidio di Gaza. E poi è nel DNA delle vecchie potenze coloniali, come quando alla conferenza di Parigi del 1919 decisero a tavolino di spartirsi l’Africa, il Medio Oriente e la Palestina.
Torniamo alla domanda iniziale: Una nuova alba storica per chi?
Dicevamo non per i palestinesi.
Ma nemmeno per chi oggi vuole liquidare la causa palestinese.
Il mondo è cambiato. Non esiste più un impero sul quale non tramonta mai il sole. Oggi c’è la Cina, l’India , il Brasile, il sud globale che avanza.
Oggi c’è un’opione pubblica globale che si indigna.
A Sharm el-Sheikh è andato in onda un brutto film di orrore.