Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Sì, perché un grande maestro come Arnaldo Pomodoro che ha portato la scultura italiana in tutto il mondo, tanto che le sue opere impreziosiscono i palazzi delle più importanti istituzioni, meritava certo dalla sua città d’adozione un omaggio più tempestivo.
Detto questo veniamo alla grande antologica che abbraccia l’intera città, la mostra è infatti allestita in più sedi.
Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale è il cuore di questa mostra diffusa: entrando, il colpo d’occhio incanta, trenta sculture emblematiche del percorso creativo e di ricerca dell’artista. Sui lati della bella sala i bassorilievi degli anni Cinquanta in piombo, argento e cemento nei quali già emergono le trame segniche di Pomodoro e che affascinarono già Lucio Fontana.
Al centro su grandi piattaforme campeggiano colonne, sfere squarciate, cippi, le cui forme, che rimandano a una geometria euclidea spaccata e indagata dall’artista per farne emergere la potente energia interna, sono esaltate dalla luce.
Sulla parete in fondo l’imponente rilievo in fiberglass e polvere di graffite: “Le Battaglie”, opera del ’96 che rimanda alla guerra e ai suoi orrori come “Guernica” di Picasso. E infatti Pomodoro la vide proprio qui nel 1953 e ne fu colpito tanto che anche oggi ha voluto che le sue sculture fossero esposte proprio alla Sala delle Cariatidi, bellissima e dolorosa testimonianza del bombardamento avvenuto durante la seconda guerra mondiale.
Proprio qui abbiamo incontrato il maestro.
Ascolta l’intervista ad Arnaldo Pomodoro
In Piazzetta Reale poi è esposto per la prima volta il complesso scultoreo “The Pietrarubbia Group”, un’installazione ambientale composta da sei elementi realizzata progressivamente dall’artista dal 1975 al 2015, un omaggio all’antico borgo di Pietrarubbia nel Montefeltro dove l’artista è nato nel 1926.
L’esposizione si snoda poi alla Triennale e alla Fondazione Pomodoro con altre opere, per arrivare al Museo Poldi Pezzoli che, oltre all’incantevole Sala delle Armi che Pomodoro allestì nel 2000, espone 16 bozzetti per progetti scenici che raccontano la passione per il teatro dal 1982 al 2009.
Il progetto espositivo è completato da un itinerario artistico che collega vari luoghi della città.
A Piazza Meda troviamo l’amatissimo dai milanesi “Grande Disco”, a Largo Greppi la “Torre a Spirale”, collocata di fronte al Piccolo Teatro, e infine “Il Labirinto”, un ambiente di 170 mq segreto e affascinante costruito nei sotterranei della ex sede della Fondazione Pomodoro in via Solari 35.
Inoltre nella Sala degli Arazzi a Palazzo Reale è stato allestito un progetto multisensoriale che permetterà ai visitatori di entrare nel “Labirinto”.
La curatrice di gran parte della mostra è la studiosa Ada Masoero.
Ascolta qui l’intervista
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